“Prepariamo un piano”. La mossa di Israele dopo l’annuncio di Trump su Gaza

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Israel Katz, ministro della Difesa di Israele, ha spiegato di aver ordinato alle Forze di difesa israeliane (Idf) di mettere a punto un piano per favorire la partenza volontaria degli abitanti della Striscia di Gaza, in linea con la recente proposta di Donald Trump di ricostruire l’area dopo lo sfollamento della popolazione palestinese. “Ho dato istruzioni (ai militari israeliani) affinché venga preparato un piano che consenta a ogni abitante di Gaza che lo desidera di farlo per andare in qualsiasi Paese sia disposto all’accoglienza“, ha dichiarato Katz aggiungendo che il programma includerà opzioni per l’uscita tramite i valichi terrestri, oltre a disposizioni speciali per le partenze via mare e in aereo. In precedenza, anche il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu aveva elogiato l’idea di Trump: “Questa è la prima buona idea che ho sentito, è un’idea notevole e penso che dovrebbe essere perseguita. Esaminata, perseguita e realizzata, perché penso che creerà un futuro diverso per tutti“.

Le parole di Katz sul futuro di Gaza

Accolgo con favore il coraggioso piano del presidente Trump: ai residenti di Gaza dovrebbe essere concessa la libertà di andarsene ed emigrare, come avviene di norma in tutto il mondo“, ha detto Katz, citato dal canale israeliano Channel 12. Il ministro ha quindi definito “audace” il piano di Trump. Un piano che, a detta del ministro, consentirebbe a un vasto numero di palestinesi residenti nella Striscia di partire verso altri Paesi.

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Alla domanda su chi accoglierà i palestinesi Katz ha risposto che dovrebbero essere quelli che, nei mesi scorsi, si sono opposti alle operazioni militari di Israele a Gaza. “Paesi come Spagna, Irlanda, Norvegia e altri, che hanno mosso accuse e false dichiarazioni contro Israele per le sue azioni a Gaza, sono legalmente obbligati a consentire a qualsiasi residente di Gaza di entrare nei loro territori“, ha affermato.

Katz si è soffermato a parlare di questi Paesi lanciando loro un messaggio piuttosto diretto: “La loro ipocrisia verrà smascherata se si rifiutano di farlo. Ci sono Paesi come il Canada, che ha un programma di immigrazione strutturato, che avevano precedentemente espresso la volontà di accettare residenti di Gaza“. Il ministro non ha specificato se i palestinesi potranno poi fare ritorno a Gaza una volta partiti. Il piano in questione dovrebbe includere, come detto, opzioni di uscita tramite attraversamenti terrestri, nonché accordi speciali per la partenza via mare e via aria.

Per Katz, che ha giudicato “coraggiosa” l’idea di Trump, gli abitanti di Gaza sono “ostaggi” di Hamas. “Prima venivano usati come scudi umani – ha affermato – Hamas ha costruito un’infrastruttura per perpetrare il terrorismo e l’ha collocata nel cuore dei centri urbani. Ora estorce denaro agli abitanti di Gaza e impedisce loro di andar via dalla Striscia“.

Il piano di Trump

L’idea controversa di Trump, che ha scatenato la rabbia in Medio Oriente, è arrivata proprio mentre Israele e Hamas stanno per iniziare i colloqui sul secondo round di un fragile piano di cessate il fuoco per porre fine a quasi 16 mesi di combattimenti nella Striscia di Gaza. Entusiasta Netanyahu: “L’idea vera e propria di permettere ai gazesi che vogliono andarsene di andarsene, voglio dire, cosa c’è di sbagliato in questo? Possono andarsene. Possono poi tornare. Possono trasferirsi e tornare. Ma bisogna ricostruire Gaza“.

Trump ha invece ricevuto critiche, tra le altre nazioni, da Russia, Cina e Germania, secondo le quali la sua strategia avrebbe fomentato “nuove sofferenze e nuovo odio“. L’Arabia Saudita ha respinto categoricamente la proposta, mentre il re di Giordania Abdullah, che incontrerà il presidente degli Stati Uniti alla Casa Bianca la prossima settimana, ha dichiarato di respingere qualsiasi tentativo di annettere territori e di sfollare i palestinesi.

In Medio Oriente si stanno completamente rimescolando le carte. Ovviamente, il rifiuto in tutta la regione è fortissimo. I leader arabi e palestinesi, ma anche il governo europeo, si sono precipitati a respingere la dichiarazione di Trump.

Tuttavia, penso che il quadro abbia uno strato molto più profondo”, ha dichiarato Avi Melamed, ex funzionario dell’intelligence israeliana. Nel frattempo, e in attesa del proseguo dei negoziati tra le parti, la tensione torna nuovamente a crescere.



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