PALERMO – “C’è una grave preoccupazione per la siccità in Sicilia e c’è un esempio che attesta l’incapacità della Regione: il commissariamento trentennale dei consorzi di bonifica”.
Massimo Gargano, direttore generale dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI), ripercorre gli aspetti più critici dell’emergenza idrica regionale, prospettando soluzioni. Con un presupposto: “Non voglio alimentare polemiche”.
C’è in corso un inverno abbastanza piovoso, resta ancora l’ombra della siccità?
“Purtroppo rimane la grave preoccupazione per una siccità che sembra incombere anche quest’anno sulla Regione, io sarei molto felice di essere smentito. Emblematico di quello che sto dicendo è ciò che accade nella diga Trinità, con una manutenzione che non si è mai fatta e mentre noi stiamo parlando viene svuotata”.
Di chi sono le responsabilità?
“Non è una vicenda che possiamo imputare soltanto a questa amministrazione, ma a questa e a quella precedente. L’auspicio è che i problemi siano superati da questo governo per sempre. Noi non possiamo continuare a disperdere l’acqua, adottando soluzioni fantasiose”.
Quali sono le conseguenze per le imprese?
“Ho incontrato due grandi produttori vitivinicoli siciliani, ho raccolto la loro preoccupazione, non vogliono smettere la loro attività ma vorrebbero che finisse la liturgia dell’impossibilità di programmare attività e investimenti, dovuta a un vivere la giornata che non fa onore alle istituzioni siciliane”.
Quali sono gli altri problemi strutturali?
“Vi faccio un esempio che attesta l’assoluta incapacità della Regione Siciliana, ovvero il commissariamento dei consorzi di bonifica che dura da trent’anni, producendo l’ingessamento di un sistema che nonostante ciò resiste. Ma questa resistenza non solo è al limite, ma comporta l’impossibilità di progettare il futuro”.
E Il Pnrr?
“La Regione ha avuto risorse dal fondo Fsc, ma che hanno una scansione temporale più vicina alle capacità di spesa. Potevamo avere le risorse del Pnrr, sarebbero state importanti per per colmare ritardi storici”.
Perché le risorse del Pnrr sul settore idrico scarseggiano?
“Perché non c’erano progetti pronti, immediati e cantierabili. Il sistema deve essere messo in condizione di poter tradurre le risorse in progetti”.
Che messaggio manda alla politica?
“Bisogna varare immediatamente la legge sui consorzi di bonifica, portata in giunta dal presidente Schifani, lo riconosciamo, ma mai messa all’ordine del giorno dell’Ars. È tempo di superare i ritardi e non di polemiche”.
E le emergenze?
“Noi non possiamo avere un Paese che perde miliardi di ricavi in agricoltura e continuare con richieste di stati di calamità. È una cosa obsoleta, le imprese hanno bisogno di acqua e i cittadini di sicurezza idrogeologica. I consorzi di bonifica sono in grado di fornire risposte concrete, dobbiamo però saper procedere insieme alle istituzioni. Questi corpi intermedi sono stati umiliati per troppo tempo, in Sicilia vogliamo che sia fatto in fretta, questo è l’appello per Schifani”.
Il Piano degli invasi che fine ha fatto?
“Anche in Sicilia per adesso è un sogno di chi sta parlando. Arranca la cultura della manutenzione, che è vincente nei confronti dell’economia dell’emergenza. Quest’ultima è meno trasparente e interviene dopo tutti i danni che ha generato. Vogliamo dare una mano sui consorzi di bonifica, facendo una manutenzione dei canali secondari, che non mantenuti per decenni creano a Messina quel dramma che tutti hanno potuto purtroppo verificare”.
Quanto è importante porre fine all’era dei commissariamenti dei Consorzi di bonifica?
“L’era dei commissari ci ha portato a questo e non lo dico con nessuna critica ai commissari, che devono gestire l’esistente. Quando per 35 anni si gestisce l’esistente si applica il detto che “ciò che non si rigenera, degenera”.
Qual è la sfida del futuro?
“Le imprese hanno bisogno d’acqua, il turismo ha bisogno dell’acqua delle dighe. Siamo disponibili a un confronto costruttivo e non polemico. Riconosciamo che Schifani è il presidente che ha portato la legge in giunta. Adesso servono i fatti, questa è la sfida del futuro”.
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