polemiche per la “tassa sulla cittadinanza” di 600 euro



L’introduzione di una nuova tassa di ben 600 euro per ottenere la cittadinanza italiana a Padova ha acceso il dibattito: la possibilità è stata introdotta dalla Legge di Bilancio 2025 ma la misura potrebbe mettere in seria difficoltà chi non può permettersi il “balzello”.


Mentre l’amministrazione comunale difende la scelta come un passo necessario per gestire l’elevato numero di richieste e garantire maggiore efficienza nel processo di riconoscimento della cittadinanza italiana da più parti la misura appare come un deterrente ingiusto per chi meriterebbe questo diritto.

Ecco i dettagli della vicenda e tutti i motivi per cui questa misura generebbe criticità.

La “tassa sulla cittadinanza” di 600 euro imposta dal Comune di Padova

Il Comune ha stabilito un contributo massimo di 600 euro per l’elaborazione delle pratiche di riconoscimento dello status di cittadino italiano. La decisione, inserita nell’ultima manovra di bilancio, punta a far fronte al crescente numero di richieste e ai conseguenti oneri amministrativi.

Negli ultimi tre anni, l’anagrafe comunale ha ricevuto oltre 2.000 domande, in gran parte provenienti da Sud America, con Brasile, Argentina e Venezuela tra i Paesi più rappresentati. Il ricorso al principio dello “iure sanguinis” consente ai discendenti di italiani emigrati di ottenere il passaporto italiano, strumento che facilita la mobilità internazionale, in particolare per chi proviene da Paesi con restrizioni nei movimenti verso l’Europa.

Fino a poco tempo fa, le verifiche per il riconoscimento della cittadinanza erano gratuite, ma la complessità delle indagini ha reso necessario un primo contributo variabile tra 50 e 300 euro. Con la nuova normativa introdotta dalla Manovra 2025, i Comuni hanno ora la facoltà di richiedere un’ulteriore quota, fino a un massimo di 600 euro, per coprire le spese di istruttoria.  Secondo il Comune l’operazione si è resa necessaria per sostenere l’attività degli uffici, spesso impegnati in ricerche lunghe e articolate per verificare la continuità della cittadinanza nel tempo e l’assenza di rinunce da parte degli antenati.

A rischio il principio di uguaglianza?

L’introduzione di una tassa così elevata rischia di trasformare il diritto alla cittadinanza in un privilegio accessibile solo a chi può permetterselo. Chi proviene da contesti economicamente svantaggiati potrebbe trovarsi costretto a rinunciare a una procedura che, fino a poco tempo fa, era gratuita o comunque meno onerosa. Questo crea una discriminazione di fatto, dove il riconoscimento di un diritto fondamentale diventa subordinato alle possibilità economiche del richiedente.

In particolare, la misura colpisce duramente chi, per motivi storici e familiari, cerca di ottenere la cittadinanza attraverso il principio dello iure sanguinis. Molti di questi richiedenti provengono da Paesi sudamericani in cui le condizioni economiche sono difficili, e la cifra imposta dal Comune di Padova rappresenta una barriera insormontabile. Se l’obiettivo è garantire efficienza amministrativa, il peso economico non dovrebbe ricadere unicamente sui cittadini più vulnerabili.

Di fatto, si rischia di introdurre una selezione basata sul reddito: chi ha mezzi sufficienti potrà permettersi il riconoscimento della cittadinanza, mentre chi non li ha sarà escluso. Questo approccio mina il principio di uguaglianza e solleva dubbi sulla giustizia di un provvedimento che, anziché facilitare il processo, finisce per ostacolare chi ha più bisogno di tutele.

Quali sono gli scenari futuri?

Gli scenari futuri dipenderanno da diversi fattori, tra cui le reazioni politiche, le eventuali impugnative legali e l’effettivo impatto della tassa sulle richieste di cittadinanza. Ecco alcune possibilità:

  • Aumento del contenzioso legale – La misura potrebbe essere impugnata per possibili profili di incostituzionalità, dato che una tassa così elevata rischia di trasformare un diritto in un lusso accessibile solo a chi può permetterselo.
  • Calo delle richieste di cittadinanza – Il costo aggiuntivo potrebbe scoraggiare molte persone, riducendo il numero di domande e rallentando il riconoscimento della cittadinanza per chi ne avrebbe diritto.
  • Intervento del governo o del TAR – Se la tassa dovesse generare un’ondata di proteste o venisse ritenuta eccessivamente penalizzante, potrebbero arrivare modifiche legislative o sentenze che ne limitano l’applicazione.
  • Adozione della tassa da parte di altri comuni – Se Padova dovesse riuscire a gestire meglio le pratiche grazie a questi fondi, altre amministrazioni potrebbero introdurre misure simili, rendendo il riconoscimento della cittadinanza ancora più oneroso a livello nazionale.
  • Possibili forme di agevolazione – Per ridurre l’impatto sui richiedenti con minori disponibilità economiche, potrebbero essere introdotte esenzioni o agevolazioni, ad esempio per chi dimostra di avere un reddito basso.\n\nQueste dinamiche dipenderanno dalla pressione politica e sociale che si genererà intorno alla questione, oltre che dall’efficacia della misura nel migliorare la gestione burocratica.



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