Un dramma che nel secolo scorso ha colpito migliaia di persone, oggi ricordate come vittime delle foibe, ma anche il ricordo degli esuli istriani, fiumani e dalmati. L’amministrazione comunale e il Comitato di Coordinamento delle Associazioni d’Arma, Combattentistiche e di Servizio di Crema lunedì hanno organizzato la Giornata del Ricordo. Alle 10 di stamani la cerimonia in piazza Istria e Dalmazia, alla presenza dei rappresentanti delle Forze dell’Ordine, delle associazioni d’Arma e combattentistiche e di alcuni studenti di due scuole cittadine, il Racchetti-da Vinci e il Liceo della Scienze applicate del “Galilei”. Diverse le autorità presenti accanto al sindaco Fabio Bergamaschi: il senatore Renato Ancorotti, il presidente dell’Area Omogenea Cremasca Gianni Rossoni, il presidente del Nastro Azzurro Fabiano Gerevini e, in rappresentanza dell’amministrazione provinciale, Eugenio Vailati. Dopo l’inno d’Italia la posa di una corona d’alloro alla lapide del ricordo.
Privati dell’identità ![](data:image/gif;base64,R0lGODlhAQABAIAAAAAAAP///ywAAAAAAQABAAACAUwAOw==)
“La Giornata del Ricordo è un momento di riflessione su una pagina dolorosa della nostra storia, a lungo dimenticata, che ha segnato le vite di centinaia di migliaia di italiani costretti a lasciare la loro terra, i loro affetti, le loro radici. Ritengo sia importante contestualizzare il periodo tra il 1943 e il 1945, anni in cui la repressione, le violenze e le stragi perpetrate nei confronti della comunità italiana dell’Adriatico orientale hanno assunto dimensioni drammatiche”, ha esordito Bergamaschi. Il 10 febbraio 1947, con la firma del Trattato di Pace di Parigi, la Dalmazia, Fiume e gran parte dell’Istria furono assegnate alla Jugoslavia. Tale atto sancì definitivamente l’esodo forzato di circa 300.000 italiani, privati non solo delle proprie case, ma anche della loro stessa identità culturale.
La testimonianza
“Oggi, qui a Crema, vogliamo ricordare una di queste storie, una testimonianza che dà voce a un destino comune a tanti esuli. Perché sebbene l’empatia sia un sentimento umano che dovrebbe indurci ad avvertire lo stesso dolore anche per ciò che accade molto lontano da noi, in luoghi e con persone con le quali non incrociamo il destino, è solo quando conosciamo la storia di persone a noi vicine che il racconto, il ricordo, la memoria, assume le forme di una realtà che sappiamo realmente cogliere, afferrare, inducendoci alla piena consapevolezza”. Bergamaschi si riferiva a Tommaso Caizzi, giovane diciottenne zaratino costretto a fuggire nel 1944. Un viaggio difficile e doloroso che lo portò, passando per Trieste e Cremona, fino a Crema, dove riuscì a costruirsi una nuova vita, diventando veterinario e impegnandosi nella vita pubblica come consigliere comunale.
Ponte tra passato e presente ![](data:image/gif;base64,R0lGODlhAQABAIAAAAAAAP///ywAAAAAAQABAAACAUwAOw==)
“Oggi possiamo rivivere la sua esperienza attraverso il filmato realizzato nel 2007 presso il Centro Galmozzi, un documento prezioso che ci permette di ascoltare dalla sua voce il racconto di un passato che non dobbiamo dimenticare. A rendere ancor più vivo il ricordo sarà la presenza di suo fratello, Nino Caizzi. Un ponte tra passato e presente, un monito affinché il sacrificio e la sofferenza degli esuli non vengano mai cancellati dalla nostra memoria collettiva. Ricordare non significa solo guardare al passato, ma anche assumersi la responsabilità di costruire un futuro in cui tragedie simili non trovino più spazio. In Italia e nel mondo”.
La memoria come dovere civile
Un mondo sempre più avvolto da una spirale di odio e violenza e in cui si perde progressivamente ogni pudore nel parlare non più solo di guerra e annessioni, ma di deportazioni ed esodi forzati. “La memoria è un dovere civile, un impegno che ci impone di riflettere sui valori della giustizia, della libertà e del rispetto reciproco. Il nostro compito è trasmettere queste vicende alle nuove generazioni, affinché comprendano l’importanza della pace e della convivenza tra i popoli e le nazioni”, ha concluso il sindaco. Rivolgendo anche un pensiero rivolto “a tutte le vittime e agli esuli che ancora oggi sono costretti ad abbandonare le loro terre: Crema oggi vi rende omaggio, con tutto il rispetto e la vicinanza che meritate”. Alle 10.45 la proiezione in sala Ricevimenti del filmato citato.
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