ideare la nuova mobilità urbana per le città del futuro

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Trasformare le stazioni da ‘non luoghi’ a spazi che dialogano con il territorio circostante. Parte da questo assunto il progetto Fili, promosso da Regione Lombardia, Fnm, Ferrovienord e Trenord, che punta a riqualificare in una chiave moderna e sostenibile l’asse ferroviario che collega Milano all’aeroporto di Malpensa. Una città lineare che integra modernità, sostenibilità e inclusività urbana.

“Dobbiamo ripensare le stazioni ferroviarie”, esorta Andrea Gibelli, presidente del Gruppo Fnm. “Storicamente luoghi di incontro e metafora del viaggio, come è testimoniato da tanta letteratura, poesia, pittura e cinematografia, oggi le stazioni sono spazi troppo spesso abbandonati o poco connessi alla vita urbana”. Il progetto Fili, finanziato da fondi regionali, statali e del Pnrr, si propone di invertire questa tendenza attraverso una riqualificazione integrata delle stazioni di Milano Cadorna, Milano Bovisa, Saronno e Busto Arsizio, che saranno al centro di interventi per oltre 188mila metri quadrati.

L’esempio della stazione di Milano Bovisa chiarisce la vision dell’iniziativa: “Oggi la stazione di Bovisa è un cubo che si perde accanto a un’area industriale dismessa. Con il progetto ‘La Goccia’, affidato a Renzo Piano – spiega Gibelli – daremo vita a un polo universitario per 40-50 mila studenti. La nuova stazione sarà immersa nel parco dell’università, così da integrarsi perfettamente col Politecnico. E con un quartiere che da periferico diventa centrale e attrattivo”. Un modello analogo sarà adottato per le altre tre stazioni lungo l’asse, con l’obiettivo di unire modernità architettonica e attenzione al territorio.

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Tra gli elementi più innovativi di Fili, la creazione di una foresta lineare di 54 chilometri lungo il tracciato del Malpensa Express, progettata dalla Fondazione Lombardia per l’Ambiente. Un intervento che mira a ricostruire le reti ecologiche preesistenti al disboscamento dell’area, favorendo la biodiversità e la resilienza ambientale. La foresta sarà affiancata da una superstrada dedicata esclusivamente alle biciclette: un’infrastruttura sicura, segregata dal traffico, che collegherà i comuni lungo la tratta, promuovendo la mobilità sostenibile.

“La bicicletta diventa un mezzo per unire le comunità locali – spiega Gibelli – occupando spazi interstiziali inutilizzati e offrendo un’alternativa concreta all’auto privata”. Questa visione, ispirata a modelli già esistenti in Paesi come Olanda e Germania, rappresenta una novità per l’Italia su una scala così vasta.

Il concetto che più sta a cuore a Gibelli è quello dell’equipotenzialità fra centro e periferia, che significa poter fare le stesse cose in punti diversi della città, a  prescindere dalle disponibilità economiche di ciascuno. “Attraverso un asse infrastrutturale integrato, bisogna arrivare a poter offrire gli stessi servizi e le stesse opportunità, indipendentemente dal luogo di residenza. Abitare a Milano a 10mila euro al metro quadro o a Busto Arsizio a 2mila euro non deve fare differenza in termini di accesso ai servizi”, afferma Gibelli. Un modo per provare a riequilibrare le disparità economiche e sociali lungo l’asse Milano-Malpensa, rendendo la regione un modello di inclusività urbana. La fine dei lavori dovrebbe intravedersi per il 2030.

Fili è allineato agli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, puntando su soluzioni innovative per affrontare le sfide ambientali e sociali. E i dati giocano un ruolo centrale per comprendere e rispondere alle nuove abitudini della popolazione. “Dopo la pandemia – prosegue il presidente del Gruppo Fnm – si è registrata una diminuzione dei viaggi nei giorni lavorativi, a causa dello smart working. Questi cambiamenti influenzano la progettazione dell’offerta di mobilità, che deve adattarsi alle esigenze di un pubblico sempre più diversificato”.

L’altro elemento in controtendenza è la scelta di usare sempre più il treno anche nel weekend: “Oggi si usa il treno fra il venerdì e la domenica più che nel 2019. Si cerca di tenere la macchina a casa e usare il mezzo pubblico per il tempo libero, una cosa che fino a cinque anni fa era inimmaginabile e i dati ci fanno comprendere la necessità di cambiare l’offerta”.

Il progetto Fili si fonda su un approccio multidimensionale alla rigenerazione urbana. Superando il concetto di ‘smart city’, introduce le idee di ‘senseable city’ e ‘sensitive city’. Le senseable city utilizzano la tecnologia per rispondere in tempo reale alle esigenze dei cittadini, mentre con sensitive city si mette l’accento sul benessere psicologico e sociale, creando spazi accoglienti e inclusivi. “Un approccio olistico che mira a trasformare gli spazi pubblici in luoghi di connessione sociale e partecipazione comunitaria”, aggiunge Gibelli.

Infrastrutture, tecnologia, natura e comunità sono i pilastri al centro del progetto Fili, per provare a rispondere alle sfide del presente con uno sguardo al futuro. Grazie a interventi che spaziano dalla creazione di foreste urbane alla rigenerazione delle stazioni, Fili punta a riscrivere l’immaginario urbano e a dar vita a una nuova identità per il territorio lombardo.

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