Reggio Calabria è tra le dieci città finaliste per il titolo di Capitale Italiana della Cultura 2027. Il 26 febbraio si conoscerà l’esito. Intanto si registra un primo, importante traguardo che accende i riflettori sulle potenzialità della città e sul percorso che l’ha portata a questa prestigiosa candidatura. Un riconoscimento che rappresenta, in particolare, una sfida per il futuro. Ne parliamo con il sindaco Giuseppe Falcomatà e con Domenico Cappellano, Console regionale del Touring Club per la Calabria e responsabile del Touring della città di Reggio, protagonisti dell’ultimo episodio di “Good Morning Calabria”, il podcast della nostra redazione.
Una sfida che guarda al futuro
«Questa candidatura non è solo un traguardo: è una sfida che guarda al futuro. È il punto di arrivo di un percorso iniziato dieci anni fa, ma vuole essere soprattutto un punto di partenza» afferma ad Avvenire di Calabria il sindaco Giuseppe Falcomatà. «Non vogliamo una candidatura che si limiti a esaltare la nostra storia trimillenaria, il nostro straordinario patrimonio artistico, archeologico e naturale. Vogliamo che tutto questo diventi la base per costruire sviluppo economico, sociale e culturale», le parole del primo cittadino di Reggio Calabria.
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L’idea di fondo è chiara: «Reggio deve trasformare la sua eredità culturale in un’opportunità di crescita concreta. Siamo un crocevia di popoli, di lingue, di tradizioni. Qui la diversità è sempre stata un valore, non un ostacolo. La nostra posizione al centro del Mediterraneo deve diventare un punto di forza, non solo dal punto di vista geografico, ma anche per la capacità di accogliere e dialogare con il resto del mondo».
Ma per vincere questa sfida, serve il coinvolgimento di tutti. «Non è una candidatura dell’amministrazione, è una candidatura della città» sottolinea Falcomatà. «Solo lavorando insieme, con le istituzioni, le associazioni, le scuole, gli enti culturali, possiamo costruire qualcosa di solido e duraturo».
Reggio Calabria capitale della cultura, il ruolo delle associazioni
Anche il mondo dell’associazionismo ha avuto un ruolo centrale nel percorso di candidatura. Domenico Cappellano, Console regionale del Touring Club per la Calabria e responsabile Touring per Reggio Calabria racconta l’impegno delle realtà locali. «È stato bello vedere tante associazioni partecipare con entusiasmo al tavolo tecnico organizzato dal Comune. C’è la consapevolezza che questa candidatura non è un’utopia, ma un traguardo possibile. Noi, come Touring Club, collaboriamo da anni con il Comune e la città metropolitana. Abbiamo pubblicato guide turistiche, gestiamo l’apertura della necropoli ellenistica al Museo Nazionale e supportiamo l’infopoint in Piazza Camagna. È un rapporto costante, basato su un obiettivo comune: valorizzare il nostro patrimonio».
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Le associazioni, però, non si sono limitate a offrire supporto logistico. «Abbiamo dato il nostro contributo anche nella fase progettuale» continua Cappellano. «In questi giorni stiamo lavorando alla realizzazione dello spot promozionale che sarà presentato il 26 febbraio a Roma. È una grande responsabilità, perché vogliamo raccontare una Reggio autentica, ricca di cultura e di bellezze uniche.»
Un patrimonio da valorizzare: mare, montagna, storia e archeologia
Tra le peculiarità su cui Reggio punta per distinguersi dalle altre finaliste, c’è la combinazione unica tra mare e montagna. Cappellano lo spiega con passione: «Uno dei punti di forza della città è la sua posizione. In meno di mezz’ora si passa dalle acque dello Stretto ai boschi dell’Aspromonte, una delle aree meno antropizzate d’Europa. Questo è un valore aggiunto incredibile, che poche altre città possono offrire. Abbiamo un potenziale turistico enorme, dobbiamo solo imparare a sfruttarlo meglio.»
Un altro aspetto fondamentale è il patrimonio archeologico. «Noi, come volontari della necropoli ellenistica, vediamo ogni giorno l’interesse dei visitatori. Chi decide di scendere sottoterra per ammirare i nostri siti storici è un turista consapevole, curioso, che ha già studiato la città prima di arrivare. Questo dimostra che Reggio ha una forte attrattiva culturale, dobbiamo solo valorizzarla al meglio». Il momento è favorevole, sottolinea ancora Cappellano: «Siamo in un’epoca d’oro per il turismo a Reggio» sottolinea Cappellano. «Abbiamo visto un incremento di visitatori, ma dobbiamo migliorare i servizi, risolvere le criticità urbane e trasformare questa occasione in un piano strutturato per il futuro».
Un’opportunità per tutta la Calabria
Ma la candidatura di Reggio non riguarda solo la città. Falcomatà lo ribadisce con forza: «Questa non è solo la candidatura di Reggio Calabria, è una candidatura del Mediterraneo. Ecco perché abbiamo coinvolto altre città calabresi, come Messina, Catanzaro, Cosenza, Crotone e Vibo Valentia. Deve essere una sfida collettiva, un orgoglio condiviso».
Continua Falcomatà: «È significativo che il sindaco di Cosenza abbia espresso il suo supporto alla nostra candidatura. Abbiamo visto cosa è successo con Brescia e Bergamo: città che, pur non avendo una forte vocazione turistica, hanno saputo trasformarsi radicalmente grazie al titolo di Capitale della Cultura. Per Reggio, questa può essere la chiave di volta per il rilancio turistico e culturale».
«Reggio è già capitale»
«Per troppo tempo Reggio è stata bloccata dagli individualismi e dai protagonismi. Ora abbiamo l’occasione di dimostrare che possiamo fare squadra, lavorare insieme, e dare alla città la visibilità e il prestigio che merita», ribadisce ancora il Sindaco che, a prescindere da quello che sarà il risultato finale afferma: «Reggio è già capitale. Non dobbiamo aspettare un riconoscimento ufficiale per dimostrarlo».
«Questa candidatura – conclude Falcomatà – è solo l’inizio di un percorso di rivoluzione gentile, che parte dal Sud ma che può diventare un modello per l’intero Paese. Ecco perché è una candidatura della città, ma è anche una candidatura del Mediterraneo, una candidatura delle città. Non a caso abbiamo coinvolto Messina, Catanzaro, Cosenza, Crotone e Vibo Valentia, perché deve essere uno sforzo e un orgoglio collettivo».
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