Cosa ci insegna il video del figlio di Trump che caccia a Venezia

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Una storia di scarsa conoscenza delle leggi nazionali, totale impunità per i reati di bracconaggio e l’evidente aumento del turismo venatorio internazionale.

Al di là del solito hype dei mezzi d’informazione di casa nostra, con articoli copiati e incollati, da piattaforma a piattaforma, la strategia ha funzionato. Prima con l’anteprima (successivamente cancellata), poi con il video completo della battuta di caccia nella laguna di Venezia che ha compiuto Donald Trump Junior, la notizia è diventata virale. E la discussione sulla legalità o meno di questa pratica si è, giustamente, accesa.

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Cosa dicono i fatti su Trump Jr. a Venezia

Martedì 4 febbraio Andrea Zanoni, consigliere regionale di Europa Verde in Veneto, pubblica sul proprio profilo un post in cui denuncia di aver osservato in un video della Field Ethos “diverse scene di caccia agli anatidi nella laguna di Venezia”. La società citata, fondata dal primogenito del presidente degli Stati Uniti d’America, è una sorta di promotore di eventi specializzata nell’organizzare viaggi all’estero, per un pubblico di uomini che si definiscono “reliquie: avventurieri che non si devono scusare per ciò che sono”, descrivendosi come “filosofi amanti del whisky e del falò da campo”. Scorrendo i vari video si nota subito come venga celebrato ed esaltato il mondo delle armi e del machismo in tutte le sue declinazioni.

Nel video girato in quella che sembra essere un’azienda faunistico-venatoria che insiste su un’area privatai quotidiani locali l’hanno identificata come la valle Pirimpiè di Campagna Lupia, nel veneziano – si vede Trump Jr. sbucare da quelle che sembrano delle botti ovvero, come spiega Domenico Aiello, avvocato specializzato in diritto degli animali selvatici e legislazione venatoria del Wwf, degli “appostamenti tradizionali presenti nelle zone lagunari semi sommersi. Qui il cacciatore si nasconde per poi sbucare all’improvviso e sparare agli anatidi”. In queste aree è consentita la caccia, anche se comunque a specie non protette dalla legge italiana e internazionale.

Le proteste contro la battuta di caccia a cui ha partecipato Trump Jr.

A un certo punto, nel video si vede Donald Trump Jr. seduto e attorniato da numerosi anatidi abbattuti. Ne cita in particolare uno affermando di “non conoscerlo”, ma a detta degli altri cacciatori presenti si tratta di “un’anatra estremamente rara”. Il punto infatti è proprio questo: l’anatra in questione, una casarca (Tadorna ferugginea), specie rarissima in tutta Europa, è protetta da ben tre leggi: una nazionale, una europea e una internazionale: la Convenzione internazionale di Berna. Non si può cacciare, quindi. Nonostante l’animale venga esibito come trofeo, dal video non si può risalire a chi abbia ucciso l’animale. Formalmente, quella che vediamo è detenzione illegale di specie protetta, un altro tipo di reato secondo Aiello.

Ci sono poi dubbi anche sull’effettiva legalità della battuta di caccia, seppur in area privata. La zona infatti si trova all’interno di una Zona speciale di conservazione (Zsc), la IT3250030 o meglio conosciuta come Laguna medio-inferiore di Venezia. Sostanzialmente un’area protetta.

Infine, si contesta il fatto se Trump Jr. avesse i permessi in regola per poter cacciare nel nostro paese. Come spiega Aiello la legge italiana consente ai cittadini stranieri anche extracomunitari di esercitare la caccia in Italia, a patto che questi siano in possesso di un apposito attestato rilasciato dalle autorità consolare italiane nel paese di origine e abbiano stipulato un’assicurazione. “In caso negativo – continua – ogni animale abbattuto, anche se cacciabile, sarebbe stato ucciso illegalmente e quindi si configura, tra gli altri, il reato di furto aggravato ai danni dello stato italiano”.

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Secondo l’assessore regionale Caccia e pesca Cristiano Corazzari, come riportato dal Corriere del Veneto il 5 febbraio, la regione avrebbe rilasciato l’autorizzazione già il 25 novembre 2024. Tre giorni dopo venne protocollata la richiesta di rilascio del tesserino regionale per la stagione venatoria 2024 e 2025 di cui hanno diritto anche i cittadini stranieri previa consegna della copia di una serie di documenti: carta di identità, permesso di attività venatoria nel proprio paese tradotta in italiano, carta europea dell’arma da fuoco, polizza assicurativa in italiano per la responsabilità civile, attestazione di pagamento di 84 euro oltre all’invito del concessionario.

Ma la domanda a questo punto è: Trump Jr. era a conoscenza che la legge impone al cacciatore di sparare solo dopo avere identificato la specie? A quanto pare no, visto che nel video afferma di non conoscere la casarca. “Questo è difficile per uno straniero che non conosce la legislazione italiana, i provvedimenti regionali e i cosiddetti calendari venatori. Inoltre l’identificazione è ancor più difficile in condizioni climatiche avverse come la fitta nebbia che si vede nel video”, continua Aiello.

Cosa non va in tutta questa storia?

Oltre agli evidenti illeciti e la visibilità che questa si portata dietro, c’è da riflettere sull’impunità quasi certa con cui alcuni soggetti operano, a dispetto di tutte le leggi nazionali e internazionali. La fauna selvatica diventa mero strumento ludico per decine di maschi madidi di testosterone, che si arrogano il diritto di sparare a qualsiasi cosa abbia le ali. Infine c’è un altro motivo in più di preoccupazione: questo fatto ci mostra quanto il turismo venatorio sia ben radicato nel nostro paese e come questo sia al di sopra della legge, a causa di politiche condiscendenti, sanzioni irrisorie e di controlli, purtroppo, troppo scarsi se non inesistenti. Mentre la nostra Costituzione recita all’articolo 41 che “l’iniziativa economica privata, pur essendo libera, non può svolgersi in modo da recare danno all’ambiente e che l’attività economica, sia pubblica che privata, deve essere indirizzata e coordinata anche ai fini ambientali”.

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