Il 31 dicembre 2024 è scaduta la prima rata dei 14 pagamenti che Grim, il gestore del servizio idrico a cui hanno aderito quasi tutti i Comuni molisani, deve al ‘grossista’ Molise Acque. Il primo si è impegnato a rateizzare un debito pregresso da quasi 13 milioni di euro (per l’esattezza 12.787.938 euro) e le due società hanno deciso, con accordo dell’8 gennaio scorso, di estinguerlo entro il 30 giugno 2026.
Ma della prima tranche da 3.095.995 euro che doveva trovarsi già nelle casse dell’azienda speciale di via De Pretis ad oggi non c’è traccia. E la cosa ha fatto infuriare il presidente Stefano Sabatini che minaccia le dimissioni “perché – dice – non voglio esserci quando i molisani non avranno più acqua”.
La possibilità che per questo maxi debito vengano chiusi i rubinetti non è remota: senza soldi Molise Acque non può pagare le bollette energetiche per far funzionare le pompe di sollevamento che portano acqua nelle case dei molisani. Parliamo di un’azienda “tecnicamente già fallita”, come disse mesi fa il governatore Francesco Roberti e dalle parole del suo presidente sembra proprio che solo questo piano di rientro possa salvarla.
A leggere l’accordo sottoscritto tra i due, con la mediazione dell’avvocato Massimo Sabusco, consigliere regionale delegato al Servizio idrico integrato, c’è una clausola al punto 5 che sembra ‘scagionare’ la società consortile di via Tiberio retta dal ragioniere Massimo Saluppo.
Citiamo testualmente: la Grim e Molise Acque pattuiscono espressamente che il mancato pagamento entro la data di scadenza e/o con un ritardo superiore ai 60 giorni nel pagamento anche di una delle rate sopra riportate in tabella 1 determinerà la risoluzione di pieno diritto dell’accordo transattivo con conseguente immediata decadenza di Grim dal beneficio del termine e con la facoltà dell’azienda speciale Molise Acque di agire immediatamente per il recupero dell’intera somma vantata, oltre interessi di mora e spese, trattenendo al contempo, a titolo di mero acconto, tutte le somme nel frattempo già incassate in quanto versate dalla Grim.
“Quel ritardo superiore ai 60 giorni inserito nella clausola permette a Grim di posticipare di un paio di mesi il pagamento delle rate di scadenza, quindi il primo pagamento potrebbe essere dovuto entro la fine di febbraio senza che questo rendi nullo l’accordo tra le parti”.
A spiegare la postilla è l’avvocato Sabusco che a Primonumero illustra anche la ratio: Grim sta cercando di andare a regime coi pagamenti delle fatture arretrate, ha a sua volta problemi di liquidità che potrà certamente superare man mano che i cittadini salderanno le bollette. Questo le consentirà di rispettare il programma dei pagamenti”.
Ma per Sabatini (avvocato anche lui) quella postilla significa ben altro: “Vuol dire che scaduti i 60 giorni di tempo scatta la clausola risolutiva del contratto, ma ad oggi Grim è già inadempiente con Molise Acque e in questa situazione la legge mi vieta di firmare un accordo definitivo con loro e rinunciare alle azioni legali. Non voglio certo finire davanti alla Corte dei Conti”.
Insomma, la partita si è complicata parecchio e oggi anche Molise Acque ammette che la crisi idrica degli ultimi mesi è pesantemente condizionata dalla crisi finanziaria (oltre, naturalmente, dalla crisi climatica e dalle precipitazioni nevose scarse). A quanto riferisce Sabatini “Grim si è impegnata sapendo di non avere i soldi per cominciare a pagare le 14 rate” e in attesa di fare cassa con le bollette arretrate “vorrebbe chiedere un prestito in banca”. Ma senza accordo la concessione salta, e pure la rinuncia alle azioni legali che Molise Acque ha avviato e potrebbe ancora avviare verso di loro. Col risultato che i mesi di trattativa per arrivare a questo accordo di rateizzazione il mese scorso sta andando a farsi benedire.
“L’acqua è un servizio pubblico essenziale, ma se l’azienda non funziona si corrono rischi grossi, la paralisi di Molise Acque potrebbe avere conseguenze gravissime per gli utenti, io sto cercando di spiegarlo alla Regione, le soluzioni le avrei, ma se non sono adatto posso farmi da parte e, anzi, sono disposto a mettere la mia esperienza al servizio di chi verrà dopo di me. Le condizioni ad oggi non ci sono perché questa inadempienza di Grim ci ha già messo in difficoltà col fornitore di energia elettrica che ci ha fatto una ingiunzione di pagamento. In più non abbiamo personale a sufficienza e non possiamo neppure passare da part time a full time quelli che ci sono. La situazione è ingestibile e sono pronto a farmi da parte”.
Ma Grim non è l’unico a dovere ancora soldi a Molise Acque: anche la Regione Molise trattiene da anni i 4,7 milioni di euro anticipati da Molise Acque per la ristrutturazione dell’acquedotto Molisano destro. Nella premessa dell’accordo c’è chiaramente scritto che la somma (già vincolata in Bilancio) sarà corrisposta entro il 31 marzo 2025 “previo svolgimento della relativa istruttoria da parte del Servizio regionale competente”.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link