La Toscana approva la prima legge regionale sul fine vita

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La procedura sarà rapida e il costo a carico della Regione. La Corte costituzionale aveva riconosciuto in certe condizioni il diritto di scelta. In assenza di una norma nazionale, la proposta di legge dell’associazione Coscioni si è fatta strada nei consigli regionali. A Firenze la prima regolamentazione

Mentre il Parlamento è ancora fermo sul tema del fine vita, la Regione Toscana è stata la prima ad approvare, nel pomeriggio di martedì 11 febbraio, la legge di iniziativa popolare “Liberi subito” promossa dall’associazione Luca Coscioni e supportata da oltre 10 mila firme. La legge regionale sancisce finalmente una tempistica certa a chi chiede accesso alla morte volontaria a causa di malattie terminali. I tempi e le procedure, infatti, rappresentano elementi fondamentali affinché la facoltà riconosciuta dalla Corte costituzionale nel 2019 «sia efficacemente fruibile, accedendo a condizioni di malattia, sofferenza ed estrema urgenza».

L’iter del suicidio assistito

Per accedere al suicidio medicalmente assistito bisognerà presentare all’azienda sanitaria locale un’istanza per l’accertamento dei requisiti. L’Asl trasmetterà l’istanza alla Commissione e al Comitato per l’etica nella clinica. Una volta verificati i requisiti, la Commissione darà il suo via libera: la comunicazione dell’esito arriverà entro dieci giorni.

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In caso di esisto positivo, la persona interessata potrà chiedere alla Commissione di definire le modalità di attuazione del suicidio medicalmente assistito mediante la redazione di un protocollo. In mancanza di accordo sulle modalità, la richiesta non avrà seguito.

Entro sette giorni dalla comunicazione, l’azienda sanitaria assicurerà il supporto tecnico e farmacologico nonché l’assistenza sanitaria per la preparazione all’autosomministrazione del farmaco autorizzato. Nel testo, infine, si sancisce la gratuità del percorso terapeutico del suicidio medicalmente assistito, con gli oneri a carico del bilancio regionale.

Le reazioni

Il presidente del consiglio regionale Antonio Mazzeo, raggiunto da Domani, dice che «la Toscana oggi ha scritto una pagina di civiltà e diritti. Abbiamo approvato la legge di iniziativa popolare sul fine vita, promossa dall’Associazione Luca Coscioni, ribadendo il nostro impegno per la dignità e l’autodeterminazione delle persone». Per Mazzeo, con questa norma, «diamo attuazione alla sentenza della Corte costituzionale del 2019, garantendo a chi si trova in condizioni di sofferenza estrema la possibilità di scegliere consapevolmente, con tempi e procedure chiari e certi».

«Ora è tempo – conclude Mazzeo – che anche il Parlamento raccolga questo messaggio e approvi finalmente una legge nazionale, proprio come richiesto dalla Corte Costituzionale ormai da anni».

Il tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, Marco Cappato, dice a Domani: «Per noi è una grande soddisfazione, è una vittoria molto importante resa possibile dalla partecipazione popolare: questa è una legge che è stata firmata da oltre 10.000 cittadini. In un momento in cui la gente perde fiducia nella partecipazione democratica, l’ottimo lavoro del consiglio regionale ha dimostrato che c’è ancora uno spazio per interagire con le istituzioni». Cappato precisa che la legge toscana non crea un nuovo diritto «ma stabilisce tempi e modalità di attuazione di un diritto esistente. Personalmente non ho alcuna fiducia che questo parlamento possa approvare una buona legge nazionale».

Quello su cui punta l’associazione Coscioni ora «è che le altre regioni approvino regole che sono pienamente nella loro competenza: le regole di gestione del servizio sanitario regionale, perché risponda con sollecitudine alle domande delle persone che soffrono, per essere aiutate a morire».

La svolta della regione Toscana rappresenta infatti una grande novità rispetto all’impasse che vige al momento sul resto d’Italia. Secondo la mappatura dell’Associazione Luca Coscioni, la proposta di legge “Liberi subito” è stata rinviata in commissione in cinque regioni (Friuli Venezia Giulia, Piemonte, Veneto, Emilia Romagna e Lombardia) e depositata in attesa di inizio iter in altre cinque (Valle D’Aosta, Lazio, Campania, Sardegna e Abruzzo). In Calabria, Puglia e Marche sono state presentate proposte simili, mentre in Umbria e in Basilicata era stata depositata “Liberi subito” ma l’iter si è interrotto con il cambio di legislatura. In Trentino, Molise e Sicilia la proposta di legge non è ancora stata depositata mentre in Liguria è stata depositata a fine gennaio.

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