Pecore e transumanza lungo l’Adige, fra tradizione e norme: in Provincia la protesta dei contadini – Cronaca

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VALLAGARINA. Le pecore danno fastidio. In Trentino sono circa duemila ma, come da tradizione secolare, si spostano dalle valli alle montagne marciando lungo i pochi percorsi lasciati liberi dall’asfalto. Un aspetto della vita rurale a cui, da sempre, siamo abituati. Ma, attenzione, la transumanza dà fastidio a molti. Nonostante, si badi bene, dal 2019 sia stata riconosciuta come patrimonio Unesco. La questione, adesso, torna nella stanza dei bottoni.

E ad attivare il dibattito è la consigliera provinciale del Pd Francesca Parolari che, appunto, chiede lumi alla giunta guidata da Maurizio Fugatti circa la presenza «fastidiosa» delle greggi lungo l’asta dell’Adige da Avio ai Murazzi. E, chiaramente, anche più in su.

«Puntualmente anche quest’anno, in questo periodo, i pastori accompagnano le greggi di pecore dalla montagna verso la pianura padana. – riporta la consigliera nell’interrogazione – Le greggi attraversano i territori, in particolare lungo l’asta dell’Adige, costeggiando il fiume, occupando la pista ciclabile e le campagne coltivate a vite.

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I contadini della zona della Vallagarina, ad ogni passaggio, lamentano i danni arrecati agli impianti, in particolare all’irrigazione a goccia, e alle viti stesse, specie se sono piante giovani quindi fragili che vengono strappate o mangiate dagli animali ovviamente in cerca di cibo.

I frequentatori della ciclabile nei pressi di Nomi e Volano, inoltre, segnalano che recentemente, dopo il passaggio delle pecore sul percorso, si sono trovate anche placente, esito di parti avvenuti da poco. La transumanza è una pratica che trova la propria origine nella notte dei tempi ma va presidiata e regolamentata a tutela della salute dell’animale ma anche delle coltivazioni che vengono attraversate dalle greggi».

Di qui, appunto, le domande puntuali formulate alla giunta provinciale: «A quale regolamentazione la transumanza delle greggi di pecore è sottoposta? É applicata in modo uniforme sul territorio trentino? Quali tipi di controlli vengono esercitati sulle greggi in transito, a tutela in primo luogo degli animali ma anche delle coltivazioni?».

La questione, insomma, è molto sentita. Specie tra i contadini che, ad ogni trasferta ovina, si ritrovano con le colture danneggiate. E pensare che a ridosso del Covid i Bacini montani avevano installato dei cartelli di divieto di transumanza. Un tentativo, ovviamente, di bandire le pecore sulla ciclopista dell’Adige.

E pensare, come detto, che la transumanza, antichissima pratica di allevamento preservata dalle comunità dei territori rurali, è addirittura patrimonio culturale immateriale dell’umanità Unesco. E a chiedere questo riconoscimento è stata per prima l’Italia, Paese capofila della proposta insieme a Grecia e Austria. In Italia, per dire, stiamo parlando di una ricchezza tenuta in piedi da 60mila allevamenti di ovini, con 7,2 milioni di pecore.

Un patrimonio che, ahimè, stride con il decoro delle piste ciclabili per colpa delle deiezioni lasciate per strada da animali che non viaggiano in macchina. A sollevare il problema, in verità, sono stati l’anno scorso i coltivatori della Bassa Vallagarina. E questa è una storia millenaria: la transumanza provoca «disagi e malumori» fra contadini. Per questo la consigliera provinciale Parolari chiede lumi a a chi governa il Trentino.

In realtà qualche tassello normativo esiste. Chiunque intende trasferire bestiame nei pascoli estivi deve presentare domanda al sindaco almeno 15 giorni prima della partenza indicando i pascoli di cui dispone per il periodo di alpeggio o transumanza. Il Comune di provenienza, poi, informa subito il Comune di destinazione della data approssimativa di arrivo degli animali.

Per il pascolo vagante viene rilasciato ai pastori, dai Comuni di residenza, un libretto previsto dal regolamento di polizia veterinaria sul quale vengono indicati il territorio in cui è autorizzato il pascolo, gli esiti degli accertamenti diagnostici, i trattamenti immunizzanti e antiparassitari ai quali il gregge è stato sottoposto.

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Qualsiasi spostamento del gregge entro i confini del territorio comunale deve essere autorizzato dalla competente autorità comunale. Per gli spostamenti fuori del Comune l’interessato deve presentare, almeno 15 giorni prima, apposita domanda allegata al libretto. Per ogni successivo spostamento deve essere presentata nuova domanda.

 





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