Giacchetta e il mercato: “Scelte funzionali al gioco della Cremonese con giocatori pronti a lottare”

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CREMONA – Tra l’amarissimo ko a Salerno e la voglia di riscattarsi già domenica allo Zini contro il Sudtirol, la Cremonese conferma l’intenzione di volersi avvicinare alle prime del campionato pur facendo i conti con alcuni risultati di stretta misura che non hanno premiato gli sforzi compiuti sul campo. A parlare per bocca della società è il direttore sportivo Simone Giacchetta che a proposito di un finale di stagione ricco di scontri diretti, sottolinea come «molto dipende da noi, perché il calendario ha un valore relativo. I numeri dicono che fatichiamo più in casa che fuori, ma ogni gara fa storia a sé e l’importante è stare bene di gambe e di testa per portare a casa punti. Se le tre squadre davanti manterranno questo ritmo è giusto che vincano e gli faremo i complimenti, però la Cremonese deve dare il meglio già a partire da domenica perché il Sudtirol è un avversario difficilissimo. Noi veniamo dal ko di Salerno e gli altoatesini hanno uno stile molto diverso da quello della Cremonese. Se vogliamo imporci da qui alla fine del campionato bisogna cominciare da domenica».

Tra un appuntamento e l’altro del campionato, la società grigiorossa ha voluto tracciare il bilancio del mercato invernale appena concluso. Stroppa ripartirà con una rosa più snella (un elemento in meno) e un centrocampo sulla carta più robusto.

«Il nostro mercato – spiega Giacchetta – ha voluto essere il più funzionale possibile all’idea di calcio della nostra squadra e del nostro allenatore. Abbiamo cercato di migliorarci dal punto di vista tecnico e di dare l’opportunità di giocare ad alcuni nostri giocatori che avevano espresso la volontà di andare altrove. In questo modo abbiamo voluto rendere l’ambiente ancora più favorevole e abbiamo cercato elementi che offrono un valore aggiunto».

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Avete rinforzato il centrocampo su richiesta di Stroppa?

«Abbiamo ragionato con l’allenatore per capire dove migliorare la squadra. A gennaio non si può migliorare tanto come nel mercato estivo. Abbiamo guardato al ruolo dei quinti, in linea con lo stile di gioco offensivo, e in quella zona abbiamo inserito Azzi. Abbiamo provato e valutato Collocolo che ha dato risposte buone in quella posizione, pertanto si è reso necessario aggiungere un giocatore in mezzo al posto di Collocolo ed ecco arrivare Gelli. Giocatore polivalente e veloce, è un motore in più a metà campo. Detto questo, l’uscita di Buonaiuto ha consentito l’arrivo di Valoti che è un centrocampista offensivo di inserimento, un giocatore che sa andare in rete. Crediamo di avere un centrocampo di ottimi giocatori per la categoria. Il principio era che per un’uscita di livello avremmo fatto un’entrata di livello e sono arrivati elementi che hanno vinto già il campionato».

Avete centrato tutti gli obiettivi o siete rimasti con qualche rimpianto?

«Il mercato importante, a mio modo di vedere, era stato fatto la scorsa estate e quindi abbiamo agito per migliorare dove si poteva. Abbiamo dato un seguito al lavoro precedente ma senza esagerare. Le trattative sono state tante: ad alcuni ci siamo avvicinati, con qualcuno ci siamo fermati a metà, ma in linea di massima abbiamo raggiunto il nostro obiettivo».

Sull’attacco Giacchetta conclude così: «I nostri attaccanti sono stati nel mirino di alcuni club e questo è il segno che piacciono e che abbiamo lavorato bene, ma siamo contenti di essere rimasti con quelli che abbiamo. Hanno tanto da dimostrare e diamo ancora fiducia a loro. Abbiamo del potenziale: a volte il numero di gol non è determinato dalle sole abilità individuali, concorrono altre situazioni. Siamo convinti che chi c’è potrà dare il massimo. In rosa abbiamo 21 giocatori più 3 portieri. Per tutti c’è la possibilità di essere protagonisti senza più alibi. C’è bisogno del massimo coinvolgimento da parte di tutti. Tutti si sentiranno protagonisti, perché deve essere importante il cammino da qui alla fine. Diamo i giusti meriti alle prime tre della classe che stanno rendendo il campionato strano, ma siamo forti anche noi. Peccato aver preso una scia negativa in un certo periodo della stagione, però anche a Salerno abbiamo dimostrato di essere forti. A volte ci gira male e manca qualche punto».

La Cremonese ha ceduto quasi tutti i suoi elementi in prestito con riscatto, mentre ha acquistato a titolo definitivo. In questo modo il parco giocatori totale conta oggi una cinquantina di elementi.

«Abbiamo aumentato il parco giocatori che è di livello. Contiamo 50 giocatori professionisti tra Primavera, prestiti e prima squadra. Tra questi ci sono tanti ragazzi in giro che vogliono consolidare lo status da professionista. Oggi il contratto è un obbligo per i ragazzi validi se vuoi aiutarli a crescere. Il più delle volte tocca a loro dimostrare di meritare questo percorso con buone prestazioni e tanti di loro si stanno facendo valere. La Primavera sta disputando un campionato in linea con la salvezza e al suo interno conta già dei professionisti: cito Gabbiani che è sulla bocca di tutti. Lui è il fiore all’occhiello del nostro vivaio, è molto attenzionato. Fuori abbiamo Stuckler che un anno fa era in Primavera e oggi in Serie C sta attirando l’attenzione di tanti club, perché segnare dieci gol a gennaio non è cosa da tutti. Avere nei 50 contratti ragazzi come questi va molto bene. Ce ne sono altri che non hanno la stessa luce della ribalta ma stanno facendo bene e gli abbiamo offerto un percorso da seguire».

Poi Giacchetta si sofferma sulle cessioni della prima squadra.

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«Tolto Buonaiuto, le altre cessioni sono stati prestiti. Alcuni onerosi: ne sento tante di cavolate in giro, ma la Cremonese sta incassando soldi dai prestiti di Sernicola, Jungdal e Lochoshvili».

I quali a fine stagione potrebbero essere riscattati.

C’è stato il curioso caso di Gelli. Sembrava fatto, ma il suo arrivo è stato posticipato.

«Gelli è una trattativa dell’ultima settimana. Aveva anche altre opportunità, alla fine siamo riusciti a sorpassare tutti e ci siamo ripresentati. Lui arriva in prestito gratuito con diritto di riscatto».

L’attacco è rimasto fermo eppure sono circolati alcuni nomi in entrata oltre che alcune voci che vedevano in partenza elementi come Bonazzoli e De Luca. Come vi siete comportati?

«Tante sono state voci e tante trattative non si sono concretizzate. Sono rimasti quelli con cui siamo partiti, ma intanto abbiamo avuto la prova che i nostri giocatori sono stati nel mirino anche di club ad alti livelli. La cosa fa piacere ma è chiaro che pretendiamo di più. Per vincere le gare servono più gol segnati e meno gol presi: so bene che dico cose scontate. La nostra rosa ha i giocatori giusti per non perdere terreno dalle prime in classifica e raggiungere l’obiettivo. Vediamo a fine stagione cosa saremo riusciti a fare».

Quale colpo è stato più difficile e quale più soddisfacente?

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«In generale non abbiamo fatto movimenti complicati. Quello che ha richiesto più lavoro è stato Folino perché rappresenta un ottimo inserimento, è un giovane importante e un emergente. Come c’è stata la possibilità di arrivarci non ci abbiamo pensato due volte e sono arrivati apprezzamenti da altri addetti ai lavori perché è un giovane dalle prospettive importanti. Con la Juve Stabia c’è stata una trattativa diciamo ‘simpatica’ ma l’abbiamo chiusa bene».

Il mercato di gennaio lo si definisce di riparazione, ma girano pochi soldi e dura molto. Quali difficoltà trovate a operare in questo scenario a queste condizioni?

«Davvero è troppo lungo e condiziona tante gare di campionato, altera gli umori dello spogliatoio e i risultati. Tanti giocatori scontenti che magari giocano non danno il meglio. Una volta il mercato invernale era a ottobre e novembre perché bastano due mesi per capire chi non serve più e chi potrebbe servire. La proprietà ci ha offerto l’opportunità di lavorare bene perché investe tanto per dare soddisfazioni ai suoi tifosi. Dobbiamo fare un bel calcio a Cremona per raggiungere risultati prestigiosi. In questi ultimi 4, 5 anni abbiamo ottenuto i migliori risultati degli ultimi 30 anni di storia grigiorossa e forse ce lo dimentichiamo troppo alla svelta. Io credo che in campo si veda anche un bel calcio. Abbiamo giocato un anno in serie A dando vita a nuove generazioni di tifosi della Cremonese. La famiglia Arvedi ha fatto sforzi notevoli e noi abbiamo svolto un mercato funzionale e certosino. Non affascinante dal punto di vista dei nomi, ma abbiamo fatto il meglio per migliorare la squadra».

L’ultimo vero terzino sinistro è stato Valeri. Stroppa preferisce un destro che gioca a sinistra. E’ vero che resta uno dei ruoli più ricercati sul mercato?

«Rispetto al passato i ruoli più cercati sono i difensori centrali e gli attaccanti. A questi si aggiungono i terzini sinistri ma i mancini veri sono pochi e trovarli di livello non è così semplice. Quagliata da due anni qua aveva poco spazio. Con la difesa a tre i nostri quinti sono alti già in partenza, navigano tra metà campo e la trequarti avversaria e si alternano: se sale uno scende l’altro a difendere. I quinti della Cremonese sono più centrocampisti esterni, lo scambio tra Quagliata e Azzi va visto in questa ottica, però tutti faticano a trovare terzini sinistri veri e di livello».

Il mercato non piace ai giocatori e alle società. Perché tenerlo aperto 35 giorni?

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«Lo dice la Fifa ma il problema sono i meccanismi che non combaciano. La Turchia finisce più tardi di tutti. Quando gli altri hanno chiuso la Turchia va all’assalto dei tuoi giocatori quando non puoi più muoverti in entrata. Questo è uno svantaggio. Io sono dell’idea che si debba andare in ritiro con squadra fatta già a metà luglio. Il mercato estivo deve chiudere molto prima come accadeva in passato. Negli anni invece si è trasformato ma in effetti così lungo è fastidioso».





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