50 milioni per la libertà

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Sconto crediti fiscali

Finanziamenti e contributi

 


Cinquanta milioni per avere la libertà. Dopo cinque anni, due mesi e diciannove giorni è uscito di prigione Yorgen Fenech, il presunto mandante dell’omicidio della giornalista maltese Daphne Caruana Galizia. In cinque anni la giustizia maltese non è riuscita a organizzare il processo. L’imprenditore era stato arrestato il 20 novembre del 2019 con l’intervento di una motovedetta delle forze armate che aveva bloccato, prima del limite delle acque territoriali, uno degli yacht della famiglia Fenech, a bordo del quale l’imprenditore stava tentando la fiuga da Malta. Il mese scorso una giudice ha accolto l’ennesima istanza dei suoi legali che chiedevano almeno la libertà su cauzione. Decine di precedenti ricorsi presentati in questi anni dagli avvocati erano stati respinti per il rischio di fuga molto alto, viste le disponibilità economiche dell’uomo che prima dell’arresto era il capo del Tumas Group (principale holding del Paese, fondata sul cemento, proprietaria tra l’altro di due Hilton, casinò e assicurazioni).

LA DECISIONE

Conto e carta

difficile da pignorare

 

Il 25 gennaio la giudice Edwina Grima, a fronte di una carcerazione preventiva in attesa di giudizio durata oltre cinque anni, ha deciso di concedere la libertà su cauzione, fissandola a un valore di circa 50 milioni di euro (l’equivalente della quota azionaria del 15,45% della holding di famiglia, messa a garanzia dalla zia Moira Fenech). Dal 7 febbraio Yorgen può circolare liberamente tra le 11 e le 17 ma non può avvicinarsi né all’aeroporto né alla costa. Nelle altre ore dovrà risiedere in un’abitazione che sarà sorvegliata giorno e notte dalla polizia e dovrà firmare in commissariato prima di rientrare. Ma non pochi temono che Yorgen possa comunque trovare il modo per lasciare il Paese.

L’INCHIESTA

Le prove e la testimonianza del pentito Melvin Theuma, ex tassista, allibratore clandestino, usuraio e tuttofare del cocainomane conclamato Fenech, nell’autunno del 2019 strinsero il cerchio attorno al tycoon. Le indagini per due anni, dal 16 ottobre 2017, giorno in cui Daphne era stata fatta a pezzi dalla bomba piazzata da sicari nella sua auto, si erano praticamente fermate dopo l’arresto dei tre sicari che erano stati ingaggiati. Il governo di Jospeh Muscat, sotto pressione degli Usa e della Fbi, che aveva partecipato alle prime indagini, era stato così stato costretto a dare una svolta all’inchiesta. E dopo le rivelazioni dei collegamenti di Fenech con il capo di gabinetto Keith Schembri ed il potentissimo pluriministro Konrad Mizzi (entrambi a libro paga della “17 Black”, la società creata a Dubai e scoperta dai Panama Papers con cui Yorgen Fenech faceva i suoi giochi corruttivi, finiti nel frattempo sotto processo) Muscat era stato costretto alle dimissioni. Una’inchiesta due anni fa ha sentenziato i colpevoli ritardi e le omissioni del governo nella protezione della giornalista che con il suo blog “Running Commentary” aveva scoperto non solo i collegamenti di Fenech con la politica, ma anche con la criminalità organizzata. Con la mafia siciliana che aveva fornito agli “artificieri” le bombe comandate a distanza affidate ai sicari. In sette sono in galera. Ingaggiati da chi e per conto di chi? La giustizia maltese non ha ancora dato una risposta.

GLI ESECUTORI

È stato condannato a 15 anni di carcere con un patteggiamento il sicario Vince Muscat che ha fornito un’ampia collaborazione agli inquirenti. I fratelli George Degiorgio, 59 anni, e Alfred Degiorgio, 57 anni, che hanno compiuto l’omicidio, piazzando l’ordigno, invece hanno avuto una pena di 40 anni. Dopo avere negato, avevano deciso di confessare, nell’ambito di una sorta di patteggiamento dell’ultimo minuto, che ha permesso ai due killer di evitare la condanna a vita. Se manterranno una buona condotta in carcere possono sperare di uscire prima della morte. Mentre il taxista Melvin Theuma ha ottenuto un condono tombale in cambio delle prove che hanno portato all’arresto e all’incriminazione del tycoon Yorgen Fenech come mandante dell’assassinio. Sono in carcere anche i fratelli Adrian e Robert Agius ed il loro socio Jamie Vella, esponenti di spicco della malavita maltese e coinvolti tra l’altro nel contrabbando di gasolio dalla Libia alla Sicilia che finanzia le milizie con il supporto delle cosche siciliane. Erano stati loro a fornire ai killer la bomba già preparata (si dice da specialisti siciliani) con esplosivo di provenienza libica e a spedirlo a uno dei Degiorgio. Poco dopo l’omicidio, Fenech aveva festeggiato nel suo attico.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

© RIPRODUZIONE RISERVATA





Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Finanziamo agevolati

Contributi per le imprese