Berlino, Ilip e riciclo sostenibile: fino all’80% di r-Pet

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“Quando la Francia ha sperimentato la restrizione dell’uso di packaging sull’ortofrutta sono calate le vendite, per esempio, di nettarine e uva. Il totale degli imballaggi in plastica per l’ortofrutta vale solo l’1.5%. Non si può penalizzare questo settore”. Parole di Roberto Zanichelli, business development marketing director, di Ilip che a Fruit Logistica, all’interno dei talk organizzati dall’azienda emiliano romagnola, ha dato il suo contributo al tema che divide filiera e decisori politici europei.  

I punti critici del nuovo regolamento europeo Ppwr

Il manager parte dalla Ilip per misurare il fenomeno: “Il nuovo regolamento europeo potrebbe creare problemi alla nostra azienda e all’intera filiera, coinvolgendo anche produttori e confezionatori. Il paradosso è che il regolamento penalizza un settore, quello del Pet per ortofrutta, che è già virtuoso”.

Vediamo i numeri: “I nostri imballaggi in Pet per ortofrutta contengono mediamente un 80% di materiale riciclato, ben oltre il 50% richiesto dal regolamento europeo per il 2040. Paradossalmente, per conformarci al regolamento, dovremmo addirittura ridurre la percentuale di riciclato nei nostri prodotti”.

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Altri numeri a supporto della critica al Ppwr: “Inoltre, gli imballaggi in plastica per ortofrutta rappresentano solo l’1,5% di tutti gli imballaggi in plastica per alimenti a livello europeo. Non ha senso penalizzare un settore già in difficoltà, soprattutto perché i consumi di ortofrutta in Europa sono in calo. Il provvedimento sembra essere motivato più da ideologia che da una reale necessità ambientale”.

Verso i 15 anni di impegno nel riciclo degli imballaggi in Pet 

Nel colloquio si è partiti dall’attualità stringente della cronaca politica, ma alla fiera di  Berlino Ilip si presenta come azienda all’avanguardia nella dimensione ambientale.  “Ilip fa parte del gruppo Ilpa, composto da Ilip, MP3 e EMP Recycling di Ferrara che abbiamo acquisito nel 2012. Si è iniziato con il riciclo degli imballaggi in Pet, inizialmente solo bottiglie. Da un paio d’anni abbiamo iniziato a riciclare anche vassoi in Pet”.

Una linea tutta dedicata ai vassoi in Pet post consumo 

Sono oltre 10 anni –  e verso i 15 – dalla parte del riciclo e cresce in modo esponenziale l’impegno verso questa mission aziendale.  “Abbiamo duplicato la nostra capacità di riciclo. Lavoriamo con una linea dedicata alle bottiglie per ottenere r-Pet e abbiamo installato una nuova linea dedicata esclusivamente ai vassoi in Pet post-consumo”.

Nell’ambito dell’ortofrutta, parliamo di cestini per la frutta e la verdura, ma non ci si limita alla filiera. “Noi ricicliamo tutti i vassoi che provengono dai centri di selezione di Corepla. Dentro non ci sono solo imballaggi per l’ortofrutta, ma anche per carne, affettati e altri prodotti”.

Si parte dalla raccolta differenziata dai Comuni, vengono realizzate delle balle di materiali che vengono vendute nelle aste e poi le aziende come Ilip lavorano e selezionano ulteriormente. I tappi in plastica delle bottiglie, per esempio, vengono selezionati e rivenduti ad industrie specializzate. In questo modo si riduce sensibilmente la  quota di rifiuto non recuperabile

Se nell’ortofrutta in media prevale il mono materiale, per altre categorie merceologiche dell’alimentare bisogna risolvere il problema dell’accoppiamento di diverse tipologie di plastica. “Una delle sfide principali – sottolinea  Zanichelli – è stata riuscire a riciclare alcune tipologie di imballaggi multistrato, soprattutto quelli per gli affettati e la carne, che possono essere composti da Pet più uno strato di polietilene o addirittura PET + EVOH per fare barriera ai gas”.

Vinte sfide complicate 

Nel concreto è necessario disaccoppiare i diversi polimeri.  “In un vassoio multistrato in Pet, anche una piccolissima percentuale di PE può contaminare il riciclo del Pet, rendendo il prodotto finale lattiginoso e non trasparente. Per questo motivo, abbiamo sviluppato un sistema di delaminazione dei vassoi che ci permette di ottenere un Pet riciclato il più puro possibile, garantendo le stesse caratteristiche di trasparenza del Pet proveniente dalle bottiglie”.

“L’ideale sarebbe lavorare imballaggi mono materiale come quelli dell’ortofrutta, ma abbiamo risolto i problemi del multistrato”. Il messaggio è chiaro: riusciamo a lavorare gli imballaggi più complicati, figuriamoci sull’ortofrutta dove tagliamo grandi traguardi

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Si tratta di importanti passi avanti che rendono la Ilip una delle aziende più all’avanguardia nel settore.”Nel nostro impianto di Ferrara, dove, grazie all’integrazione verticale all’interno del gruppo, gestiamo l’intera supply chain del riciclo. Questo ci permette di garantire tracciabilità, origine e qualità del materiale, chiudendo il ciclo del Pet: da vassoio a vassoio. La nostra nuova linea si chiama T2T R-PET, dove T2T sta per tray to tray. Siamo riusciti a rendere perfettamente circolari i nostri imballaggi“.

A Ferrara si riciclano 60mila tonnellate 

I numeri sono fondamentali per capire l’impatto reale. “Oggi a Ferrara abbiamo una capacità di riciclo di circa 60mila tonnellate di Pet, di cui 10.000 provengono dal riciclo di vassoi post-consumo. Nei nostri imballaggi in Pet è presente mediamente un 80% di materiale riciclato, di cui circa il 15% proviene dal riciclo di vassoi. Il nostro obiettivo è aumentare sempre più questa quota, rendendo il ciclo perfettamente circolare”.

Un contributo alla sostenibilità che si scontra con il nuovo regolamento europeo che punta sul riuso e penalizza il riciclo. 



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