Decreto flussi, click day stagionali per 77mila lavoratori del turismo e dell’agricoltura

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Dalle 9 di oggi, mercoledì 12 febbraio, scatta il click day per l’ingresso dei lavoratori stagionali nei comparti agricolo e turistico. Una corsa a ostacoli per le aziende che necessitano di manodopera e per i lavoratori extracomunitari che puntano a un impiego temporaneo in Italia.

Sul portale del ministero dell’Interno erano già state precompilate 61.432 domande, tutte relative a permessi regolati dal decreto Flussi. Chi è rimasto fuori dalla finestra attuale potrà riprovarci a luglio, quando verrà aperta una nuova sessione per la tornata del primo ottobre, dedicata alla stagione invernale. L’evento di oggi è il terzo del mese, dopo i click day del 5 e del 7 febbraio, riservati ad altre categorie di lavoratori subordinati. Solo pochi giorni fa, infatti, è stato il turno per colf e badanti.

Ripartizione dei 110mila ingressi previsti

Il piano per il 2025 mette sul piatto 110mila ingressi, spalmati in più fasi. Oggi si gioca il 70% delle carte disponibili, con 77mila posti che verranno assegnati ai più veloci nel far scattare la domanda. Gli altri 33mila saranno distribuiti nell’ultima chiamata di ottobre. La ripartizione si gioca su due fronti: 47mila posti per l’agricoltura e 37mila per il turismo, ma solo per i lavoratori di Paesi con cui l’Italia ha già stretto accordi.

Microcredito

per le aziende

 

Nel frattempo, 3.500 ingressi sono destinati a cittadini di Stati impegnati nella lotta al traffico di esseri umani, mentre 2mila vanno a lavoratori con permessi pluriennali. Altri 14mila posti attendono cittadini di Paesi che firmeranno nuovi patti con l’Italia nel corso dell’anno. E infine, una nota per chi resta ai margini: 50 posti per apolidi e rifugiati.

Domande non precompilate e nuove possibilità di accesso

Dal 13 febbraio parte anche la finestra per chi non ha precompilato la domanda. Nessun problema, c’è ancora tempo fino al 31 dicembre 2025 per tentare la sorte con lo “Sportello Unico Immigrazione”. Il portale accoglie richieste dalle 8.40, mentre l’invio ufficiale scatta alle 9.00, in quella che ormai è una corsa digitale al clic più rapido.

Il ministero ha già messo le mani avanti: aggiornare manualmente la pagina o aprire più sessioni dallo stesso dispositivo è il modo perfetto per farsi sbattere fuori dal sistema.

Numeri e suddivisione delle domande già inviate

Secondo i dati pubblicati il 4 febbraio, il click day per il lavoro stagionale ha visto 61.432 richieste su un totale di 164.787 istanze andate a buon fine. Gli altri numeri raccontano la corsa al posto fisso nel mondo del lavoro subordinato non stagionale, con 57.812 richieste tra edilizia e meccanica, e 44.809 per il settore dell’assistenza familiare e sociosanitaria, regolato da quote definite.

C’è poi il capitolo delle domande fuori quota: 734 tentativi di ottenere un ingresso nell’assistenza familiare e sociosanitaria, per cui il governo ha stanziato 10mila permessi extra. Insomma, abbiamo un mercato del lavoro ludopatico che continua a funzionare con logiche da lotteria digitale.

Mancano lavoratori nei campi: Coldiretti chiede interventi

Coldiretti lancia l’allarme: nei campi italiani mancano all’appello almeno 100mila lavoratori. Con oltre un terzo della forza lavoro già proveniente dall’estero, il settore agricolo continua a navigare tra ostacoli burocratici e carenze di personale. Il rischio è che frutta e ortaggi marciscano mentre le aziende arrancano. E come mai mancano in un paese colmo di disoccupazione?

Microcredito

per le aziende

 

L’associazione spinge per soluzioni rapide e concrete: eliminare la giungla di scartoffie, stroncare il caporalato e mettere finalmente in connessione reale chi offre lavoro e chi lo cerca. Forse sono suggerimenti fin troppo blandi per un concentrato di drasticità e vergognose scene che guardiamo con gli occhi bendati, come il Borgo Mezzanone in provincia di Foggia.

Le condizioni di lavoro per questi braccianti sono spesso disumane. Le giornate lavorative si estendono dalle 8 alle 12 ore, con una retribuzione giornaliera che varia tra i 20 e i 30 euro. In alcuni casi estremi, i lavoratori sono pagati a cottimo, ricevendo appena 3-4 euro per cassone da 375 chilogrammi raccolti, equivalenti a meno di 1 euro all’ora. Le donne subiscono ulteriori discriminazioni salariali, percependo circa il 20% in meno rispetto ai colleghi uomini. Praticamente si lavora gratis.

Ma supponiamo la più rosea e utopistica delle situazioni, cioè che sia tutto in regola. Secondo i dati del 2022 della Cgil, gli operai agricoli hanno percepito una retribuzione media annua di circa 8.793 euro per gli uomini e 7.265 euro per le donne, con una media di 114 giornate lavorate all’anno. Paghe veramente troppo basse, poche certezze e pochi giorni lavorativi per potersi catapultare in massa in questo settore.

Secondo il Rapporto Agromafie e Caporalato dell’Osservatorio Placido Rizzotto, circa 430.000 lavoratori agricoli sono esposti al rischio di ingaggio irregolare, con oltre 132.000 in condizioni di grave vulnerabilità sociale. Il tasso di irregolarità nel settore agricolo è stimato al 39%, generando un business illecito di 4,8 miliardi di euro e un’evasione contributiva di 1,8 miliardi di euro.

E in tutto questo trambusto, il click day è diventato un tiro alla fune tra chi cerca manodopera e una burocrazia che rallenta tutto. Secondo Coldiretti, il sistema ignora completamente il calendario delle coltivazioni, trasformando l’arrivo dei lavoratori in una roulette russa: se arrivano troppo tardi, il raccolto è già storia. Il tutto si complica con l’imprevedibilità climatica, che rende ogni pianificazione un esercizio di equilibrismo.





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