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«Salviamo il verde che resta» e «Il creato va salvato»: con queste scritte su striscioni e cartelli un gruppo di residenti del quartiere di San Francesco a Vicenza ha manifestato lo scorso 6 settembre contro la costruzione di un nuovo asilo nido da 120 posti finanziato dal Pnrr, in una delle ultime aree verdi del quartiere, accanto allo storico nido già esistente, inaugurato nel 1978, che ne conta circa la metà. È stata anche avviata una petizione con 967 firme raccolte e consegnate in Comune, quasi la metà degli abitanti del quartiere.
Può sembrare paradossale che si scenda in piazza contro un nuovo servizio educativo per i bambini del quartiere, eppure le persone che si stanno spendendo per questa battaglia hanno le idee chiare: «Noi non siamo contro il progetto in sé ma siamo contro l’abuso del territorio – spiega Floriana Fiorese, una delle residenti che animano il comitato –. Vogliamo bloccare l’ennesima costruzione che andrebbe a togliere l’ultima area verde che abbiamo in quartiere».
Una protesta che ricorda, in scala minore, quella che a Bologna ha avuto nei mesi scorsi per protagonisti comitati e associazioni ambientaliste contrari alla ricostruzione delle scuole Besta nel parco Don Bosco, vertenza conclusasi a fine luglio con la marcia indietro del sindaco Lepore.
Un quartiere assediato da traffico e cemento
Il quartiere di San Francesco è cresciuto velocemente, come tanti altri, negli anni Sessanta, stretto tra due strade ad alto scorrimento – via Quadri e viale Trieste – e la ferrovia che collega Vicenza e Schio. Un quartiere già provato tra anni Novanta e primi Duemila dalla costruzione del “Parco città”, un centro commerciale e residenziale dal forte impatto, e ancora in parte incompiuto. Vie strette tra le palazzine, pochi parcheggi: una situazione che verrebbe esacerbata dall’arrivo di nuovo traffico attirato dall’asilo.
L’area verde scelta per costruirlo «è usata dai bambini delle scuole come sfogo ricreativo, e anche per entrare e uscire dalle scuole in sicurezza visto il traffico sostenuto – spiega Fiorese –. È un’area protetta e polifunzionale, serve a respirare e a socializzare a più persone, adulti, ragazzi e a chi vuole stare tranquillo». Uno spazio utilizzato anche come campo da calcio per i ragazzi di una vicina tensostruttura sede di una società sportiva. «Il progetto andrebbe ad occupare tutta l’area e a tagliare anche gli alberi».
Le criticità del progetto e il calo demografico
Tra le altre criticità rilevate, la mancata previsione di un’area parcheggio, l’impatto acustico causato dalla ferrovia distante 80 metri in linea d’aria, dall’impianto di riscaldamento della vicina tensostruttura, da altre attività come un supermercato con un compattatore particolarmente rumoroso.
La vicenda solleva anche il tema del calo demografico. Il progetto di nuovo asilo nido si inserisce in un piano di riorganizzazione dei presidi scolastici della zona. Il nido già esistente, recentemente ristrutturato con una spesa di circa 300 mila euro, verrebbe ulteriormente riqualificato per trasformarlo in scuola dell’infanzia (un tempo chiamata materna, ndr), che attualmente è ospitata al piano terra della primaria Rodari, sempre in via Turra.
«Il paradosso è che già esistono due scuole dell’infanzia a poche centinaia di metri, la Lattes in via Fasolo, statale, e la Peronato in via Porto Godi, comunale, che tra l’altro necessita di ristrutturazione nel reparto cucina – spiega Fiorese –. Inoltre la scuola elementare Rodari ha attualmente una sola sezione. Si sta insomma creando un polo scolastico che poteva avere senso anni fa, quando gli spazi non bastavano, ma non ne ha più oggi, di fronte a strutture sempre più vuote».
La scuola primaria Rodari del quartiere San Francesco faceva capo all’Istituto Comprensivo 7, che è stato recentemente accorpato all’IC 6, dando vita al nuovo IC 6-7. Come sottolinea un’insegnante, il calo delle iscrizioni non sembra giustificare l’investimento per un nuovo edificio scolastico.
Il comune acquista un’area verde vicina
In risposta alle proteste, la giunta comunale di centrosinistra guidata dal sindaco Giacomo Possamai afferma che il progetto, deciso dalla precedente giunta di centrodestra guidata da Francesco Rucco, non si possa più fermare.
Per venire incontro alle richieste dei residenti, la giunta ha deciso di investire 275 mila euro per acquisire un’area verde adiacente al futuro asilo: «Si tratta di un lotto di circa 3500 metri quadrati, a verde, ma abbandonato da diversi anni, di proprietà di una società privata con cui avvieremo subito le necessarie interlocuzioni – ha detto l’assessore ai lavori pubblici Cristiano Spiller in una conferenza stampa lo scorso luglio –. Grazie allo stanziamento delle risorse possiamo partire anche con la fase di progettazione della nuova area pubblica».
Secondo Spiller «non è possibile infatti revocare il progetto della precedente amministrazione, già finanziato con fondi Pnrr, per la realizzazione di un nuovo asilo nido nell’area pubblica di via Turra oggi a verde; un’opera che non prevede extra costi per il Comune e che risponde comunque all’esigenza di incrementare i posti dell’asilo nido di via Turra dove già oggi c’è una lunga lista d’attesa».
Con il nuovo anno scolastico la capienza del nido Turra è cresciuta da 60 a 72 posti nell’ambito di uno stanziamento di 90 mila euro per l’assunzione di nuovi educatori che ha aumentato complessivamente di 53 unità i posti nei nidi comunali.
La protesta continua
Da parte del comitato c’è scetticismo verso la decisione del comune di acquisire l’area verde vicina (nella foto qui sopra, è l’area segnata in rosso, mentre quella in verde è dove sorgerà il nuovo asilo). Da un lato perché non è certo che l’operazione con il privato, con cui già precedenti amministrazioni avevano tentato di aprire delle trattative, vada in porto. Dall’altro perché potrebbe essere riconvertita in parte a parcheggio, vista l’assenza di stalli di sosta nel progetto di nuovo asilo nido. Perdendo così ulteriore verde. Per tutte queste ragioni il comitato ha dato mandato a un avvocato per depositare un esposto alla Procura di Vicenza.
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