AI Matters, una nuova rete europea per alimentare l’intelligenza artificiale nella manifattura. L’Italia partecipa con tre partner. Coordina Made 4.0

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Parola d’ordine: verticalizzazione. Il progetto europeo AI Matters ha creato una rete di otto strutture distribuite in altrettanti paesi che mettono a disposizione delle imprese del settore digitale laboratori, macchinari, e competenze per implementare progetti di intelligenza artificiale focalizzati sull’industria. L’Italia partecipa con un’iniziativa coordinata da un competence center, Made4.0, e formata da altre due realtà: un centro di ricerca, la Fondazione Bruno Kessler, e un’impresa della digital transformation, Concept Reply, specializzata nell’IoT, internet delle cose. «Dobbiamo recuperare il ritardo europeo nello sviluppo dell’IA – spiega la coordinatrice europea del progetto, Valentina Ivanova -. Con AI Matters, le aziende possono testare tecnologie di intelligenza artificiale e portarle sul mercato. Usiamo finanziamenti europei e nazionali, grazie ai quali possiamo rilasciare servizi anche gratuiti per le imprese». In realtà, lo sconto sui servizi erogati da questi centri di collaudo e sperimentazione può arrivare a coprire al 100% delle spese solo per le micro o piccole imprese, mentre con l’aumentare delle dimensioni dell’azienda si riduce. Agevolazione massima del 90% per le medie imprese e fino al 65% per le grandi aziende.

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Insieme all’Italia partecipano Spagna, Grecia, Francia, Germania, Repubblica Ceca, Olanda e Danimarca. Le strutture non si rivolgono agli end user, ovvero alle imprese della manifattura che vogliono digitalizzare la produzione, ma agli attori dell’innovazione, quindi aziende che sviluppano soluzioni di intelligenza artificiale, system integrator, provider di tecnologia.

La direzione è quella indicata dal Rapporto Draghi per la competitività dell’Europa, che mette l’accento sulla necessità di recuperare il gap con Usa e Cina nello sviluppo del settore tecnologico. Ed è coerente con il Competitiveness Compass, il piano strategico approvato a fine gennaio dall’esecutivo UE che, per dirla con le parole della presidente Ursula von der Leyen, «concretizza le eccellenti raccomandazioni della relazione Draghi in una tabella di marcia». E fra le azioni prioritarie individua la diffusione delle tecnologie di ultima generazione nella manifattura.

Marco Taisch, full professor al Politecnico di Milano e presidente di Made4.0

L’orizzonte temporale del piano è triennale, il kick off operativo è avvenuto in questo inizio 2025 ed entro la fine del 2027 il nodo italiano punta a finanziare 150 progetti. Alcuni sono già in corso. Camngo, software house per industria 4.0 nata nel 2013, sta testando il nuovo modulo di una piattaforma che monitora la produzione e restituisce dati in tempo reale. Xaba, start-up canadese dei sistemi robotici che ha da poco aperto una sede in Italia, sta implementando un sistema cognitivo per robot per eseguire compiti di manifattura complessi e semplificare la programmazione. Smart Robots, spin off del Politecnico di Milano che fa parte del gruppo industriale e-Novia, sta lavorando sulla validazione di un sistema di visione che guida la corretta esecuzione del lavoro dell’operatore sulla linea di produzione e riconosce gli errori. FifthIngenium, specializzata in tecnologie avanzate, sta testando un sistema di interazione multimediale per semplificare l’interazione uomo macchina. Tesla Sistemi Informatici, che non produce auto ad Austin ma sistemi di impaginazione automatica a Carate Brianza, sta facendo i test funzionali di un software di impaginazione che genera manualistica tecnica estraendo i dati dalle aziende.

Il meccanismo prevede che le aziende contattino il competence center per accedere ai servizi, che sono consultabili sul portale dedicato al progetto. «Se poi un’impresa viene per AI Matters e noi rileviamo che invece non è questo lo strumento migliore che può utilizzare per il suo progetto, la reindirizziamo» spiega il project manager dedicato a questa iniziativa di Made4.0, Alessandro Favalli. Il quale annuncia anche un tour italiano in presentazione dell’iniziativa.

Insieme all’Italia partecipano Spagna, Grecia, Francia, Germania, Repubblica Ceca, Olanda e Danimarca. Le strutture non si rivolgono agli end user, ovvero alle imprese della manifattura che vogliono digitalizzare la produzione, ma agli attori dell’innovazione, quindi aziende che sviluppano soluzioni di intelligenza artificiale, system integrator, provider di tecnologia.

In occasione del lancio del nodo italiano, avvenuto il 30 gennaio nella sede del competence center, presenti oltre ai protagonisti del progetto ampie rappresentanze delle istituzioni e del mondo italiano del trasferimento tecnologico. Marco Taisch, presidente di Made 4.0, Alessandro Cimatti, direttore del Centro Digital Industry della Fondazione Bruno Kessler, Fabrizio Mancini, partner di Concept Reply, Valentina Ivanova, coordinatrice del progetto, Antonio Emilio Calegari, direttore di AI4I, The Italian Institute for Artificial Intelligence for Industry, Vittorio Calaprice, rappresentanza in Italia della Commissione europea, Mariusz Baldyga, project officer AI Matters della Commissione Europea DG Connect, Alessandro Fermi, assessore Università, ricerca e innovazione di Regione Lombardia, Alessandro Favalli, Made4.0, Paola Baruchelli, Fondazione Bruno Kessler, Andrea Riccio e Michele di Florio, Concept Reply.

La mission di AI Matters: creare l’infrastruttura europea per l’intelligenza artificiale nella manifattura, integrate con le altre tecnologie per la fabbrica digitale

Alessandro Favalli durante la presentazione del progetto al Competence Center Made4.0.

Ognuno degli otto nodi europei ha diverse specializzazioni che riguardano quattro macro-aree: digitalizzazione della fabbrica, interazione uomo-robot, economia circolare, tecnologie emergenti.  Il filo conduttore è l’intelligenza artificiale. Attenzione però. «L’IA generativa ha democratizzato questa tecnologia, e questo è un bene, perchè più se ne parla più si potenzia la diffusione – rileva il presidente di Made, Marco Taisch -. Ma bisogna anche parlarne con coscienza di causa. L’obiettivo di questo progetto e di Made è proprio questo: promuovere una corretta conoscenza dell’IA». Innanzitutto, va compreso che l’IA è una delle tecnologie che caratterizzano il forte cambiamento in atto, ma non l’unica. «La focalizzazione mediatica rischia di farla percepire come la panacea di tutti i mali, con cui le imprese possono risolvere tutti i problemi di innovazione di prodotto, produttività, rafforzamento delle filiere, competitività del sistema paese – prosegue il docente del Politenico di Milano -. Non è così. Industria 4.0 si appoggia su una serie di tecnologie. Senza l’Iot, la raccolta dei dati, o il cloud per memorizzarli non potremmo usare l’IA».

Prosegue nel ragionamento Antonio Calegari: il salto dell’IA che abbiamo conosciuto negli ultimi due anni «è stato un po’ uno tsunami. Certo, ha liberato l’enorme potenzialità della tecnologia, ad esempio con i Large language model. Ma non dimentichiamoci la boring AI, che interessa solo gli ingegneri, ma in realtà consente salti di efficienza, abilita nuovi modelli di business, innova i processi. Il punto è che il contesto richiede velocità. E la nostra mission è quella di aiutare il sistema ad adottare proficuamente ed efficientemente questa tecnologia, che è una delle tante, ma con la quale bisogna fare i conti molto rapidamente».

AI Matters è solo una delle numerose iniziative europee per lo sviluppo di un ecosistema di IA, segnala Baldyga: «ci sono gli european innovation hub, e altri programmi europei, che si possono coordinare». L’obiettivo è comune, implementare l’IA nel manufacturing. E richiede infrastrutture adeguate, anche in termini di capacita computazionale, formazione, e attenzione alla sostenibilità e all’impatto ambientale.

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Il nodo italiano, la fabbrica digitale di Made 4.0, i laboratori e le competenze di testing della Fondazione Bruno Kessler, Concept Reply per la messa a terra dei progetti

Alessandro Cimatti, direttore del Centro Digital Industry della Fondazione Bruno Kessler

Fra i servizi messi a disposizione dalla struttura italiana, applicazioni di intelligenza artificiale per gestione dell’inventario e ottimizzazione delle attività di pianificazione smart, manutenzione predittiva, ottimizzazione dei processi con cobot, test di software IA, estrazione di dati da documenti non strutturati, caratterizzazione di sensori attivi e passivi in ​​una sala metrologica, pianificazione della domanda, automazione della produzione, software di monitoraggio, previsione dei costi, analisi costi benefici.

Le competenze dei tre partner sono complementari, una Fondazione che fa ricerca, un’azienda privata, e un centro di trasferimento tecnologico. «Noi partiamo dalla nostra expertise sulla ricerca applicata – segnala Paola Baruchelli -. Abbiamo già una tradizione di lavoro con le aziende, alle quali mettiamo a disposizione laboratori, e offriamo servizi di testing e sperimentation su tecnologie di visione, metrologia, software engineering, iot». Concept Reply «accompagna i clienti dalla progettazione alla messa in atto del progetto – aggiunge Andrea Riccio -. Lavoriamo più che altro in ottica di testing, per adattare le proposte di mercato sulle esigenze dell’impresa, con laboratori e metodologie pronte all’uso per questo». Infine Made annuncia che nei prossimi tre anni aggiornerà la sua fabbrica digitale per sviluppare i servizi di IA.

I primi casi d’uso di AI Matters in Italia: Camdgo, Xaba, Smart Robots, FifthIngenium e Tesla Sistemi Informatici

Il progetto XCongnition di Xaba mira a semplificare la programmazione dei roboto e potenziare l’adattabilità del sistema. Il progetto di IA cognitiva che l’azienda sta sviluppato nell’ambito di AI Matters va ad affiancare questa soluzione. 

Concludiamo con i progetti già avviati. Camdgo sta sviluppando un nuovo modulo per la propria piattaforma di monitoraggio della produzione, Turbo M. Attualmente la suite si compone di cinque moduli, che forniscono in tempo reale dati sulla produzione e sull’efficienza energetica, il nuovo applicativo si chiama Emma e produce stime di costo. «È un motore di analisi dedicato a modelli tridimensionali – spiega l’amministratore unico Massimo Mutti -. Non è ancora un prodotto finito, stiamo per partire con la fase 2, di testing. Con AI Matters abbiamo risolto problemi che rallenterebbero l’implementazione, sia a livello di finanziamenti sia di accesso ai dati. Possiamo utilizzare laboratori avanzati, un ambiente protetto per fare test e validazione, il supporto di un team con competenze specializzate. Questa collaborazione ci garantisce una fase di test più sicura e affidabile».

Xaba sta invece lavorando a un nuovo prodotto di IA cognitiva, che si affianca a quello già sul mercato xCognition. «È un applicativo che semplifica la programmazione dei robot, in collaborazione con Abb», spiega l’head of software Raffaele Cigni. Il tool è pensato «per aiutare l’automation engineer nella fase di progettazione e per generare in modo automatico il codice per implementare la soluzione. L’obiettivo è semplificare la programmazione e potenziare l’adattabilità del sistema alle diversità che incontra. Spesso i robot vengono ancora programmati una volta sola per eseguire lo stesso compito per lunghi periodi. Con questo sistema, possiamo rendere l’automazione più flessibile. L’IA ci permette di catturare il know how del processo, e trasferire l’intelligenza necessaria per adattare l’automazione a casi d’uso differenti, magari condivisi fra clienti e fornitore».

 

Il sistema di visione 3D di Smart Robots per il riconoscimento degli oggetti. Nell’ambito di AI Matters, l’azienda sta sviluppando una nuova tecnologia di IA per il riconoscimento oggetti che individua errori complessi.

Smart Robots sta sviluppando una nuova tecnologia di IA per il riconoscimento oggetti che individua errori complessi. L’azienda ha già sul mercato un sistema di visione 3d, che riconosce errori dell’operatore e interviene sul sistema. C’è una guida a schermo, che illustra le modalità di esecuzione di un task utilizzando testi, immagini, istruzioni. E poi una parte di analytics che indica le migliorie possibili. Tutto data driven e tracciabile. L’applicativo può essere anche utilizzato su tutta la linea,  fornendo quindi istruzioni digitali omogenee a tutti gli operatori.

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In fase di sviluppo anche un agente IA che in base alle anomalie rilevate in produzione suggerisce come apportare modifiche, riorganizzare le postazioni, ottimizzare i flussi, effettuare training mirato. I sistemi di validazione dati della Fondazione Bruno Kessler consentono di individuare anomalie in modo automatico, e di velocizzare il time to market dell’applicazione.

FifthIngenium ha sviluppato Braind Digital Twin, soluzione che usa l’IA per selezionare i dati, elaborarli in cloud e poi visualizzarli su visori AR. L’azienda è al lavoro su un nuovo sistema di interazione multimediale per semplificare ulteriormente l’interazione uomo macchina.

FifthIngenium realizza prodotti che facilitano l’interazione fra mondo fisico e digitale in diversi ambiti. Ha un verticale per l’industria che si chiama Braind Digital Twin, composto da diversi moduli che vanno dal supporto all’operatore nelle operazioni di manutenzione utilizzando la realtà aumentata, alla formazione immersiva alla realizzazione di un catalogo di vendita in 3d. Utilizza intelligenza artificiale per selezionare i dati, li elabora in cloud e poi li restituisce all’operatore sul campo tramite visori di AR.

Sta testando un nuovo sistema di interazione multimediale per semplificare ulteriormente l’interazione uomo macchina, utilizzando anche il linguaggio naturale. L’operatore può esplorare manuali, check list e altre fonti in modo veloce e intuitivo.

Michele di Florio, BU manager di Concept Reply.

Infine, Tesla Sistemi Informatici, che con il marchio delle auto elettriche americane ha in comune solo il nome. È un’azienda tecnologica con 30 anni di storia specializzata in sistemi di impaginazione automatica. Sta sviluppando una nuova versione del suo prodotto Frame Editor, e sta facendo con Made4.0 i test funzionali. L’applicativo prende i dati dalla rete, sia da fonti digitali sia da semplici documenti word o pdf, o da immagini. E li usa per generare manualistica tecnica, listini, cataloghi, con un forte focus sul contenuto. Consente alle imprese di tenersi in casa le competenze, garantisce qualità dei contenuti, conformità e tracciabilità, aggiornamenti automatici.



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