chi era l’operaio morto nell’incidente sul lavoro in porto a Genova

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Prosegue anche oggi, giovedì 6 febbraio, lo sciopero degli operai metalmeccanici delle riparazioni navali del porto di Genova, proclamato in seguito all’incidente sul lavoro che ha provocato la morte di Lorenzo Bertanelli al molo Giano. I lavoratori hanno iniziato mobilitarsi con un presidio davanti al Varco delle Grazie, in piazza Cavour, partito alle 8 e organizzato Fim, Fiom e Uilm.

Da qui è poi partito un corteo che con centinaia di lavoratori che si è snodato per le vie della città. In seguito, durante l’incontro in prefettura è stato fissato un primo incontro, l’11 febbraio, per parlare di sicurezza: obiettivo dei sindacati è estendere i protocolli di sicurezza del porto a tutta l’area, comprese riparazioni navali. Ma, avverte la Fiom, se i risultati non saranno all’altezza delle aspettative, la mobilitazione continuerà.

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Il percorso del corteo, strade chiuse (poi riaperte)


Il varco portuale delle Grazie è stato chiuso verso le 8,15 per la manifestazione. Poi è partito il corteo, con il seguente percorso: varco delle Grazie, sottopasso di Caricamento, via Gramsci, via delle Fontane, piazza della Nunziata, largo Zecca, galleria Giuseppe Garibaldi, piazza Portello, galleria Nino Bixio, piazza Corvetto, largo Eros Lanfranco.


Verso le 9,20 è stata chiusa la rampa della sopraelevata in uscita su piazza Cavour (direzione levante). Il corteo è terminato per le 10,20, via Roma tuttavia è rimasta chiusa fino alle 11,40 circa. Poi tutte le strade sono state riaperte.


L’incidente e l’inchiesta della procura

Bertanelli, 36 anni, operaio di Sarzana della ditta Mec Line srl, stava riparando lo yacht Acquarius per conto di Mec Line in subappalto alla ditta Amico: non è ancora chiaro se a provocare la morte sia stato l’impatto con un thruster – propulsore che stava smontando, di circa due tonnellate di peso – o la conseguente caduta.

Sabato sarà effettuata l’autopsia per chiarire meglio quanto accaduto e nel frattempo la procura, che ha aperto un’inchiesta per il decesso del 36enne, ha sequestrato i macchinari e la sala di controllo ha chiesto a Ente Bacini di mettere a disposizione le telecamere della zona. 

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Lo sciopero e l’incontro in prefettura: “I protocolli di sicurezza del porto siano estesi anche alle riparazioni navali”

Come scritto sopra, oggi è proseguito lo sciopero indetto ieri subito dopo l’incidente. A seguito del corteo, l’incontro con la prefetta Cinzia Torraco e Autorità di sistema portuale: “Occorre dare dei segnali concreti – ha detto Stefano Bonazzi, segretario della Fiom di Genova – ecco perché abbiamo deciso di indire uno sciopero come non si vedeva da anni in riparazioni navali. Sappiamo quali rischi corramo in quel settore, ma sappiamo anche che nel 2025 si possono azzerare con investimenti e controlli della sicurezza: bisogna cambiare la situazione all’interno delle riparazioni navali”.

Per quanto riguarda le richieste, “da anni – continua Bonazzi – chiediamo ai padroni delle riparazioni navali che vengano estesi quei protocolli e quelle condizoini di sicurezza che ci sono nel resto del porto, perché non possono esserci lavoratori di serie A e serie B”.

Un anno e mezzo fa lo sciopero sotto la sede di Autorità portuale per ottenere l’allargamento dei protocolli anche per tutte le aziende metalmeccaniche che si occupavano di logistica intorno al porto: “Riuscimmo a portare a casa il risultato e oggi dobbiamo lottare per ottenere queste condizioni anche da noi. La morte di Lorenzo è uno spartiacque, non si torna indietro”.

La trattativa per l’allargamento dei protocolli: l’11 febbraio il primo incontro

Fiom chiede il coinvolgimento, su questi temi, di Autorità portuale, delle aziende delle riparazioni navali e dei sindacati: “Oggi abbiamo fatto un primo passo, abbiamo ottenuto che questa trattativa si farà e l’11 febbraio avremo un primo incontro. Entro il mese incontreremo nuovamente la prefetta a questo tavolo e proveremo ad andare nella direzione che auspichiamo”.

Ma arriva anche l’invito a tenere alta la guardia: “Per ottenere questo risultato, cioè più sicurezza – conclude Bonazzi – bisogna continuare la mobilitazione. Ieri e oggi abbiamo scioperato ma non deve finire qui: si apre una vertenza che dev’essere sostenuta dalla lotta dei lavoratori. in assemblea nelle prossime settimane valuteremo i risultati: se non li riterremo adeguati, torneremo a scioperare”.

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Gli amici di Lorenzo Bertanelli: “Lascerai un vuoto incolmabile”

Nel frattempo, sui profili social di Lorenzo Bertanelli, un fiume ininterrotto di messaggi di cordoglio di amici e conoscenti a commentare la bacheca e anche le tante foto del 36enne con il suo amato cane Aron: “È una mazzata per tutti” dice Mirko, “Tra tutte le goliardie e gli scherzi questo non ce lo dovevi, ci mancherai tantissimo, sarà incolmabile il vuoto che lascerai” scrive Michael, “Amavi la vita anche se ti aveva già tolto tanto, non ti fermavi mai, avevi un cuore grande e ti volevamo tanto bene” ricorda Toni. 

Bertanelli era appassionato di auto, in particolare di Abarth: “Ci siamo conosciuti – ricorda Stefano – grazie alla passione per le quattro ruote tanti anni fa” e ancora tanti messaggi per dire addio all'”abarthista” dal cuore grande e dalla battuta sempre pronta.



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