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Alla vigilia della decisione del Consiglio di Stato, un manifesto ambientalista contro l’abbattimento di 469 cervi in Abruzzo #finsubito prestito immediato – richiedi informazioni –


Alla vigilia della decisione del Consiglio di Stato sull’abbattimento di 469 cervi in Abruzzo, un folto gruppo di associazioni ambientaliste e animaliste, tra cui anche l’Ente Nazionale Protezione animali, ha sottoscritto un manifesto per opporsi con fermezza al provvedimento. La delibera regionale che autorizza la “caccia al cervo” ha suscitato forti reazioni tra i difensori della fauna e del patrimonio naturale abruzzese, che denunciano la minaccia a un modello di gestione sostenibile e di conservazione ambientale consolidato sin dagli anni ’70.

La salvaguardia dei cervi e il “modello Abruzzo” a rischio

Le associazioni firmatarie del manifesto – tra cui Enpa, WWF e LIPU – vedono nell’abbattimento dei cervi una rinuncia al modello virtuoso di tutela ambientale costruito in Abruzzo nel corso dei decenni. “Dire ‘sì’ all’abbattimento di 469 cervi significa rinnegare un sistema che ha salvato dall’estinzione specie come l’orso bruno marsicano, il camoscio d’Abruzzo e i lupi, trasformando questa regione in un simbolo di biodiversità in Italia e nel mondo,” recita il manifesto. I firmatari ricordano che proprio in Abruzzo, negli anni ’70, è nato il moderno sistema dei parchi, un modello di conservazione che ha portato alla reintroduzione del cervo e al rilancio del Parco Nazionale d’Abruzzo, ora conosciuto a livello internazionale.

Una tradizione di battaglie per la natura

Nel manifesto, le associazioni citano una lunga tradizione di battaglie ambientali combattute e vinte grazie al sostegno della popolazione, dalle opposizioni al terzo traforo del Gran Sasso fino alla piattaforma petrolifera Ombrina Mare. “Gli abruzzesi hanno saputo difendere il proprio territorio, opponendosi a scempi ambientali come la raffineria della Sangro chimica, il Centro oli di Ortona e il progetto Ombrina mare. E lo hanno fatto contrapponendo a queste logiche di sfruttamento un modello di sviluppo sostenibile, basato sulla tutela delle risorse naturali e sulla partecipazione attiva dei cittadini,” affermano le associazioni.

Il manifesto: “L’Abruzzo deve restare la ‘regione verde d’Europa’”

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Il manifesto critica aspramente la decisione della Giunta Marsilio di aprire la caccia ai cervi, definendola “un’offesa al patrimonio naturale e culturale abruzzese.” I firmatari insistono sul valore identitario della fauna selvatica per la regione: “La fauna abruzzese non è mai stata considerata un problema, ma un patrimonio di cui andare fieri, un elemento identitario e una risorsa turistica.” Essi sostengono che autorizzare l’uccisione di quasi 500 cervi non è giustificabile né come misura di sicurezza, né come intervento per ridurre danni all’agricoltura, ma risponderebbe unicamente a interessi venatori.

La difesa dell’ambiente sancita dalla Costituzione

I promotori del manifesto si appellano alla Costituzione italiana, recentemente modificata per includere la tutela dell’ambiente tra i principi fondamentali. “Oggi la nostra Costituzione rafforza il nostro impegno a favore della natura, stabilendo all’articolo 9 che ‘La Repubblica (…) tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni,’” ricordano i firmatari, che vedono in questa battaglia l’ennesima conferma del legame profondo tra gli abruzzesi e il loro territorio.

I firmatari del manifesto

Il manifesto è stato firmato da Francesca Alimonti – Animalisti italiani L’Aquila , Stefano Allavena – coordinatore Lipu per l’Abruzzo e il Molise, Laura Asti – delegata ProNatura Abruzzo, Andrea Brutti – ufficio fauna selvatica Enpa, Paola Canonico – presidente Lndc animal protection, sezione di Pescara, Rita Capranica – responsabile Lav Pescara, Giovanni Maurizio Ceré – presidente Italicum guardie ambientali, Silvia Cianfrini – presidente coordinamento associazioni volontari abruzzesi, animali e ambiente, Luciana Del Grande – presidente Rifiuti zero Abruzzo , Nicoletta Di Francesco – presidente Wwf Chieti-Pescara Odv, Adriano Di Michele – presidente Wwf Teramo Odv, Luciano Di Tizio – presidente Wwf Italia, Catia Durante – presidente LidaA sezione di Teramo, Gaetano Ercole – presidente regionale Abruzzo guardie ambientali d’Italia Odv, Alma Ferrazza – Ppesidente Lndc animal protection, sezione di Francavilla al Mare, Vincenzo Giusti – Italia nostra sezione L’Aquila, Osvaldo Locasciulli, biologo, Brenda Marsilii – presidente Tutela animali invisibili, Stefano Orlandini – presidente Salviamo l’orso Odv, Ines Palena – presidente Wwf Zona frentana e Costa teatina Odv, Matteo Perazzini – presidente Wwf Abruzzo montano, Bruno Petriccione – presidente Appennino ecosistema, Filomena Ricci – delegata Wwf Italia per l’Abruzzo, Valeria Santacroce – presidente Lndc animal protection, sezione di Teramo, Herbert Simone – Ppesidente Iaap-Wwf, Francesco Sulpizio – presidente Cai Abruzzo, Elio Torlontano – console coordinatore del Ccub di territorio di Pescara del Touring club italiano, Pierluigi Vinciguerra – presidente Italia nostra regionale Aps.

Il Consiglio di Stato è ora chiamato a pronunciarsi sulla sospensione del provvedimento regionale, una decisione attesa per il 7 novembre e che potrebbe rappresentare un punto di svolta nella difesa di un patrimonio naturale inestimabile e nella preservazione di un modello culturale che ha reso l’Abruzzo la “regione verde d’Europa.”





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