Aritmie pericolose nei giovani cosa bisogna sapere

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Marisa Dott.ssa Marisa Varrenti,                    medico Cardiologia 3 -elettrofisiologia ASST Grande Ospedale Metropolitano Niguarda

Ogni qual volta sopraggiunge la morte improvvisa di un giovane, nell’opinione pubblica si genera un senso di vulnerabilità e di sconcerto. Cerchiamo allora di comprendere cosa può accadere in un soggetto giovane quando avviene una morte cardiaca improvvisa e cosa sono le aritmie pericolose che possono generarle.

Cosa si intende per aritmie pericolose?

Le aritmie pericolose per la vita si riferiscono ad una condizione definita morte cardiaca improvvisa ossia un evento inaspettato e improvviso che porta alla morte della persona, altrimenti sana, entro un’ora dall’inizio dei sintomi. Evento drammatico che, anche se raramente, può interessare la popolazione di giovane età.

Quale meccanismo è responsabile?

Alla base dell’evento abbiamo il verificarsi di anomalie del ritmo cardiaco che possiamo identificare in due categorie principali:

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  • le aritmie ventricolari quali le tachicardie ventricolari e/o la fibrillazione ventricolare che consiste nel susseguirsi di una serie di battiti cardiaci anomali, veloci e disorganizzati tali da non consentire il necessario apporto di ossigeno all’organismo
  • l’asistolia che consiste nell’interruzione brusca del fisiologico (ossia normale) battito cardiaco.

I soggetti hanno una patologia cardiaca che determina le aritmie pericolose?

Nella maggior parte dei casi i soggetti interessati hanno una patologia cardiaca sottostante che può interessare la struttura del cuore o il sistema elettrico.

  • Cardiomiopatie: Parliamo nel primo caso di cardiomiopatie come ad esempio
    • la cardiopatia ipertrofica, caratterizzata da un ispessimento delle pareti del cuore,
    • la cardiopatia dilatativa,
    • o la cardiopatia aritmogena caratterizzata dalla presenza di cicatrici secondarie alla sostituzione del tessuto miocardico da parte di tessuto fibro-adiposo.
    • Abbiamo poi le miocarditi che consistono in una infiammazione del tessuto miocardico,
    • le cardiopatie congenite o anomalie coronariche.
  • Per quanto riguarda le anomalie elettriche, ossia del sistema che supporta la diffusione del segnale elettrico nel cuore e da cui origina poi la contrazione del muscolo,
    • ci riferiamo alla sindrome del QT lungo e del QT corto,
    • sindrome di Brugada,
    • tachicardia ventricolare catecolaminergica.

Quando bisogna preoccuparci?

Uno dei sintomi che deve scatenare l’allarme nel giovane a rischio di aritmie pericolose e quindi di morte improvvisa è l’episodio sincopale, ossia la perdita di conoscenza, il cosiddetto “svenimento”. Non tutti gli svenimenti devono farci preoccupare poiché nella maggior parte dei casi possono essere secondari ad una scarsa idratazione o ad una esposizione prolungata ad elevate temperature che portano ad un calo dei valori pressori che determina la sincope. Quello che deve farci alzare il livello di allerta è invece lo svenimento che si verifica durante o dopo l’attività sportiva, in assenza di altri sintomi o preceduti ad esempio da sensazione di cardiopalmo, ossia la percezione di avvertire il battito cardiaco.

Come prevenire le aritmie pericolose e la morte cardiaca improvvisa?

Nella maggior parte dei casi le cause sottostanti la morte improvvisa sono di origine genetica, per cui la storia familiare è di fondamentale importanza nell’ individuare eventuali soggetti a rischio.

A questa si aggiungono esami strumentali quali in prima battuta l’elettrocardiogramma, che attraverso la registrazione del battito cardiaco permette di individuare eventuali anomalie del sistema di conduzione elettrico o anche porre il sospetto di anomalie del tessuto miocardico.

Seguono poi l’ecocardiogramma, che ci permette di analizzare la morfologia e la funzione del cuore, e la prova da sforzo che ci permette di individuare quei soggetti a rischio di sviluppare aritmie durante l’attività sportiva.

Per i pazienti ad alto rischio di morte improvvisa va considerato l’impianto di un defibrillatore cardiaco, strumento in grado di intervenire e interrompere le aritmie minacciose per la vita. Ad oggi ne esistono diversi tipi che possono prevedere il posizionamento di elettro cateteri all’interno del cuore oppure sottocutanei in cui il sistema viene posizionato esternamente al cuore.

Cosa fare in futuro per migliorare la prevenzione?

In aggiunta allo screening e quella che definiamo prevenzione primaria, che ci permette di individuare pazienti ad alto rischio di eventi aritmici pericolosi per la vita, andrebbero potenziati sul territorio tutti quei sistemi e meccanismi che ci permetterebbero di intervenire prontamente in caso di arresto cardiaco.

Parliamo quindi del potenziamento della formazione sul territorio con corsi di primo soccorso e di rianimazione cardiopolmonare, contestualmente alla diffusione e formazione riguardo l’utilizzo del DAE (defibrillatore automatico esterno) anche da personale non sanitario, nei luoghi più frequentati dai giovani quali le scuole, gli oratori i campi di calcetto o centri sportivi in generale. Questo permetterebbe di essere sempre più preparati nel gestire quegli eventi per i quali un corretto intervento potrebbe salvare una vita.

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A cura della Dott.ssa Marisa Varrenti,                                                                           medico della Cardiologia 3 -elettrofisiologia ASST Grande Ospedale Metropolitano Niguarda   in collaborazione con il Dott. Patrizio Mazzone
U.O.C. Aritmologia ed Elettrofisiologia – Cardiologia 3
Dipartimento Cardiovascolare dell’Ospedale di Niguarda – Ca’ Granda 

 

 

 

 



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