un ponte tra detenzione e reinserimento sociale – Telemia

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La conferenza stampa al Porto delle Grazie illustra l’iniziativa di giustizia riparativa che offre opportunità lavorative ai detenuti

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Questa mattina, presso il Porto delle Grazie di Roccella Ionica, è stato presentato il progetto “Pro.Me.: profeti di speranza, mendicanti di riconciliazione”, volto al reinserimento sociale dei detenuti attraverso opportunità lavorative concrete. All’evento hanno partecipato il sindaco di Roccella Ionica, Vittorio Zito, l’amministratore del porto, comandante Vasco De Cet, il presidente del Tribunale di Locri, dottor Fulvio Accurso, e la rappresentante della Caritas, Carmen Bagalà.

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Il sindaco Zito ha sottolineato l’importanza della speranza e della responsabilità in iniziative come questa, evidenziando come esse possano contrastare l’angoscia prevalente nella società odierna. Ha inoltre rimarcato la necessità di promuovere una cultura della responsabilità in Calabria, spesso carente sotto questo aspetto.

Il dottor Accurso, promotore del progetto da oltre un decennio, ha spiegato che l’obiettivo è coinvolgere i detenuti del carcere di Locri in lavori a favore della collettività, proprio nel luogo in cui sono stati condannati. Questo approccio mira a far comprendere loro il significato del ripristino della legalità e offre un’opportunità di vita e lavoro, purché dimostrino di aver compreso il senso del loro operato e di voler riacquistare la dignità lavorando per la comunità che hanno leso con i loro reati.

Carmen Bagalà della Caritas ha evidenziato l’importanza di aprire la giustizia riparativa alla società civile e alle comunità locali, sottolineando che le persone rimangono tali indipendentemente dai reati commessi. Ha elogiato la società Porto delle Grazie per aver accettato questa sfida innovativa per il territorio, auspicando che possa fungere da esempio per altre realtà locali.

Uno dei protagonisti del progetto è Ilario, un giovane condannato a oltre 15 anni di carcere, che ora lavora presso il Porto delle Grazie. Nonostante debba rientrare in carcere ogni sera, Ilario ha trovato una nuova prospettiva di vita, con un lavoro stabile, una moglie e una figlia in arrivo. Ha espresso gratitudine per l’opportunità ricevuta e ha sottolineato come il lavoro gli abbia permesso di cambiare vita e guardare al futuro con speranza.

Il comandante Vasco De Cet ha ribadito la responsabilità sociale dell’azienda, evidenziando come negli ultimi diciotto mesi siano stati creati cinque posti di lavoro, uno dei quali occupato da Ilario, e altri venti attraverso attività radicate nel porto. Ha sottolineato l’importanza di tali iniziative per la comunità e per il reinserimento dei detenuti.

Il progetto “Pro.Me.” dimostra come la sinergia tra sistema giudiziario e realtà locali possa contribuire efficacemente al reinserimento sociale dei detenuti, offrendo loro una seconda possibilità e promuovendo una cultura della responsabilità e della speranza.





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