Riordino gioco e luoghi sensibili, il paradosso del distanziometro

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Entro il mese di febbraio il ministero dell’Economia e delle finanze e i tecnici dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli dovrebbero presentare la bozza di decreto legislativo sul riordino del gioco fisico, in ossequio a quanto previsto dalla delega fiscale.

In attesa di conoscerne i contenuti, in questi giorni si è tornato a parlare più volte del tema a livello “politico”, dopo le dichiarazioni della segretaria del Partito democratico, Elly Schlein, che ha accusato il Governo di voler “moltiplicare l’offerta di giochi e aumentare i danni alle categorie sociali più fragili” con il “ridimensionamento del distanziometro, in vigore in tutte le leggi regionali e nei regolamenti comunali”.

Sebbene il settore del gioco pubblico abbia già smontato le dichiarazioni della segretaria dem, attraverso la puntuale replica dell’Istituto Milton Friedman e dell’associazione Sapar, per ribadire quanto la riforma del gioco pubblico e la soluzione dell’annosa “questione territoriale” siano necessari per tutelare giocatori, industria ed entrate erariali, prendiamo in prestito le parole di Geronimo Cardia, autore di un intervento recentemente pubblicato sulla rivista Gioco News.

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Un approfondimento in cui l’avvocato esperto di gaming e presidente di Acadi – Associazione concessionari di giochi pubblici mette in evidenza “l’esigenza di una regolamentazione concreta e sostenibile, tenendo conto della reale necessità di tutelare gli utenti”. Partendo da un’assurdità: l’inaugurazione in un comune italiano di un parco pubblico con l’intento di mettere “a disposizione della cittadinanza un luogo di svago ma anche quello di impedire l’apertura di nuove sale slot”.

Ma per Cardia ci sono alcune cose che non tornano.

Ecco la sua disamina.

LA DIPENDENZA DAL GIOCO È UN PROBLEMA DEI SOLI APPARECCHI? – Anzitutto, il problema della dipendenza dal gioco viene attribuito essenzialmente alla tipologia del gioco con gli apparecchi, dimenticando che in realtà i numeri della spesa degli utenti negli anni dicono che si tratti di una tipologia di gioco che gli utenti cercano meno, a differenza della tendenza del dato complessivo di tutti i giochi. E dimenticando che in realtà esiste il più grande fenomeno della comorbilità che pure andrebbe gestito.

IL PERCORSO LOGICO SEGUITO È CORRETTO? – E poi stupisce l’inversione del ragionamento proposto, ammesso che la notizia apparsa di recente sia confermata. Ossia non varrebbe più solo il discorso che non possa essere aperto un punto di gioco accanto a un luogo sensibile, ma che, come pianificazione urbanistica, si possa aprire un luogo sensibile per impedire l’apertura di un punto di gioco.

IL PARCO PUBBLICO È VERAMENTE UN LUOGO SENSIBILE? – Inoltre, non sfugge che si pone il tema della necessità che ove si mantenga il principio delle distanze quantomeno occorra che i luoghi da cui tenere distante l’offerta pubblica abbiano veramente quel grado di natura sensibile che richiede una speciale tutela.

IL RIORDINO CONTRO I PARADOSSI – Ebbene, è anche per evitare queste derive che è importante che il legislatore nazionale e quelli territoriali diano agli utenti una giusta ed equilibrata regolamentazione, che gestisca con buon senso e saggezza tutti gli aspetti interconnessi riguardanti il fenomeno del gioco. Il riordino richiede una sintesi tra interessi apparentemente confliggenti: salute pubblica, ordine pubblico, gettito erariale, occupazione e tutela del lavoro. Gli interventi normativi devono evitare misure eccessivamente restrittive che potrebbero compromettere la sostenibilità economica del settore, incidendo negativamente sia sull’occupazione sia sul gettito fiscale sia sulle esigenze di presidio di legalità. Le restrizioni devono essere efficaci e proporzionate, evitando che si trasformino in strumenti espulsivi che rendono impossibili le gare pubbliche o penalizzano solo determinati tipi di gioco. Anche la rete distributiva merita un’attenzione particolare. Bisogna distinguere e valorizzare la capacità di gestione responsabile tra le reti specializzate e quelle generaliste (ad esempio tabaccai e bar), tenendo conto del loro ruolo nella tutela della legalità e nella gestione di prodotti altrettanto sensibili. Ma è cruciale anche l’armonizzazione fiscale: l’equilibrio tra diverse forme di tassazione può influire sui payout, sui tempi di intrattenimento e sui livelli di spesa degli utenti, contribuendo a una gestione sostenibile e responsabile del settore. Le restrizioni introdotte negli ultimi 15 anni, come distanziometri e limitazioni orarie, hanno avuto effetti controversi come l’effetto espulsivo, l’impossibilità per lo Stato di fare bandi per le concessioni scadute, o l’aumento di tassazione degli apparecchi per compensare la riduzione della spesa.

La tutela dell’utente richiede politiche mirate, con un sistema integrato a livello territoriale, che coinvolge istituzioni pubbliche, operatori privati e comunità locali come in Campania, Puglia e Lazio. È giusto e possibile ampliare lo spettro di applicazione del Registro di autoesclusione per diverse tipologie di gioco. Ed è essenziale combattere la disinformazione sul gioco, puntando su interventi mirati e basati su evidenze scientifiche.

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LE CONCLUSIONI – La Delega fiscale ha chiesto un riordino complessivo del settore (on line e fisico) ed una forma equilibrata tra diverse forme distributive. Il riordino dell’on line ha visto la luce, mentre per il riordino del fisico il tavolo tecnico si trova ancora discutere sulle posizioni assunte dalle parti (tutte istituzionali) in causa. Poi sarà la volta del riequilibrio della tassazione. A inizio 2025 la domanda è d’obbligo: con che tempi? E intanto le proroghe (onerose) vanno avanti.







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