Come usufruire del Fondo per il sostegno alla transizione industriale

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Il Fondo per il sostegno alla transizione industriale è un incentivo legato al PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), il programma di riforme e investimenti attraverso cui l’Italia gestisce i fondi europei del Next Generation EU. Questi fondi mirano a sostenere la ripresa economica e sociale dei Paesi europei dopo la crisi causata dalla pandemia.

In questo articolo approfondiremo nel dettaglio cos’è il Fondo, quali obiettivi intende raggiungere e i riferimenti normativi che ne regolano la richiesta e l’erogazione. Analizzeremo inoltre l’entità del finanziamento, le spese ammissibili e, infine, i tempi e le modalità per presentare la domanda.

Cos’è il Fondo per il sostegno alla transizione industriale?

Il Fondo per il sostegno alla transizione industriale si rivolge alle imprese che scelgono di investire nell’efficientamento energetico e/o produttivo delle proprie attività, contribuendo così alla tutela dell’ambiente. Questo incentivo mira a favorire l’adeguamento del sistema produttivo italiano alle politiche europee in materia di lotta ai cambiamenti climatici.

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Nel 2023 è stata avviata la prima fase del Fondo, denominata “sportello 2023”, con una dotazione finanziaria di 450 milioni di euro. La seconda attuazione è prevista per il 2025, con uno stanziamento aggiuntivo di 400 milioni di euro nell’ambito del PNRR, Missione 1, Componente 2, Investimento 7 (Sottoinvestimento 1), intitolato: “Sostegno al sistema di produzione per la transizione ecologica, le tecnologie a zero emissioni nette e la competitività e la resilienza delle catene di approvvigionamento strategiche”.

La gestione del Fondo è regolamentata dai seguenti provvedimenti:

Chi può richiedere i fondi PNRR per il sostegno alla transizione industriale

Le agevolazioni sono rivolte a imprese di qualsiasi dimensione, operanti su tutto il territorio nazionale, che rispettino i seguenti requisiti al momento della presentazione della domanda:

  • essere regolarmente costituite, iscritte e attive nel registro delle imprese. È necessario dimostrare di essere effettivamente operative; non sono ammesse imprese inattive o “scatole vuote”;
  • operare nel settore manifatturiero (sezione C della classificazione ATECO 2007), che comprende attività come industrie alimentari, tessili, metallurgiche, ecc.;
  • essere nel pieno e libero esercizio dei propri diritti, non essere in liquidazione volontaria né soggette a procedure concorsuali o prossime al fallimento;
  • non essere già in difficoltà al 31 dicembre 2019;
  • non avere aiuti ricevuti ma non rimborsati (o depositati in un conto bloccato) considerati illegali o incompatibili dalla Commissione europea;
  • aver restituito somme dovute a seguito di provvedimenti di revoca di agevolazioni concesse dal Ministero;
  • essere in regola con gli obblighi contributivi, senza debiti nei confronti dell’INPS;
  • non trovarsi in situazioni di esclusione previste dall’art. 5, comma 2, del DM 21 ottobre 2022 (ad esempio, imprese i cui legali rappresentanti siano stati condannati per reati che comportano l’esclusione da appalti pubblici).

Risorse riservate:

  • il 40% dei fondi è destinato a progetti da realizzare nelle Regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia;
  • il 50% dei fondi è riservato alle imprese energivore, cioè quelle a forte consumo di energia incluse nell’elenco della Cassa per i Servizi Energetici e Ambientali (CSEA) ai sensi della legge 167/2017.

Quindi, una quota significativa del Fondo è riservata alle imprese del Sud Italia e a quelle energivore, in linea con l’obiettivo di sostenere settori e territori strategici.

Cosa finanzia il Fondo per il sostegno alla transizione industriale?

Le agevolazioni sono concesse sotto forma di contributo a fondo perduto pari al 30% delle spese ammissibili e riguardano investimenti volti a migliorare l’efficienza energetica. 

Le spese ammissibili devono essere quantificate confrontando i costi dell’investimento con quelli di uno scenario privo del sostegno economico offerto dal Fondo.

Approfondiamo insieme.

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 

1. Maggiorazioni del finanziamento 

È prevista una maggiorazione della quota di finanziamento nelle seguenti condizioni:

Se le spese ammissibili sono calcolate considerando il 100% dei costi totali di investimento, l’intensità del contributo e le relative maggiorazioni vengono ridotte del 50%.

2. Riferimenti normativi

Per definire gli interventi e le spese ammissibili, è necessario fare riferimento al Regolamento Generale di Esenzione per Categoria (GBER), che include 26 misure per fornire aiuti di Stato legittimi senza dover seguire la normale procedura di notifica e approvazione.

3. Aree di intervento

Gli investimenti che possono beneficiare delle sovvenzioni includono:

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 

  • impianti per l’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili, idrogeno rinnovabile o cogenerazione ad alto rendimento;
  • uso efficiente delle risorse;
  • cambiamenti fondamentali nei processi produttivi.

I programmi di investimento devono avere come obiettivo esclusivo il miglioramento della tutela ambientale dei processi aziendali. Non sono ammessi interventi che comportino un aumento della capacità produttiva, salvo quelli strettamente necessari per esigenze tecniche.

4. Requisiti dei programmi

I programmi di investimento devono:

  • essere avviati dopo la presentazione della domanda;
  • avere spese ammissibili comprese tra 3 e 20 milioni di euro;
  • essere completati entro 36 mesi dalla concessione del contributo, con eventuale proroga massima di 12 mesi.

5. Spese ammissibili

Sono ammissibili le spese funzionali alla realizzazione dei programmi di investimento, tra cui:

  • acquisto e sistemazione del suolo aziendale;
  • opere murarie e assimilate;
  • impianti e attrezzature nuove;
  • programmi informatici, brevetti, licenze, know-how e conoscenze tecniche non brevettate.

6. Formazione del personale

Dilazioni debiti fiscali

Assistenza fiscale

 

Sono finanziabili anche le spese per la formazione del personale, comprese:

  • costi per formatori e partecipanti al progetto di formazione;
  • spese di personale relative ai formatori;
  • costi dei servizi di consulenza connessi alla formazione.

Come fare domanda per il Fondo per il sostegno alla transizione industriale?

La domanda per accedere al Fondo può essere presentata esclusivamente online, tramite il sito di Invitalia, l’Agenzia nazionale per lo sviluppo, a partire dalle ore 12:00 del 5 febbraio 2025 fino alle ore 12:00 dell’8 aprile 2025.

In attesa della pubblicazione dettagliata della procedura, ecco gli aspetti principali:

  • presentazione online: la domanda si compila interamente nella nuova Area personale di Invitalia, dove è anche possibile richiedere informazioni sull’incentivo;
  • esaurimento risorse: le domande valutate positivamente saranno ammesse alle agevolazioni fino a esaurimento delle risorse, quindi è importante preparare la documentazione il prima possibile;
  • singola domanda per unità produttiva: ogni impresa può presentare una sola domanda per unità produttiva, indipendentemente dal numero di obiettivi ambientali perseguiti;
  • graduatoria e punteggi: sarà stilata una graduatoria basata sui punteggi attribuiti ai singoli programmi di investimento;
  • criterio di preferenza: in caso di parità di punteggio, sarà data priorità alla domanda con il contributo agevolativo più contenuto;
  • pubblicazione graduatoria: la graduatoria finale sarà pubblicata sul sito di Invitalia entro 30 giorni dal termine per la presentazione delle domande.

Per rimanere aggiornati, si consiglia di consultare regolarmente la pagina dedicata al Fondo transizione industriale sul sito di Invitalia.





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