Un milione di ucraini non vuole più combattere ma l’Italia invia le armi

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ALBERT

BOLLETTINO PACIFISTA

La voce della ragione in tempi di guerra


Coordinamento campagna no armi per la guerra in Ucraina

Prossima videoriunione il 22 gennaio

Mercoledì 15 gennaio si è tenuta la prima riunione online, durante la quale è stata creata una prima struttura di coordinamento per la campagna.

La prossima riunione online è fissata per mercoledì 22 gennaio alle 20:30.

Chi desidera far parte del coordinamento clicchi qui e compili il modulo online.

⚠️ Nota importante: chi ha già compilato il modulo durante la riunione di mercoledì scorso non deve compilarlo di nuovo. Il modulo è riservato solo ai nuovi partecipanti per raccogliere i dati necessari all’invio del link Zoom per collegarsi.

Per ulteriori informazioni o chiarimenti, potete contattare:
Andrea Catone – Coordinamento campagna

articolo11.bari@gmail.com


Iter parlamentare del decreto

Il Ddl n. 1335 – Decreto-legge n. 200/2024, “Cessione mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari in favore dell’Ucraina”, già discusso in sede referente dalla 3^ Commissione , Esteri e Armamenti, del Senato  sarà portato in aula per la discussione e l’approvazione nelle sedute dei giorni di Martedì 21 Gennaio (ore16,30-20) – Mercoledì 22 Gennaio (ore 10-20) – Giovedì 23 Gennaio (ore 10).

Cessione crediti fiscali

procedure celeri

 

Il 28 gennaio inizia la discussione nella 4^ Commissione della Camera, per cui l’approvazione in Senato dovrà avvenire entro quella data, per poter consentire alla Commissione della Camera la discussione del testo approvato in Senato. Successivamente il testo andrà in aula alla Camera per l’approvazione.

Il termine per la conversione in legge del D.L. n. 200/2024 scade il 25 febbraio.


La campagna “La casa brucia” aderisce a “No armi all’Ucraina”

La campagna contro l’invio di armi in Ucraina, promossa su www.peacelink.it/noarmiucraina, sta raccogliendo un numero crescente di adesioni in tutta Italia. Tra le voci che si sono unite a questa mobilitazione spicca “La casa brucia” (www.disarma.it), un’iniziativa nazionale nata a Firenze ai primi di ottobre, in occasione della quarta edizione della tre giorni “Il coraggio della pace”.
LA CASA BRUCIA è una campagna nazionale nata i primi di ottobre a Firenze

“La casa brucia” si presenta come uno spazio collettivo e inclusivo, che aggrega il pensiero pacifista e si oppone fermamente alla logica della guerra come strumento di risoluzione dei conflitti. Il cuore della campagna è chiaro: smilitarizzare la politica estera e costruire percorsi di pace che mettano al centro la diplomazia e il dialogo. L’adesione alla petizione “No armi all’Ucraina” rappresenta per “La casa brucia” un passo concreto per amplificare la propria voce e dimostrare che esiste una significativa parte della popolazione italiana contraria all’invio di armi.

Un appello al popolo pacifista

Il messaggio di “La casa brucia” è un invito diretto e accorato: firmiamo la petizione in massa. È un gesto che va oltre la firma: è una testimonianza di dissenso verso una narrativa che giustifica la guerra come unica strada possibile. Come sottolineano i promotori, la pace non può essere la semplice imposizione di una sopraffazione, ma deve nascere dalla ricerca di nuovi equilibri fondati sulla giustizia e sulla cooperazione internazionale.

Contabilità

Buste paga

 

“La casa brucia” chiama la società civile a prendere parola, a rifiutare l’indifferenza e a costruire insieme un movimento di pressione politica per fermare l’invio di armi e aprire spazi di dialogo.

Come aderire

Un altro mondo è possibile solo se saremo in grado di trasformare le nostre convinzioni in azioni concrete.

Per aderire e firmare la petizione, visita www.peacelink.it/noarmiucraina. La pace ha bisogno di tutti noi, oggi più che mai.


Un milione di ucraini non vuole più combattere e l’Italia invia le armi

In Ucraina, la guerra mostra il suo volto più drammatico: oltre 800.000 renitenti alla leva e almeno 100.000 disertori scelgono di non combattere, rifiutando di diventare ingranaggi di una macchina bellica che sembra non avere fine. Questi numeri, benché parziali e sottostimati, raccontano di un dissenso profondo e diffuso, che attraversa le città, i villaggi e persino le trincee. Molti comandanti, nella speranza che i soldati tornino spontaneamente, evitano di avviare procedimenti disciplinari, rendendo il fenomeno ancora più difficile da quantificare. Ma una cosa è certa: il rifiuto di combattere ha raggiunto proporzioni senza precedenti.

E mentre un milione di ucraini dice “no” alla guerra, l’Italia continua a inviare armi. Un cortocircuito morale che non può lasciare indifferenti. Ogni spedizione militare rafforza una dinamica di morte e distruzione, alimentando un conflitto sanguinoso che ha già fatto migliaia di vittime e distrutto intere comunità.

L’illusione delle armi

Le armi non portano pace, e lo si è visto. È un’illusione pericolosa pensare che inviare fucili, missili, cannoni e carri armati possa avvicinare la fine della guerra. Al contrario, prolungano la sofferenza, radicalizzano le posizioni e chiudono le porte al dialogo. La fuga di centinaia di migliaia di ucraini dalla guerra è un messaggio chiaro: non vedono alcuna via d’uscita in questo scontro fino all’ultimo sangue.

Assistenza per i sovraindebitati

Saldo e stralcio

 

Eppure, anziché ascoltare queste voci, i governi europei — Italia compresa — continuano a finanziare e armare una guerra senza fine e senza prospettiva. L’invio delle armi nel 2022 ebbe questa motivazione: difendono la vita di chi è attaccato. Ma è accaduto l’esatto contrario: l’invio di armi ha alimentato la carneficina. La guerra avrebbe provocato, complessivamente da entrambe le parti, un milione di morti e feriti.

Una scelta di coscienza

Di fronte a questi numeri, è urgente che la società civile e i movimenti pacifisti facciano sentire la loro voce. Dobbiamo chiedere al governo italiano di fermare l’invio di armi e di impegnarsi attivamente per una soluzione diplomatica del conflitto.

La diserzione e la renitenza alla leva non sono atti di codardia, ma scelte di coscienza che meritano rispetto. Sono dettate da un istinto di conservazione che non sembra trovare comprensione nelle elite politiche occidentali che hanno scommesso sulla sconfitta della Russia e ora si trovano di fronte all’esito probabilmente opposto. Non possiamo voltare le spalle a un milione di ucraini che rifiutano la guerra. Non possiamo ignorare che le loro vite vengono messe a rischio anche dalle armi che partono dall’Italia.

Agire per la pace

L’Italia, invece di alimentare il conflitto, deve farsi promotrice di una politica di pace, sostenendo l’avvio di negoziati.

La guerra non è inevitabile. La pace è una scelta. E questa scelta, oggi, riguarda tutti noi.


No all’invio delle armi per alimentare la guerra in Ucraina

Le adesioni nel mondo della Chiesa
L'arcivescovo Giuseppe Satriano (Bari-Bitonto)

La petizione per fermare il rifinanziamento degli armamenti destinati alla guerra in Ucraina ha ricevuto un ulteriore, significativo sostegno. L’arcivescovo di Bari-Bitonto, monsignor Giuseppe Satriano (nella foto), ha deciso di firmare l’appello rivolto ai parlamentari, affiancandosi a figure del mondo ecclesiale come l’arcivescovo Giovanni Ricchiuti, presidente di Pax Christi, don Angelo Cassano, presidente di Libera Puglia, e padre Alex Zanotelli, missionario comboniano e direttore della rivista Mosaico di Pace.

Link: https://www.peacelink.it/pace/a/50503.html


Adesioni collettive alla campagna

Adesioni di associazioni e movimenti alla petizione contro l’invio di armi all’Ucraina (sono tante e ne abbiamo riportate solo alcune, presto vedrete anche le altre)
Il logo della campagna contro l'invio delle armi italiane nella guerra in Ucraina

  • Abbasso La Guerra – Varese
  • Aiutateci a Salvare i Bambini ODV
  • Anpi Sezione di Barberino di Mugello (Firenze)
  • Anpi – sezione di Solarolo (Ravenna)
  • Anpi – sezione di Vobarno (Brescia)
  • Arci Cuba Insieme – Torino
  • Associazione Città Aperta – Napoli
  • Associazione nazionale di amicizia Italia Cuba
  • Associazione Reggiana per la Costituzione – Reggio Emilia
  • Associazione Senza Paura
  • Awmr Italia- Donne della Regione Mediterranea
  • Comitati Dossetti per la Costituzione
  • Comitato pace subito – Brescia
  • Comitato per la Pace di Manduria – Taranto
  • Comitato Spontaneo contro le nocività – Brescia
  • Coordinamento per la democrazia costitituzionale (CDC) – Firenze
  • Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia ETS
  • Coordinamento No NATO Emilia Romagna
  • Coordinamento per la Pace – Milano
  • Costruttori di Pace – Putignano (Bari)
  • Donne in Nero di Bergamo
    E se smettessimo con la guerra?

  • Donne in nero, Piombino (Livorno)
  • Donne in Nero di Ravenna
  • La Casa Brucia – Il coraggio della pace
  • Legambiente – Circolo territoriale l’anatroccolo APS di Siracusa
  • Legambiente Torino
  • Medicina Democratica, movimento di lotta per la salute
  • Movimento Internazionale per la Riconciliazione
  • Pax Christi
  • PeaceLink
  • Rete della Conoscenza Puglia
  • Rete Toscana in Movimento
  • Reti di Pace – Laboratorio Monteverde (Roma)
  • Sa Defenza – Cagliari
  • Una città in comune – Pisa
  • Usb – Ancona
  • Vangelo & Costituzione – Bari

Sono giunte adesioni locali e nazionali di partiti politici come PCI, Rifondazione Comunista, Sinistra Italiana.

Dilazioni debiti fiscali

Assistenza fiscale

 

Per l’elenco completo clicca qui


La petizione è su varie agenzie stampa

Fin dal 2022 l'opinione pubblica italiana si è schierata contro l'invio delle armi in Ucraina, i contrari hanno vistosamente oltrepassato i favorevoli

ANSA

Petizione contro conversione decreto invio armi in Ucraina

Inviata al Parlamento da religiosi, attivisti, esponenti cultura

08 Gennaio , 14:42

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(ANSA) – BARI, 08 GEN – Oggi 34 tra religiosi, esponenti del mondo della cultura, della società civile, dell’attivismo sociale e del movimento per la pace hanno presentato una petizione al Parlamento, redatta ai sensi dell’articolo 50 della Costituzione, chiedendo ai rappresentanti delle Camere di non convertire in legge il decreto governativo che autorizza l’invio di armi italiane all’Ucraina fino al 31 dicembre 2025. Primi firmatari sono Giovanni Ricchiuti, arcivescovo e presidente Pax Christi, e Alex Zanotelli, missionario comboniano e direttore del mensile di Pax Christi Mosaico di Pace. Il documento è stato sottoscritto, tra gli altri, da Elena Basile, già ambasciatrice in Svezia e Belgio; Ginevra Bompiani, scrittrice; Luciano Canfora, professore emerito dell’università di Bari; don Angelo Cassano, presidente di Libera (Puglia); Domenico Gallo, presidente di Sezione onorario Corte di Cassazione; Alessandro Marescotti, presidente di Peacelink; Moni Ovadia, uomo di teatro; Vauro Senesi, disegnatore; Massimo Wertmuller, attore. La petizione sottolinea come “un ulteriore invio di armi contribuirebbe all’escalation bellica in Ucraina, alimentando un conflitto senza prospettive di soluzione negoziale e avvicinando l’Italia a un coinvolgimento diretto nel conflitto”. Inoltre, il documento denuncia “le gravi conseguenze economiche e sociali di una crescente militarizzazione delle economie europee, con drastici tagli al welfare per finanziare spese di guerra”. I firmatari invocano “il pieno rispetto della Costituzione, che ripudia la guerra come strumento di risoluzione delle controversie internazionali”. I cittadini che vorranno sostenere la petizione potranno farlo anche online cliccando su www.peacelink.it/noarmiucraina. (ANSA).

Prevalgono i contrari all'invio di armi in Ucraina

Adnkronos

MERCOLEDÌ 08 GENNAIO 2025 13.33.52

UCRAINA: PETIZIONE INTELLETTUALI E SOCIETA’ CIVILE, NON CONVERTIRE DECRETO ARMI =

ADN0593 7 POL 0 ADN POL NAZ UCRAINA: PETIZIONE INTELLETTUALI E SOCIETA’ CIVILE, NON CONVERTIRE DECRETO ARMI = Taranto, 08 gen. – (Adnkronos) – Trentaquattro esponenti di rilievo del mondo della cultura, della società civile, dell’attivismo sociale e del movimento per la pace hanno esercitato il diritto costituzionale di presentare una petizione al Parlamento italiano, ai sensi dell’articolo 50 della Costituzione, con cui si chiede ai rappresentanti delle Camere di non convertire in legge il decreto governativo che autorizza l’invio di armi italiane all’Ucraina fino al 31 dicembre 2025. I primi firmatari sono l’arcivescovo Giovanni Ricchiuti, presidente nazionale di Pax Christi, e Alex Zanotelli, missionario comboniano e direttore della rivista Mosaico di pace. I firmatari ricordano che la la Costituzione italiana sancisce chiaramente che ‘tutti i cittadini possono rivolgere petizioni alle Camere per chiedere provvedimenti legislativi o esporre comuni necessità” (Articolo ndr)’. Questa iniziativa, sottolineano,” si colloca quindi pienamente nei diritti democratici dei cittadini, evidenziando un’urgente necessità di riflessione sulle scelte di politica estera e militare del nostro Paese”. La petizione sottolinea come “un ulteriore invio di armi contribuirebbe all’escalation bellica in Ucraina, alimentando un conflitto senza prospettive di soluzione negoziale e avvicinando l’Italia a un coinvolgimento diretto nel conflitto” . Inoltre, il documento denuncia “le gravi conseguenze economiche e sociali di una crescente militarizzazione delle economie europee, con drastici tagli al welfare per finanziare spese di guerra”. I firmatari invocando ” il pieno rispetto della Costituzione, che ripudia la guerra come strumento di risoluzione delle controversie internazionali”. La petizione andrà ora al vaglio del Parlamento, che sarà chiamato a decidere se convertire in legge il decreto. Tra gli altri firmatari l’ ex parlamentare DEL Movimento Cinque Stelle Alessandro Di Battista, il fisico Carlo Rovelli, lo storico Luciano Canfora, la scrittrice Ginevra Bompiani, il Presidente di Sezione onorario della Corte di Cassazione Domenico Gallo, l’ex parlamentare Raniero La Valle, il presidente di Peacelink Alessandro Mare scotti, gli attori Moni Ovadia e Massimo Wertmuller e il disegnatore satirico Vauro Senesi. I cittadini che vorranno sostenere la petizione potranno farlo anche online cliccando su www.peacelink.it/noarmiucraina (Pas/Adnkronos) ISSN 2465 – 1222 08-GEN-25 13:33 NNNN

Agenzia DIRE

UCRAINA. ITALIA, PRESENTATA IN PARLAMENTO PETIZIONE STOP ARMI /FOTO
34 FIRMATARI, CON ZANOTELLI, CANFORA, ROVELLI E DI BATTISTA

(DIRE) Roma, 8 gen. – Oggi 34 esponenti di rilievo del mondo della cultura e della società civile hanno presentato una
petizione in Parlamento chiedendo a deputati e senatori delle Camere di non convertire in legge il decreto che autorizza
l’invio di armi italiane all’Ucraina fino al 31 dicembre 2025.
Nel trasmettere la notizia, in una nota l’organizzazione Peacelink evidenzia che la Costituzione italiana sancisce che
“tutti i cittadini possono rivolgere petizioni alle Camere per chiedere provvedimenti legislativi o esporre comuni necessità”.
Nel comunicato si legge che “questa iniziativa si colloca quindi pienamente nei diritti democratici dei cittadini, evidenziando un’urgente necessità di riflessione sulle scelte di politica estera e militare del nostro Paese”.
Tra i primi firmatari della petizione figurano l’arcivescovo Giovanni Ricchiuti, presidente di Pax Christi, e Alex Zanotelli, missionario comboniano e direttore della rivista Mosaico di Pace.
Peacelink evidenzia che “la petizione sottolinea come un ulteriore invio di armi contribuirebbe all’escalation bellica in Ucraina, alimentando un conflitto senza prospettive di soluzione negoziale e avvicinando l’Italia a un coinvolgimento diretto nel conflitto”. Inoltre, si legge nella nota, “il documento denuncia le gravi conseguenze economiche e sociali di una crescente militarizzazione delle economie europee, con drastici tagli al welfare per finanziare spese di guerra”.
I firmatari invocano il pieno rispetto della Costituzione, che ripudia la guerra come strumento di risoluzione delle
controversie internazionali.
La petizione andrà ora al vaglio del Parlamento, che sarà chiamato a decidere se convertire in legge il decreto.
Peacelink riferisce che i cittadini che vorranno sostenere la petizione potranno farlo anche online cliccando su
www.peacelink.it/noarmiucraina
I promotori della petizione al Parlamento Italiano sono:
Giovanni Ricchiuti, arcivescovo e presidente Pax Christi, Alex Zanotelli, missionario comboniano e direttore del mensile di Pax Christi Mosaico di Pace, Elena Basile, già ambasciatrice in Svezia e Belgio, attualmente a riposo, Piero Bevilacqua, già ordinario storia contemporanea Università di Roma La Sapienza, Ginevra Bompiani, scrittrice, Marina Boscaino, portavoce comitati contro ogni autonomia differenziata, Maurizio Brotini, sindacalista Cgil, Luciano Canfora, professore emerito dell’Università di Bari, filologo classico, storico e saggista, Don Angelo Cassano, presidente di Libera (Puglia), sacerdote Andrea Catone, storico e saggista, direttore della rivista “MarxVentuno”, Angelo D’Orsi, già professore di storia delle dottrine politiche dell’Università di Torino, Roberta De Monticelli, già Professore Ordinario di Filosofia moderna e contemporanea all’Università di Ginevra già Professore Ordinario di Filosofia della persona all’Università San Raffaele di Milano, attualmente Senior Collaborator dell’Università San Raffaele, in quanto direttrice del Centro di Ricerca Persona e della rivista “Phenomenology and Mind”, Alessandro Di Battista, giornalista, scrittore, già parlamentare, Monica Di Sisto, giornalista di Askanews, esperta in commercio internazionale e economia solidale, Andrea Fumagalli, docente di Economia Politica all’università di Pavia, membro del blog Effimera.org e del Bin-Italia (Basic income network), Domenico Gallo, Presidente di sezione onorario Corte di Cassazione, Alfonso Gianni già parlamentare e membro del governo Prodi secondo, attualmente direttore della rivista trimestrale Alternative per il Socialismo, Claudio Grassi, già senatore della Repubblica, portavoce di “Il coraggio della pace: disarma”, Raniero La Valle, giornalista e saggista, già direttore del quotidiano cattolico l’Avvenire d’Italia, già parlamentare, Michele Lucivero, Osservatorio contro la militarizzazione della scuola e dell’Università, docente di Storia e Filosofia, Fabio Marcelli, copresidente del Cred (Centro di ricerca ed elaborazione per la democrazia), Laura Marchetti, docente di Antropologia e Pedagogia Interculturale all’Università di Reggio Calabria, già sottosegretario di Stato, Alessandro Marescotti, presidente di PeaceLink, mediattivista, già docente di Lettere, Lea Melandri, scrittrice, saggista, giornalista, presidente della Libera Università delle Donne di Milano, Vito Micunco, referente Comitato per la pace Bari, Luisa Morgantini, sindacalista e attivista per la pace, già vice Presidente Parlamento Europeo, presidente AssoPacepalestina, Moni Ovadia, uomo di teatro Sabrina Pignedoli, giornalista, saggista, ex europarlamentare, Carlo Rovelli, scienziato, fisico, saggista e divulgatore scientifico italiano, specializzato in fisica teorica, attualmente docente in Francia all’Università di Aix-Marseille, Linda Santilli, attivista politica femminista, insegnante Enzo Scandurra, già ordinario di Urbanistica nell’università Sapienza di Roma, Vauro Senesi detto Vauro, disegnatore, Francesco Sylos Labini, saggista, dirigente di ricerca del Centro Ricerche Enrico Fermi, Massimo Wertmuller, attore.
(Vig/Com/Dire)
18:05 08-01-25

E anche altre agenzie stampa e varie testate giornalistiche (Il Fatto Quotidiano, Il Manifesto, ecc.) hanno dato informazione.


Whistleblower

Daniel Hale è libero, adesso occupiamoci dell’australiano Daniel McBride 

La campagna di PeaceLink a sostegno di Daniel Hale è stata ufficialmente chiusa, poiché Hale ha scontato la sua pena e ora è libero. Hale era stato condannato a 45 mesi di prigione per aver rivelato informazioni riservate sul programma di attacchi con droni degli Stati Uniti, evidenziando l’alta incidenza di vittime civili in queste operazioni.

Con la liberazione di Hale, l’attenzione si sposta ora su un altro whistleblower, Daniel McBride. McBride è stato condannato per aver denunciato crimini di guerra commessi dalle forze australiane in Afghanistan. La sua storia solleva importanti interrogativi sulle operazioni militari in Afghanistan. È fondamentale ora sostenere McBride nella sua azione per la giustizia e la verità, continuando a promuovere i diritti dei whistleblower e a chiedere responsabilità per le azioni militari.

Per saperne di più clicca qui https://www.peacelink.it/pace/a/50508.html


La Camera USA contro la Corte penale internazionale
Netanyahu – criminale di guerra

La recente approvazione da parte della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti di un provvedimento che prevede sanzioni contro i funzionari della Corte penale internazionale (CPI) segna un momento critico per il diritto internazionale. Questo atto è stato motivato dalla decisione della CPI di emettere un mandato d’arresto contro il premier israeliano Benjamin Netanyahu, evidenziando una frattura tra gli Stati Uniti e il sistema di giustizia internazionale.

La CPI, istituita per perseguire crimini di guerra, crimini contro l’umanità e genocidi, si trova ora sotto attacco da parte di una delle principali potenze mondiali, che ne contesta apertamente l’autorità. La misura adottata dalla Camera USA rappresenta un pericoloso precedente che mina gli sforzi per garantire giustizia alle vittime dei crimini più gravi, rafforzando al contempo l’impunità dei potenti.

La necessità di una mobilitazione pacifista

Come pacifisti, non possiamo restare indifferenti di fronte a questo attacco alla giustizia globale. È necessario denunciare pubblicamente il rischio di delegittimare le istituzioni internazionali che rappresentano un baluardo contro l’impunità. Invitiamo la società civile a prendere posizione a favore della CPI e a chiedere ai governi di tutto il mondo di rispettare e sostenere la sua autonomia.

Continua qui https://www.peacelink.it/palestina/a/50511.html



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