tra loro ​anche i boss di Cosa Nostra scarcerati. «Clan riorganizzati con summit su chat criptate»

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Pm, ‘Cosa nostra sempre fedele alle sue origini’

«L’aggiornato affresco di una Cosa nostra che, sempre fedele alle sue origini, va rimarcando, grazie al graduale recupero dell’efficienza e della ricchezza, le prerogative criminali che l’hanno da sempre contraddistinta, compresa la capacità di garantire tanto i collegamenti informativi tra le varie articolazioni territoriali quanto le durature latitanze ai suoi affiliati, depone, già in termini generali, per l’urgente necessità di procedere al fermo congiunto degli indagati dei procedimenti». Così i pm della Dda spiegano del provvedimento di fermo che ha portato in carcere decine di persone.

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Summit dei boss nella chat criptata

Per le riunioni dei boss mafiosi, per i summit, le nuove leve, Cosa nostra 3.0, usano le nuove tecnologie e i criptofonini. E’ quanto emerge dalla maxioperazione antimafia che all’alba di oggi ha portato in carcere oltre 180 persone. Si tratta di smartphone con l’uso della crittografia per proteggere i vari sistemi di comunicazione. I particolari verranno resi noti nel corso di una conferenza stampa che si terrà alle 10 alla caserma dei carabinieri di Palermo alla presenza del Procuratore nazionale antimafia Gianni Melillo e del Procuratore Maurizio de Lucia.

Maxioperazione Palermo, arrestati anche boss scarcerati

Tra le oltre 180 persone arrestate all’alba di oggi dai Carabinieri di Palermo ci sono anche boss e fedelissimi di Cosa nostra scarcerati qualche tempo fa, perché hanno finito di scontare la loro pena. Sono tornati in città per riprendere in mano le redini e occuparsi ancora di estorsioni, traffico di droga.

Operazione anticamorra della Polizia di Stato nel Napoletano

 Operazione anticamorra della Polizia di Stato nel Napoletano: dalle prime ore della notte è in corso una vasta operazione nei comuni di Frattamaggiore, Frattaminore e zone limitrofe. Gli agenti stanno notificando una ordinanza di custodia cautelare in carcere – emessa dal Tribunale di Napoli, su richiesta della locale Procura Distrettuale Antimafia – nei confronti di diversi soggetti gravemente indiziati, a vario titolo, di associazione a delinquere di tipo mafioso, rapina, estorsione tentata e consumata, detenzione e porto abusivo di armi da fuoco clandestine e provento di furto, ricettazione delle stesse, associazione per delinquere finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti, tutti aggravati dalla circostanza di essere stati commessi con la finalità di agevolare l’associazione di tipo mafioso. 

I mandamenti coinvolti

I principali mandamenti coinvolti nell’indagine sono quelli di Santa Maria di Gesù, Porta Nuova, San Lorenzo, Bagheria, Terrasini , Pagliarelli e Carini.

I particolari dell’operazione saranno illustrati nel corso di una conferenza stampa che si terrà, alle 10, al Comando provinciale dei carabinieri di Palermo, in piazza Verdi. Oltre ai 181 arresti sono state notificate due misure di presentazione alla polizia giudiziaria. Nell’operazione sono complessivamente impegnati – con la copertura aerea di un elicottero del 9° Elinucleo di Palermo – 1.200 Carabinieri dei comandi provinciali della Sicilia, del Reparto Anticrimine del ROS di Palermo, con il supporto dei «baschi rossi» dello Squadrone Eliportato Cacciatori di Sicilia, del 12° Reggimento «Sicilia», del 14° Battaglione «Calabria» e altre componenti specializzate dell’Arma. Gli arrestati sono accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere di tipo mafioso, tentato omicidio, estorsioni, consumate o tentate, aggravate dal metodo mafioso, associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, favoreggiamento personale, reati in materia di armi, contro il patrimonio, la persona, esercizio abusivo del gioco d’azzardo. 

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Maxi blitz antimafia a Palermo, centinaia di arresti

Nel corso di una maxi-operazione della Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo sono stati disposti i fermi e gli arresti di 181 persone, tra boss, «colonnelli», uomini d’onore, ed estortori di diversi «mandamenti» del capoluogo siciliano e della provincia. L’inchiesta, condotta dai carabinieri e coordinata dal procuratore Maurizio de Lucia e dalla procuratrice aggiunta Marzia Sabella, ha svelato l’organigramma delle principali famiglie, gli affari dei clan e l’ennesimo tentativo di Cosa nostra di ricostituire la Cupola provinciale e di reagire alla dura repressione che negli ultimi anni ha portato in cella migliaia di persone.





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