dall’Inter alla lotta con i debiti

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L’impero di Suning Holding Group sta veramente per tramontare? Sembrerebbe di sì. Almeno a giudicare dalla comunicazione effettuata dal National Enterprise Bankruptcy Reorganization Case Information Network, l’ente cinese che si occupa di bancarotta e riorganizzazioni aziendali, secondo cui la Corte Centrale di Nanchino ha accolto la richiesta di riorganizzazione fallimentare da parte di tre holding di proprietà di Zhang Jindong, ex proprietario dell’Inter.

Suning Appliance Group, Suning Holdings Group e Suning Real Estate Group sono infatti crollate e hanno dichiarato bancarotta. Le prime due controllavano rispettivamente l’1,4% e il 2,75% di Suning.com, uno dei core business della galassia della famiglia Zhang, la società che gestisce principalmente negozi al dettaglio in franchising di elettrodomestici presenti in tutta la Cina. Suning Holdings Group, invece, è il contenitore usato dal gruppo cinese per entrare nel mondo del calcio e, tra gli altri affari, controllare i nerazzurri.

Insomma, le ultime voci confermano la crisi nera che sta affrontando il colosso creato da Zhang senior (patrimonio stimato da Forbes in 7,4 miliardi di dollari nel 2021), alle prese con un cocktail letale formato dal rallentamento dell’economia cinese (meno consumi, meno cittadini disposti a spendere), da investimenti forse troppo azzardati (nel mondo del calcio) e da alcuni recenti diktat del Partito Comunista Cinese (che da tempo non sembra più interessato a puntare sul pallone).

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L’sos di Suning

Suning controlla circa 1.700 negozi fisici distribuiti tra i suoi diversi marchi, tra cui la citata Suning.com (responsabile dell’elettronica di consumo e beni di largo consumo) e altri punti vendita. Suning Holdings Group comprende anche svariate altre società attive in differenti settori economici, quali lo sport, il real estate, i servizi finanziari e la logistica.

Parlando di investimenti azzardati, nel 2020 un investimento da 20 miliardi di yuan in Evergrande – il gigante immobiliare cinese finito in bancarotta – è diventato irrecuperabile, portando a un continuo deterioramento finanziario, aggravato da altre operazioni poco fortunate in Carrefour (supermercati) e Wanda (conglomerato cinese che opera nei settori alberghiero, della vendita al dettaglio, immobiliare, turistico e culturale).

Risultato: alla fine del 2023, diverse società collegate a Suning hanno alzato bandiera bianca. Gli Zhang sono usciti in fretta e furia dal mondo del calcio, hanno chiuso diversi negozi e potenziato l’e-commerce e il settore della logistica. L’azienda si è parzialmente ristabilizzata, ma la strada appare ancora in salita.

Zhang Jindong

Le radici del declino

La pandemia di Covid-19 è stata la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso. Le entrate di Suning nel 2020 sono scese del 10% a causa del crollo delle vendite nei negozi fisici, mentre nella Borsa di Shenzhen le azioni di Suning.com hanno toccato i minimi dal 2014.

Qualche anno fa, due veicoli di investimento statali cinesi di Shenzhen, Shenzhen International Holding e Shenzhen Kunpeng Equity Investment Management, avevano offerto circa 2,3 miliardi di dollari per tentare il salvataggio, ma questa somma è stata considerata insufficiente per mettere in sicurezza l’intero gruppo. A quanto pare sarebbero serviti molti più soldi per coprire i 2,45 miliardi di dollari di debiti di Suning.com, a cui si dovevano aggiungere i 30,7 miliardi accumulati dall’intero gruppo.

Ok l’emergenza sanitaria, i lunghi lockdown e il rallentamento dell’economia cinese, ma le principali ragioni della crisi di Suning sono altre. La numero uno: il gruppo ha speso troppo per fare acquisti ingenti in un momento delicato, ossia mentre la holding stava perdendo terreno in patria. La numero due: Suning ha usato la vendita dei suoi asset per rafforzare i profitti. Detto altrimenti, i compratori dei vari rami di Suning pare fossero spesso affiliate non quotate della stessa Suning (o gli Zhang in persona). E l’Inter? Avrebbe dovuto, nelle intenzioni iniziali degli Zhang, portare il brand Suning in Occidente e, da lì, in tutto il mondo, a suon di coppe. L’epilogo, tuttavia, è stato molto diverso.

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