Cos’è il contratto a canone concordato
Il contratto di locazione a canone concordato è una tipologia di affitto regolata da specifici accordi territoriali tra associazioni di proprietari e inquilini. La sua durata standard è di tre anni, con un rinnovo automatico di due anni, salvo disdetta da comunicarsi con raccomandata almeno sei mesi prima della scadenza.
A differenza del contratto a canone libero, in cui il proprietario può stabilire il canone in autonomia, nel canone concordato l’importo del canone deve rientrare nei limiti stabiliti dagli accordi territoriali, che variano in base alla città e alla zona di riferimento. Questo meccanismo garantisce canoni calmierati e maggiori tutele per gli inquilini.
Cedolare secca al 10%: cos’è e quali vantaggi offre
Uno dei principali vantaggi del contratto a canone concordato è la possibilità di usufruire della cedolare secca al 10%, un regime fiscale agevolato che sostituisce le seguenti imposte:
- IRPEF e relative addizionali (comunale e regionale);
- Imposta di registro sul contratto di locazione;
- Imposta di bollo da 16 euro.
Un aspetto importante da considerare è che scegliendo la cedolare secca, il locatore rinuncia all’aggiornamento ISTAT del canone di locazione per tutta la durata del contratto.
Oltre ai contratti a canone concordato standard, l’aliquota ridotta del 10% si applica anche ai contratti di locazione per studenti universitari fuori sede e ai contratti transitori (di durata compresa tra 1 e 18 mesi).
Requisiti per aderire alla cedolare secca
Per poter accedere al regime della cedolare secca al 10%, devono essere rispettati alcuni requisiti fondamentali:
- Soggetti coinvolti: il locatore e il conduttore devono essere persone fisiche, quindi non possono essere società o enti.
- Tipologia di immobile: l’affitto deve riguardare immobili ad uso abitativo (categoria catastale da A1 a A11, esclusa A10 – uffici e studi privati) e le relative pertinenze (box, cantine, soffitte, se incluse nel contratto).
- Scopo della locazione: l’immobile non deve essere locato nell’ambito di un’attività d’impresa, di arti o professioni.
- Comunicazione obbligatoria: il locatore è tenuto a informare l’inquilino con una raccomandata della scelta della cedolare secca, specificando anche la rinuncia all’aggiornamento del canone.
- Attestazione degli accordi territoriali: per i contratti stipulati dopo il 30 marzo 2017, nei comuni con più di 10.000 abitanti, è richiesta una certificazione rilasciata dalle organizzazioni di categoria. Nei comuni con meno di 10.000 abitanti, tale attestazione non è necessaria se non sono stati stipulati accordi territoriali aggiornati al D.M. 16 gennaio 2017.
Modalità di pagamento della cedolare secca
Il pagamento della cedolare secca segue le stesse scadenze previste per l’IRPEF:
- Versamento in un’unica soluzione entro il 30 novembre, se l’importo dovuto è inferiore a 257,52 euro;
- Pagamento in due rate, se l’importo supera questa soglia:
o Prima rata: 40% dell’imposta entro il 30 giugno;
o Seconda rata: saldo entro il 30 novembre.
Il pagamento avviene tramite il modello F24, utilizzando il codice tributo 1842 per il saldo e 1840 per l’acconto.
Cedolare secca al 10% vs. IRPEF: conviene davvero?
La cedolare secca al 10% rappresenta una scelta vantaggiosa rispetto al regime IRPEF tradizionale, che prevede aliquote progressive a partire dal 23%. Rispetto alla cedolare secca al 21%, applicabile ai contratti a canone libero 4+4, l’aliquota del 10% garantisce un risparmio fiscale significativo.
Vantaggi principali:
- Tassazione fissa e più bassa rispetto all’IRPEF;
- Nessuna imposta di registro e bollo, riducendo i costi amministrativi;
- Maggiore semplicità nella gestione fiscale, senza necessità di calcolare le aliquote progressive IRPEF.
Per gli inquilini, il contratto a canone concordato con cedolare secca offre stabilità e trasparenza nei costi di locazione, evitando aumenti imprevisti legati all’adeguamento ISTAT.
Conclusioni
Il regime della cedolare secca al 10% applicato ai contratti a canone concordato è un’ottima soluzione per i locatori che vogliono ridurre la tassazione sugli affitti e semplificare la gestione fiscale. Allo stesso tempo, rappresenta un vantaggio per gli inquilini, garantendo canoni calmierati e maggiore sicurezza contrattuale.
Tuttavia, è fondamentale rispettare i requisiti normativi e verificare la conformità del contratto agli accordi territoriali, al fine di beneficiare appieno delle agevolazioni previste dalla legge.
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