Gli agenti avevano fermato un 18enne tunisino senza patente al volante di un Suv e un boss di zona, connazionale, intervenuto per difenderlo. I due hanno chiamato altri 15 ragazzi
«Lasciatelo andare, non ha fatto niente: non aveva solo la patente». E mentre lo dice a brutto muso ai due poliziotti che avevano fermato un 18enne tunisino, il boss della piazza del Quarticciolo afferra per un braccio il ragazzo come a trascinarlo dalla parte sua. Allo stesso tempo, vista la resistenza degli agenti, in arabo richiama un gruppo di giovani connazionali per dargli manforte. Una scena da film, del tutto vera, nel quartiere simbolo dello spaccio di droga.
Il «metodo Caivano»
Qui infatti si è concentrata anche l’attenzione del governo intenzionato a far applicare a breve al Quarticciolo il «metodo Caivano» per contrastare la delinquenza giovanile e il degrado, nonostante le proteste di alcuni residenti contrari all’iniziativa. Ma per la seconda volta in poche settimane i poliziotti sono stati accerchiate dalle gang di pusher e vedette che presidiano il territorio. In questa occasione un agente è stato costretto a estrarre dalla fondina la pistola d’ordinanza per allontanare alcuni facinorosi, una quindicina almeno, e consentire ai colleghi di portare in commissariato il boss 21enne, anche lui tunisino, e il 18enne sorpreso senza patente al volante di un suv Volkswagen T-Roc noleggiato: il primo alla fine degli accertamenti è stato arrestato per resistenza a pubblico ufficiale, mentre il secondo è stato denunciato e quindi rilasciato.
Le passeggiate per la legalità di don Coluccia
Ma rimane la preoccupazione per il clima che si respira al Quarticciolo dove, nonostante la mobilitazione della società civile, e anche le passeggiate per la legalità anche del parroco antidroga, don Antonio Coluccia, più volte minacciato dai pusher insieme con la sua scorta, la situazione rimane più o meno la stessa. Gli agenti del commissariato Prenestino, insieme con i colleghi dell’autoradio dell’ufficio di Porta Maggiore, hanno intimato l’alt al suv in via Ostuni – anche questa piazza di spaccio storica del quartiere, teatro in diverse occasioni di operazioni antidroga anche negli ultimi tempi-, ma il 18enne alla guida non si è fermato ed è stato inseguito per qualche centinaio di metri. In piazza del Quarticciolo però il giovane ha deciso di accostare per farsi identificare e così i poliziotti hanno scoperto che non solo non aveva mai avuto la patente di guida ma nemmeno il permesso di soggiorno.
La vettura a noleggio
I successivi accertamenti hanno anche consentito di stabilire che la vettura proveniva da una società di noleggio, ora sotto indagine perché i titolari hanno affidato la T-Roc a una persona che non poteva guidarla e soprattutto non è chiaro a che titolo e con quali garanzie. Uno scenario già visto molte volte negli ultimi anni, anche in regolamenti di conti di malavita e in blitz contro lo spaccio di stupefacenti, perché i veicoli a noleggio (usati ad esempio anche dai truffatori di anziani con il trucco del falso avvocato e del falso carabiniere), consentono agli occupanti di non essere identificati a meno di non incappare in un posto di blocco.
Potrebbe essere questa la situazione scoperta dai poliziotti che in un attimo si sono ritrovati accerchiati e minacciati su richiesta del boss a sua volta avvertito, sempre in arabo, dal 18enne fermato. Si indaga ora per identificare il resto del gruppo di giovani – insieme con il noleggiatore della Volkswagen e l’eventuale intestatario della locazione -, che ha circondato i poliziotti tenendo le mani in tasca, forse nascondendo armi da fuoco e coltelli. «Fateci vedere le mani!», gli hanno intimato gli agenti. Attimi di tensione, spezzati da uno dei poliziotti che ha tirato fuori la pistola.
L’allarme dei sindacati
«Quanto accaduto al Quarticciolo è l’ennesima dimostrazione di
come stia diventando sempre più difficile per le forze dell’ordine svolgere il proprio lavoro in sicurezza. Ormai questi episodi, in cui gruppi di delinquenti accerchiano le volanti per impedire gli arresti e favorire la fuga di spacciatori, si stanno normalizzando. E questo è inaccettabile: se non si interviene con sanzioni esemplari e una risposta ferma dello Stato assisteremo a una pericolosa escalation di violenza, dove a rimetterci saranno i cittadini onesti e il popolo delle divise».
Così Domenico Pianese, segretario generale del sindacato di polizia Coisp per il quale «solo con la rapida approvazione del Ddl sicurezza sarà possibile punire severamente chi aggredisce un poliziotto. Siamo di fronte – aggiunge – ad un atteggiamento criminale che non può più essere tollerato. Lo Stato deve dimostrare di essere più forte della violenza e del degrado, restituendo dignità e sicurezza ai quartieri che oggi sono ostaggio della criminalità».
«Ancora una volta, invece di sostenere le forze dell’ordine, alcuni cittadini si
sono resi complici della criminalità, minando il rispetto per chi ogni giorno
rischia la vita per garantire la sicurezza pubblica», sottolinea Antonio Nicolosi, segretario generale dell’associazione sindacale carabinieri
Unarma che «denuncia con fermezza quanto accaduto domenica pomeriggio al Quarticciolo ed esprime piena solidarietà ai poliziotti. Chiediamo un intervento deciso delle istituzioni affinché episodi del genere non si ripetano. È fondamentale il supporto della cittadinanza per contrastare il degrado e difendere la legalità».
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