Cna Marche: “Contro la minaccia delle tariffe doganali Usa e la contrazione dei tradizionali mercati di sbocco, occorre fare sistema e tornare a fare le valigie alla conquista di nuovi mercati”

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La moda nel fermano e nel maceratese, i prodotti della chimica e della farmaceutica nella provincia di Ascoli, la meccanica tra Pesaro e Ancona. I dazi minacciati da Trump sui prodotti dell’export europeo non saranno uguali per tutti. Molto dipenderà dai prodotti che il presidente americano sceglierà per imporre le sue tariffe doganali. Se dovessero colpire le calzature, il tessile e l’abbigliamento, sostiene Cna Marche, per le imprese del distretto fermano maceratese della moda, già alla prese con una pesante crisi e con le maestranze in cassa integrazione, sarebbe una catastrofe.


Dalla provincia di Macerata nei primi nove mesi del 2024 (ultimi dati disponibili) sono stati esportati negli Usa scarpe e vestiti per 52,2 milioni di euro e da Fermo prodotti della moda per 49,7 milioni di euro per complessivi 102 milioni di euro su un totale di export della moda marchigiana verso gli Stati Uniti di 137 milioni di euro.

Se la mannaia di Trump dovesse calare sulla meccanica, a tremare sarebbero le imprese di Ancona e Pesaro che esportano negli Usa rispettivamente prodotti per un valore di 58,5 e 82,3 milioni di euro.

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Il timore nell’ascolano è che i dazi possano colpire i prodotti farmaceutici che rappresentano due terzi dell’export della provincia verso gli Stati Uniti (220,2 milioni di euro su 312,5).

La principale voce di esportazione dalle Marche verso gli Stati Uniti d’America è rappresentata nei primi nove mesi del 2024, dagli articoli farmaceutici (220,2 mln di euro).


La seconda voce per importanza è data dalla meccanica (178,8 mln di Euro). Al terzo posto troviamo il tessile, abbigliamento e calzature con 137 milioni di euro. Al quarto posto vengono le esportazioni di prodotti in metallo (109,1 mln di euro) e al quinto i mobili e altri prodotti manifatturieri (97,7 mln di euro).


“Ci auguriamo” commentano il presidente Cna Marche Paolo Silenzi e il segretario Moreno Bordoni “che prevalga il buon senso e si trovi un accordo tra Unione Europea e Stati Uniti altrimenti le Marche subiranno comunque pesanti conseguenze. Gli Usa sono il terzo Paese di destinazione del nostro export per complessivi 935 milioni di euro tra gennaio e settembre dello scorso anno. Una prima stima del nostro Centro Studi prevede un calo dell’export marchigiano verso gli Usa tra il 10 e il 20 per cento, se si ipotizzano dazi generalizzati del 10 per cento su tutte le merci”.


Tornare a fare le valigie per conquistare nuovi mercati. E questo per Cna Marche, quello che dovranno fare imprese marchigiane esportatrici di fronte alla contrazione del commercio internazionale ed alla crisi dei tradizionali mercati di sbocco come la Francia, la Germania e gli Stati Uniti mentre anche l’export verso la Cina comincia a zoppicare. I Paesi emergenti e in crescita come l’India, i Paesi Arabi ma anche quelli dell’Europa dell’Est, specialmente se dovesse finire la guerra in Ucraina, possono offrire grandi opportunità. Ma le imprese e le istituzioni marchigiane devono fare le valigie insieme e fare sistema con la Camera di Commercio, l’ICE, il mondo del credito per presentarsi uniti alle Fiere internazionali e alla conquista dei nuovi mercati.


Marche – EXPORT DEI PRODOTTI DELLE ATTIVITÀ MANIFATTURIERE – gennaio – settembre 2024 – i primi 10 Paesi in ordine decrescente

PAESI Genn.- Sett. 2024
Francia 1.127.877.472
Germania 1.091.543.127
Stati Uniti 935.675.093
Belgio 688.981.374
Spagna 519.999.718
Regno Unito 474.631.722
Polonia 416.162.350
Paesi Bassi 242.540.513
Cina 238.350.904
Turchia 218.850.723

Fonte: elab. centro studi CNA Marche su dati Istat


Export verso gli USA  Valori in Euro, dati cumulati – fonte: elab. centro studi CNA Marche su dati Istat

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  primi nove mesi di ogni anno    
province 2022 2023 var.ass. var.% 2023 gen-set 2024 gen-set var.ass. var.%
Pesaro e Urbino 430.008.226 370.150.123 -59.858.103 -13,9 264.550.818 259.822.715 -4.728.103 -1,8
Ancona 1.103.228.135 820.039.383 -283.188.752 -25,7 210.149.174 197.219.284 -12.929.890 -6,2
Macerata 154.529.958 150.806.546 -3.723.412 -2,4 108.437.484 108.025.089 -412.395 -0,4
Ascoli Piceno 815.362.662 389.080.643 -426.282.019 -52,3 273.622.868 312.538.832 38.915.964 14,2
Fermo 96.772.260 85.546.759 -11.225.501 -11,6 60.410.008 61.452.348 1.042.340 1,7
MARCHE 2.599.901.241 1.815.623.454 -784.277.787 -30,2 917.170.352 939.058.268 21.887.916 2,4
composizione per provincia primi nove mesi di ogni anno    
2022 2023   2023 gen-set 2024 gen-set    
Pesaro e Urbino 16,5 20,4   28,8 27,7    
Ancona 42,4 45,2   22,9 21,0    
Macerata 5,9 8,3   11,8 11,5    
Ascoli Piceno 31,4 21,4   29,8 33,3    
Fermo 3,7 4,7   6,6 6,5    
MARCHE 100,0 100,0   100,0 100,0    

Export verso gli USA – 2024 da gennaio a settembre – valori in euro – fonte: elab. centro studi CNA Marche su dati Istat


  PU AN MC AP FM MARCHE
A-PRODOTTI DELL’AGRICOLTURA, DELLA SILVICOLTURA E DELLA PESCA 219.229 118.852 446.892 0 784.973
B-PRODOTTI DELL’ESTRAZIONE DI MINERALI DA CAVE E MINIERE 3.617 88.774 114.587 0 206.978
CA-Prodotti alimentari, bevande e tabacco 4.473.886 10.535.846 7.207.875 8.374.111 1.000.662 31.592.380
CB-Prodotti tessili, abbigliamento, pelli e accessori 10.606.763 11.461.329 52.191.384 13.068.513 49.729.086 137.057.075



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CALCIO Saverio Sticchi Damiani “Con la cessione di Dorgu si creano le basi per il futuro del Lecce” A conclusione della sessione di calcio mercato in cui per il Lecce si è registrata la cessione più lucrosa della sua ormai centenaria storia la società ha indetto una conferenza stampa nel corso della quale ha preo la parola prima di il presidente del Lecce Saverio Sticchi Damiani, ed anche per lui nel corso degli ultimi giorni, per la precisione a Parma, dobbiamo registrare un primato storico: Sticchi Damiani ha infatti superato per vittorie conquiste nel massimo campionato italiano, dopo quella di parta sono 31, sia Mario Moroni (30) che Franco Jurlano (29). “Volevo fare il punto sullo stato di salute del club, parlando soprattutto di numeri, debiti, verità. Chiedetemi pure tutto su qualsiasi cosa non sono chiaro, la nostra trasparenza è massima. C’è quest’idea che si dà un messaggio e se ne cela un altro, cosa sbagliatissima. C’è con me Tamborrino del collegio sindacale che potrà riprendermi se dico qualche inesattezza. Parto dall’aspetto economico, per chi vede il calcio in modo più romantico, cosa alla quale tengo tantissimo, ci sarà anche lo spazio in coda. Partiamo dall’operazione Dorgu che ha i caratteri della straordinarietà. E’ la nostra cessione record ed avviene nel nostro momento di grandissima salute economica. Qualcuno ha voluto parlare di criticità, che ci sono state ma in passato con il Covid sul cui risanamento tornerò dopo. Non era un’operazione prevista, non è stata fatta per colmare criticità del passato. Ci porta ricchezza sotto tutti i punti di vista e possibilità di fare investimenti tecnici e strutturali. Più volte abbiamo detto che Dorgu non sarebbe partito a gennaio, ed ora spiego perché è accaduto il contrario. Poi è arrivato il Manchester United, che si è fatto sentire con noi e con l’entourage del ragazzo ricevendo da noi una risposta ufficiale che vi lascio qui, in cui dicevamo che non avevamo intenzione di lasciar partire Dorgu a gennaio. E non parlando di cifre, non chiedendo rilanci. Questo, anziché stoppare lo United, ha sortito l’effetto opposto. Il Manchester ha così insistito, noi abbiamo chiesto più volte di rinviare il tutto in estate, promettendo anche al giovane che non avrebbe perso l’opportunità. Anche per noi era uno step storico, solo volevamo farlo a luglio. Gli inglesi ci hanno comunicato la loro volontà, del club e del suo allenatore, di immediatezza. C’è stato un aut-aut, o adesso o mai più, dando questo messaggio anche allo stesso calciatore. Dorgu non si può giudicare, hai 20 anni e ti arriva il Manchester United con un’offerta del genere. L’insieme di questo fattori ci ha portato a pensare che dalla coerenza saremmo passati ad un impuntarsi stupido. Ora parliamo del reinvestimento delle risorse. C’è preoccupazione che quest’introito vada ad un precedente risanamento frutto della retrocessione in B sommata ai due anni cadetti di Covid i quali ci hanno portato un -27. Calcio e Finanza ha fatto un articolo su un documento ufficiale, ma lo ha fatto nei giorni dell’addio di Dorgu. Questo per dire che il ripianamento del -27 sarebbe arrivato a prescindere dall’ultimo acquisto tramite tre plus di bilancio di fila. Quindi gli introiti di Dorgu vanno al di là del ripianamento. Si è parlato di debiti, che io ho detto siano stati azzerati. Ed è una grande verità. Ci sono delle passività che vanno a bilancio, come la svalutazione dei calciatori, che però non sono soldi che devi a qualcuno. Semplicemente influiscono su quel -27 che ripiani con tre bilanci positivi di fila, come stiamo facendo a prescindere dalla plusvalenza di Dorgu. Ora, questo non vuol dire che il giorno dopo aver ceduto Dorgu buttiamo 30 milioni sul mercato, non è così che fa il Lecce. Noi dobbiamo continuare a prendere giocatori a 2 per formarli, andando ovviamente ad accrescere l’aspetto delle possibilità. Un altro aspetto: nessuno dei soci ha mai preso 1 euro. Abbiamo investito 26 milioni per la nostra scalata, cosa che ha fatto anche il Napoli investendo e poi dando sostenibilità ad una società strutturata. E’ così che un certo tipo di società fanno calcio. Noi abbiamo fatto un regalo al territorio, investendo soldi privati che qui non è facile reperire. Le aziende locali come sponsor tramite Confindustria sono riuscite a sommare 27mila euro, quest’anno la Camera di Commercio ha provato a fare lo stesso per acquistare uno skybox da 50mila euro tramite aziende locali e non ci è riuscita. Noi invece abbiamo investito 26 milioni nel Lecce, facendo una scalata che non era scontata. C’è chi ha speso 70 milioni ed è ancora in C. Sostenibilità non vuol dire che non si investe, ma che si generano ricavi reinvestiti”. Il tifoso non c’entra nulla, perché girano numeri a casaccio. Ad esempio sugli innesti. Parliamo di cifre reali che entrano nel club, per Pongracic sono entrati 10 milioni e per Gendrey poco più di 6. Si riduce di parecchio. Grazie al lavoro dei direttori abbiamo fatto cessioni importanti, incassando escluso Dorgu 40 milioni effettivi, spendendone 42. Però io so che quei 42 diventeranno 200. Il tifoso sbaglia perché ha numeri sbagliati, c’è chi dice che ci mettiamo i soldi in tasca. Affrontiamo questo tema, perché ai tempi di Semeraro si ruppe tutto dicendo che se li intascavano anche se avevano in realtà perso 100 milioni. Il tifoso può stare tranquillo, i soldi di Dorgu verranno reinvestiti. E’ un tema che verrà sgomberato. Abbiamo fatto un accordo con l’Ordine dei commercialisti e metteremo a disposizione un professionista per ogni curiosità che i tifosi possano avere. Dorgu verrà pagato in 5 anni, perché anche i grandi club come il Manchester United chiede le rateizzazioni. Quindi noi ora ci troviamo a giocare un campionato sudatissimo, è una bella stagione, sono carico in questo momento storico. Dobbiamo stare tutti uniti, guardare a Parma quanto abbiano inciso i tifosi”. Io credo che sul mercato le abbiamo provate tutte. Io credo che abbiamo fatto un mercato da Lecce, spendendo 2 milioni per giocatori validi. Magari se lo stesso giocatore viene pagato 8 il tifoso è contento. Pensate a Pierotti, lo scorso anno si diceva non avessimo fatto abbastanza perché avevamo acquistato lui a 1,2 milioni. Se oggi me lo chiedono a 8 milioni io non lo do, quindi credo che per quelle che sono le nostre possibilità e caratteristiche il Lecce provi sempre a fare il massimo. Ovviamente siamo in piena regola anche con i rapporti con il fisco. Sui costi delle cessioni sono tanti gli aspetti ad influire ed è giusto parlarne. Prendiamo ad esempio Gendrey, perché giocatori così li puoi avere a zero come fatto da noi se poi fai degli accordi come riconoscere percentuali future al club che te lo cede ma anche agli intermediari che possono aver favorito la trattativa. Sono tanti gli aspetti da prendere in considerazione. Poi non dimentichiamo che ci troviamo in una Serie A complicatissima, con di fronte club che investono cifre importanti come Como, Parma e non solo. Non dimentichiamo che si è parlato tanto di fair play finanziario, un tetto che noi ci siamo auto imposti perché è importante per stare in salute come club. Siamo stati criticati perché parliamo del centro sportivo magari dopo una sconfitta. Non dobbiamo farci trascinare dal risultato del momento, un club come il nostro deve convivere con la sconfitta. Non dobbiamo fermarci all’oggi, serve visione a lungo termine. Non so perché il centro sportivo sia stato preso in antipatia da alcuni, io non mi stancherò mai di sottolineare invece l’importanza di alcune cose perché sono sintomo di salute e lungimiranza. Il centro sportivo ti porta meno infortuni, quindi punti. E’ importante e non dobbiamo farci prendere troppo dalle difficoltà del momento”.