Bianca Balti, Cristiano Malgioglio e Nino Frassica al 75° Festival di Sanremo. Foto Getty.
Anche oggi iniziamo con una grande verità, in fondo siamo pagati per questo: la sigla testosteronica di quest’anno farebbe rabbrividire anche la più fetida curva di ultras. Pure quella composta dagli elettori di Casa Pound.
Tutta l’Italia, tutta l’Italia ieri sera pensava che saremmo andati a dormire a un orario decente visto che i cantanti in gara sarebbero stati la metà. E se il precario sistema scolastico italiano una cosa ci ha insegnato è a fare le divisioni.
Sanremo 2025, cronaca della seconda serata
Invece, a causa di una serie di markette di fiction Rai che si preannunciano avvincenti come una cartella esattoriale, abbiamo comunque sfiorato l’una del mattino. Ad allungare il brodo ha influito anche la presenza di numerosi bambini sul palco dell’Ariston, che all’improvviso ci siamo sentiti scorre il freddo addosso al pensiero che potesse essere tornato Mr. Rain con quella sua altalena da pederasta.
Carlo Conti, tronfio dei dati dell’auditel, ha continuato comunque la sua celerissima corsa verso l’ignoto. Mai uno strafalcione, né l’accenno di un tentennamento, figurarsi un po’ di umanità, conduzione che tra qualche anno sarà affidata a un’Intelligenza Artificiale che farà spendere molti meno soldi ai contribuenti.
Bianca Balti, Cristiano Malgioglio e Nino Frassica a Sanremo 2025
Bianca Balti, calva a causa di una malattia, accetta di affiancare Conti a patto che non la si associ al suo male. E lui per accontentarla l’accoglie sul palco con un “ecco la nostra guerriera” – perpetrando quella pericolosa analogia tra terminologia bellica e malattie gravi. Mentre a noi piace più pensarla come dispensatrice di un altro tipo di pillole.
E a proposito di pene. Cristiano Malgioglio è la quota queer di questa seconda serata del Festival di Sanremo 2025, uno che – a parte aver scritto qualche buon pezzo – non sa fare bene realmente nulla. Eppure o, forse sarebbe meglio dire, proprio per questo è in televisione da trent’anni, intento a capire quando usare la D o la T nella parola cantante. Questo esercizio linguistico lo fa da trent’anni abbigliato come Laty Gaga, per cui forse la sua presenza ci permette di ricordarci che ognuno deve avere la libertà di essere se stesso ed esprimersi come meglio crede. O crete. E forse, quando parliamo di tv di regime e conservatrice, non dobbiamo scordarci che questo qui sta tutti i venerdì sera conciato così su Rai Uno.
Nino Frassica invece è uno che delle parole ha fatto il suo mestiere, montandole e smontandole al punto tale da regalare esilaranti nonsense. È uno dei pochi comici italiani che potrebbe leggere per ore le sue liste di cose senza senso e continuare a farti ridere. E infatti Carlo Conti lo fa andare di fretta, che non sia mai questa serata possa risollevarsi un attimo dalla noia lavorista in cui l’ha fatta sprofondare.
Carlo Conti e Nino Frassica. Foto Getty.
Le canzoni della seconda serata: le pagelle
Come d’uopo, utilizzerei delle macrocategorie per fare prima e anche per il semplice fatto che di alcuni io non avrei niente di sensato da dire.
Il secondo ascolto ha giovato certamente a Elodie che ci ricorda che a lei l’Intelligenza artificiale può fare solo una pippa. Così come a Lucio Corsi, che ha una canzone dolce e malinconica cantata con quella faccia che emana tenerezza e povertà, come un personaggio di Charles Dickens.
Merita questa categoria anche Rose Villain che ti fa venire voglia di imparare la coreografia, appena uscito dalla doccia. E magari di fare pure l’elicottero sul ritornello.
Categoria: grazie ma no grazie
Francesca Michielin, nonstante la bella voce, dà sempre quell’impressione di una ragazzina scappata di casa. Così come Giorgia, la più bella voce italiana e bla bla bla, ma che ha un pezzo che nessuno si azzarderà a canticchiare mentre fa la spesa per quanto è complesso.
Così come presto sarà dimenticata la canzone di Willie Peyote che toccherà pure temi sociali, ma che dal 16 febbraio nessuno ascolterà più di sua spontanea volontà. Quella di Achille Lauro non è brutta, ma lui ci crede troppo e dopo un po’ che lo guardi ti fa passare il sentimento.
Infine in questa categoria dei non completamente convincenti c’è anche la canzone di Bresh che ormai mi sono convinto parli di alcolismo genitoriale visto che annovera la frase “una mamma che si scola”.
Categoria: per l’anima dei morti
Rocco Hunt deve smetterla coi luoghi comuni, Fedez con le lentine nere, Simone Cristicchi con le paraculate, Serena Brancale di sfornare pezzi per tiktok, Marcella Bella di fare la femminista dei baci Perugina, Rkomi di pronunciare chiuse tutte le vocali e i The Kolors di fare musica.
Sanremo 2025, classifica parziale: Top 5 della seconda serata
I cantanti della seconda serata più votati col televoto e dalla giuria della radio sono (in ordine sparso): Giorgia, Cristicchi, Fedez, Achille Lauro e Lucio Corsi.
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