Delega riforma TUF, ok Senato a proroga. Opposizioni critiche per inazione e allargamento – Economia e Finanza

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(Teleborsa) – Il Senato ha approvato in prima lettura il ddl di delega al governo che proroga di ulteriori 12 mesi (portandoli a 24) il termine entro cui emanare i decreti legislativi sul mercato dei capitali previsti dalla legge delega approvata nel marzo del 2024. I voti favorevoli sono stati 82, quelli contrari 52, mentre non c’è stato nessun astenuto.

Scendendo nei dettagli, si tratta della delega al Governo per la riforma organica e il riordino del sistema sanzionatorio e di tutte le procedure sanzionatorie recati dal testo unico di cui al decreto legislativo n. 58 del 1998 (Testo unico delle disposizioni in materia di intermediazione finanziaria), nonché ulteriori disposizioni in materia finanziaria. Il testo, alla luce delle corpose modifiche introdotte, si compone di 5 articoli. La Commissione ha ampliato la delega includendo adeguamenti ai regolamenti UE sui bonifici istantanei, garantendo tutele contro i rischi di truffe, il rafforzamento dell’albo dei consulenti finanziari e la tutela della specificità del sistema bancario italiano. La maggioranza ha scelto di rimandare il confronto con gli operatori alla fase attuativa.

“Tale legge reca importanti disposizioni per l’ammodernamento dell’ordinamento giuridico dei mercati dei capitali, con obiettivi di semplificazione, sostegno alle imprese più dinamiche e innovazioni normative in materia di governo societario al fine di tutelare maggiormente il risparmio – ha detto il relatore Massimo Garavaglia (Lega) – La delega in materia di TUF costituisce quindi un tassello essenziale della riforma dell’economia. Essa giunge a più di trenta anni dall’adozione del Testo unico che ormai mostra la necessità di riorganizzare l’intera materia, tenuto conto anche delle enormi trasformazioni dell’industria dagli anni Novanta del secolo scorso ad oggi per quanto riguarda i soggetti operanti, gli strumenti e i prodotti finanziari, i luoghi e i sistemi di scambio, il ruolo e il perimetro dell’autorità di vigilanza”.

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“Da un punto di vista politico-procedurale – ha detto Garavaglia in un altro passaggio – la maggioranza ha poi voluto rinviare alla successiva fase dell’esame delle norme delegate il confronto con i soggetti interessati, gli operatori e le associazioni di categoria, che invece l’opposizione avrebbe voluto condurre in queste settimane. Si tratta tuttavia di centrare l’obiettivo comune di prorogare il termine di esercizio della delega prima della sua scadenza nel mese di marzo”.

Il ddl contiene anche una nuova delega al governo riguardante la revisione del sistema sanzionatorio in materia che, a giudizio delle opposizioni, non indica con precisione i criteri di delega, motivo per cui le opposizioni hanno votato contro.

“Questo provvedimento non rappresenta soltanto una questione tecnica, ma segnala un aspetto politico: non sono bastati tutti questi mesi per dare piena attuazione a quanto previsto nella legge delega di un anno fa – ha detto il senatore Alberto Losacco (PD) – Una legge che nasceva per dare una cornice normativa agli indirizzi e alle linee tracciate con il libro verde del 2022, per consentire al nostro tessuto produttivo di aumentare la propria competitività”. “Stupisce che a distanza di un anno, su una delega dalla così alta dimensione strategica per la crescita, la competitività e la modernizzazione economica, il Governo venga a chiedere ulteriore tempo, quasi a ricordare che la politica economica non è il core business di questo Esecutivo – ha aggiunto – Parimenti, con il provvedimento vengono allargate le maglie della delega, aggiungendo la riforma organica e il riordino del sistema sanzionatorio del TUF. È una materia delicata e complessa, che non può essere affidata in toto all’Esecutivo, tra l’altro su un perimetro e con obiettivi, come quelli definiti nel testo, troppo larghi e aleatori”.

“Se già non c’era piaciuta la delega in bianco scritta nel 2024, ancora meno ci poteva piacere la delega che veniva chiesta per un ulteriore anno, più un anno e mezzo per i decreti attuativi, prevista nel testo in esame, a maggior ragione perché, oltre alla delega sulla materia specifica, c’era anche quella sulle sanzioni – ha detto Dafne Musolino (Italia Viva) – Non siamo stati in grado di lavorare per un anno e ci prendiamo un altro anno per fare anche qualcosa di più su una materia particolarmente complessa, sia nella disciplina fisiologica, sia – e maggiormente – quando si parla di riordino del sistema sanzionatorio”.

“Una delega che prevede troppi spazi, in contrasto con il principio secondo il quale la delega legislativa deve contenere oggetti definiti ed omogenei e indicare principi e criteri direttivi chiari e precisi per gli azionisti, per le persone e per i risparmiatori – ha dichiarato Tino Magni (Misto-AVS) – In mancanza di questi elementi e nell’indeterminatezza lasciata all’arbitrio del Governo, si incorre nel rischio che possano intervenire lobby o gruppi organizzati che tutelino interessi per nulla coerenti con la tutela dell’interesse generale. Sarebbe stato opportuno, in questo senso, prevedere una consultazione pubblica sulla bozza del decreto legislativo, al fine di prevenire al massimo scelte troppo condizionate da interessi particolari”.

“Probabilmente si è errato nel fatto di essere convinti di potercela fare in dodici mesi – ha ammesso Giorgio Salvitti (Cd’I-UDC-NM) – Nell’operatività che comunque viene data al lavoro del Governo è bene, a mio avviso, dare la possibilità di scrivere norme più corrette e più giuste a sostegno di quella che è l’attività finanziaria sul nostro territorio soprattutto per quanto riguarda le attività di capitali per l’accrescimento della rete economica reale del nostro Paese”.

Mario Turco (M5S) ha parlato di “una corsa contro il tempo che riteniamo ingiustificata, considerato il tempo che lo stesso Governo ha già perso. Oltre un anno senza approvare alcun decreto attuativo previsto dalla precedente legge delega e adesso si rinvia di altri due anni l’attuazione del provvedimento in esame: un vero e proprio gioco al raddoppio. Il tempo perso e quello che si perderà dimostrano ancora una volta la totale incapacità del Governo e della maggioranza a fornire risposte soprattutto ad una crisi del mercato immobiliare che è troppo evidente; eppure dalla maggioranza abbiamo sentito poco tempo fa che la Borsa è cresciuta e che ha distribuito dividendi. Si nasconde che la Borsa nel frattempo ha perso tante imprese che sono andate via, su altri mercati. Il Governo anche su questo tema brancola nel buio”.

“Io penso e spero nel lavoro serio che il Governo sta facendo attraverso la Commissione, attraverso le future audizioni in cui sentiremo tutti gli stakeholder e le parti importanti per riformare il testo unico delle disposizioni in materia di intermediazione finanziaria (TUF), che non si riforma ogni tre anni – ha detto Fausto Orsomarso (Fratelli d’Italia)Speriamo sia una riforma epocale, che però va adeguata sempre ai tempi, pensando anche al fintech e a quant’altro. Questo è lo spirito con cui credo il Governo abbia fatto un lavoro serio; penso anche che da alcuni toni dei colleghi della minoranza ci sia lo spazio per non essere disuniti su questo, per sottolineare il valore di questa Italia”.

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