Stamattina si scherzava tramite messaggi sul fatto che oggi sarebbe stata una tappa importante, per cui quando finalmente riusciamo a parlare con Elisa Longo Borghini della vittoria appena messa in tasca a Jebel Hafeet, il suo tono di voce è allegro come di chi ha svolto correttamente l’espressione di algebra e alla fine è arrivato al giusto risultato.
Il trasferimento dopo l’arrivo è lungo un paio d’ore, c’è il tempo per raccontare e commentare le gare dei giorni scorsi. La nuova Colnago Y1Rs usata nelle tappe veloci e la V4Rs di oggi. Due anni fa, sulla stessa salita la campionessa italiana aveva vinto davanti alla compagna Gaia Realini, ma oggi è arrivata da sola facendo il forcing decisivo a 3,5 chilometri dalla vetta.
«Fa certamente un bell’effetto – dice e la sentiamo sorridere – perché è la prima vittoria in maglia UAE e per giunta qui in UAE. Loro ci tengono molto e oggi le ragazze sono state veramente eccezionali. Con Silvia (Persico, ndr) abbiamo fatto una grande dormita e siamo rimaste fuori dal ventaglio, però Backstedt ci ha aspettato e ci ha riportato dentro in un secondo. Il piano a quel punto era chiaro: toccava alle altre staccarmi, mentre io avrei cercato di vincere la tappa».
Una vittoria di squadra
Ce lo aveva raccontato prima di sparire sul Teide. Un primo ritiro per arrivare pronta nella corsa degli Emiri che da quest’anno sono i suoi datori di lavoro. Dai tre gradi sotto zero di Ornavasso alle scaldate sulle Canarie e poi il volo per il deserto. Il UAE Team Adq è arrivato in UAE il primo febbraio e le ragazze hanno avuto il tempo per acclimatarsi.
«Avevo delle belle sensazioni – prosegue Elisa – e sapevo di stare bene. Il ritiro al Teide è andato bene e, nonostante difficilmente si sbilanci, quando ho sentito Slongo dire che avrei potuto fare bene, ho capito che avevo le gambe giuste. E io ci tenevo, io voglio sempre vincere. Per me, per la squadra, per le mie compagne. E’ stata proprio una vittoria di squadra, nel senso che mi sono imposta di forza ma dopo un grande lavoro delle mie compagne. Adesso spero di poter mantenere questa condizione in vista delle delle classiche».
La corsa di casa
Per il UAE Team Adq è un risultato per il quale brindare, sia pure con bevande analcoliche, come prescrive la religione di laggiù. Già nel ritiro di Benidorm si era capito che fare bene al UAE Tour Women sarebbe stato il modo migliore per cominciare la stagione, allo stesso modo in cui toccherà presto a Pogacar cercare di imitare la Longo.
«Sin dall’inizio – sorride – ci hanno detto chiaramente che questa era la corsa di casa e che dovevamo fare bene. E’ ovvio, non chiedono di vincere, però di far vedere e onorare la maglia. Penso che sia anche giusto, visto che è l’unica corsa che facciamo in Medio Oriente. Tutti gli sponsor sono di qui e anche per questo sono contenta di aver tagliato il traguardo per prima, perché è un modo per ripagare la fiducia che mi hanno dato».
Il calore dall’asfalto
Non si pensi che sia stato facile. Distanza di 152 chilometri. Vento e ventagli in pianura. Caldo. E poi la salita finale di quasi 15 chilometri fino a 1.000 metri di quota, che hanno fatto assestare la media di gara sui 38,560 orari.
«Questa salita fa tanta selezione – spiega Longo Borghini – perché non c’è un metro di ombra ed è come salire in una cappa di caldo. Per cui, se fai troppi fuori giri li paghi, perché senti il calore arrivare dall’asfalto. E’ un po’ come quando fai le salite in estate, in piena estate, a mezzogiorno. Noi siamo riuscite a gestirla bene e ne sono orgogliosa. Mi sono ritrovata in un gruppo che crede tanto in me e questo mi dà un sacco di motivazione. Anche le ragazze, credendoci molto, danno il 110 per cento. Oggi mi sono sempre state vicine. Aspettare le mosse delle altre poteva essere un rischio, però a volte devi rischiare per cercare di vincere le corse».
Il doppio Teide
Domani l’ultima tappa: un piattone di 145,5 chilometri avanti e dietro, con mille curve per la marina di Abu Dhabi, ma senza dislivello. Poi sarà il tempo di tornare in Europa, dove la attende un’altra sorpresa.
«Finita la corsa – spiega Elisa – rimarremo un giorno qui in UAE per visitare degli sponsor e rientreremo in Italia l’11 febbraio. Farò qualche giorno tranquilla a casa e finalmente incrocerò mio marito Jacopo (Mosca, ndr) che non vedo dal 9 di gennaio quando è partito per l’Australia. Lui poi ripartirà il giorno di San Valentino per la Figueira Champions Classic e a seguire l’Algarve, mentre io tornerò sul Teide e preparerò gli appuntamenti di marzo, con la Strade Bianche come prima corsa. E’ la prima volta che vado sul Teide per due volte così ravvicinate a inizio stagione. E’ una decisione della squadra che sta investendo anche su questo, per cui sarò su con due compagne e ovviamente ci sarà anche l’immancabile Slongo. Ma facciamo un passo per volta. Cominciare così è un bel modo di affrontare il resto, sono contenta. Ci vediamo al ritorno in Europa».
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