Disinnescata la bomba al porto di Ancona

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Ancona, 9 febbraio 2025 – Oggi è stato il giorno della bonifica del residuato bellico della II Guerra Mondiale, riemerso durante i lavori di scavo per l’innovativa illuminazione del porto di Ancona. Le operazioni sono partite alle 7 con l’evacuazione di tutte le persone e le attività comprese in un raggio di poco meno di 500 metri.

Disinnescato l’ordigno bellico trovato al porto di Ancona, il brillamento in alto mare

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Disinnesco e messa in sicurezza

“Tutto secondo cronoprogramma previsto – spiega il prefetto di Ancona Maurizio Valiante -, il disinnesco dell’ordigno bellico trovato nella zona del porto di Ancona è terminato, la bomba è in viaggio verso l’area individuata di mare dove verrà fatta brillare”.

L’operazione è stata condotta dal Genio ferrovieri dell’Esercito e dai palombari del Comsubin della Marina Militare. Sono intervenute 16 unità tra operatori artificieri e quelli che hanno realizzato la struttura di contenimento dell’ordigno.

“Mi devo complimentare con l’esercito quindi in particolare con il Genio Ferrovieri per la tempistica – ha aggiunto il prefetto -. Hanno programmato un tempo di circa 180 minuti ma sono stati bravissimi ad accelerare e quindi non c’è stata alcuna criticità e questo ovviamente ha consentito l’accelerazione delle procedure”.

Fase di spolettamento e brillamento

Il prefetto ha spiegato che “la fase dello spolettamento, quella un po’ più preoccupante, è completata e quindi si è passati ora alla fase 2. L’ordigno è stato consegnato alla Marina Militare, in particolare al raggruppamento subacquei e incursori che cureranno poi la fase 3 del brillamento. Per questa ultima fase occorreranno circa tre ore”.

Emergenza cessata quindi per la popolazione della zona attigua alle operazioni: “la viabilità è stata già ripristinata e i nuclei familiari che erano stati evacuati per sicurezza potranno ritornare nelle loro abitazioni”. Il vice sindaco Giovanni Zinni, che ha ringraziato la Prefettura “per il perfetto coordinamento di tutti i soggetti in campo, e che hanno consentito di non procurare troppi disagi alla popolazione”. Infatti, ha spiegato Zinni, “grazie alla realizzazione di una camera di compensazione è stato ridotto il raggio di rischio da una eventuale esplosione dell’ordigno e questo ha evitato un’evacuazione dei quartieri dei rioni San Pietro e Guasco“.

Dunque “senza particolari disagi si è riusciti a ripristinare un perfetto stato di sicurezza“. Tutto è andato secondo programma e “non c’è stata alcuna criticità – ha aggiunto il vice prefetto -. Avevamo informato la cittadinanza che questa mattina sarebbe stata una mattina di operazioni e la viabilità bloccata era inevitabile perché attigua all’area portuale”.

“Questa mattina hanno avuto luogo le operazioni di despolettamento di un ordigno risalente alla Seconda Guerra Mondiale – ha spiegato il comandante del genio ferrovieri dell’Esercito, colonnello Marco Silenzi -. Si tratta di una bomba aerea americana da 500 libbre ritrovata semi esplosa. La parte posteriore della bomba era già esplosa quindi una delle due spolette, ha coinvolto circa una metà del corpo bomba”.

Questa mattina “gli operatori dell’esercito hanno rimosso la spoletta rimanente e hanno immunizzato l’ordigno che poi è stato consegnato agli operatori della Marina Militare per un successivo brillamento in alto mare”. “Dopo le operazioni di despollettamento – ha spiegato il capitano di Fregata del Consubin (palombari della Marina Militare) Mirco Leonzi – l’ordigno consegnato a noi è stato messo in galleggiamento a mezz’acqua e attualmente sono in corso l’operazione di rimorchio verso una zona di brillamento stabilita dall’autorità marittima. L’ordigno verrà quindi poi innescato tramite una carica di circostanza messa vicino e fatto brillare in totale sicurezza”.

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Brillamento in alto mare

Il brillamento “avverrà a circa 7 miglia dalla costa alla profondità di circa 15 metri – ha spiegato Leonzi – quindi tutto nella massima sicurezza”. Inoltre “per ridurre l’impatto ambientale facciamo sempre esplodere una carica prima, molto piccola di ‘riduzione di impatto ambientale’, per permettere alla fauna ittica di scappare”.



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