A soli 18 anni Giorgia Collomb ieri ha vinto la sua prima medaglia d’oro ai Mondiali di sci a Saalbach nel parallelo misto a squadre, la prima anche per l’Italia in questa specialità. La sciatrice valdostana come Federica Brignone, che ha esordito quest’anno Coppa del Mondo, è stata una dei giovani talenti passati sulle pagine di Style Piccoli, quando entrare in Nazionale era ancora un sogno del cassetto, per il quale però stava già lavorando intensamente. In occasione della medaglia mondiale, ripubblichiamo l’intervista uscita sul numero di novembre/dicembre 2021 a una Giorgia allora 15enne.
La storia recente dello sport trabocca di ragazzini e ragazzine che vengono etichettati come i grandi campioni del futuro fin dalla più tenera età, che poi a volte si smontano da soli e finiscono per smettere di fare sport poco dopo. Colpa della pressione esagerata dell’ambiente e di un’infanzia e una adolescenza perse tra una medaglia e l’altra. Tutto risulta ancora più difficile quando uno dei genitori è l’allenatore. Avere un padre o una madre a gestire l’attività agonistica può rendere le cose più facili e può determinare i successi futuri dei figli, ma può anche moltiplicare le ansie e rendere impossibile per i medesimi vivere il momento con la leggerezza della loro età.
Non è questo il caso di Giorgia Collomb, 15 anni appena compiuti, valdostana di LaThuile, una delle speranze azzurre nello sci alpino. Il padre Daniele – istruttore nazionale e allenatore federale – è il suo mentore da sempre e l’ha portata a essere una delle migliori italiane della sua categoria, pur senza spingerla oltre il buon senso, proteggendola da ogni fattore esterno pericoloso e permettendole di concentrarsi sulla sua vita di atleta in erba.
Qual è la domanda che una ragazzina di 15 anni si sente fare più spesso?
Potrebbe essere forse «Come va a scuola?».
Quindi?
Va bene, non mi lamento, anzi. Faccio il liceo linguistico a indirizzo sportivo a Courmayeur. È un vero e proprio ski college (voluto dalla Federazione Italiana Sport Invernali, ndr) con una sezione dove sono presenti molti ragazzi che fanno una vita da atleta ed è previsto che si debbano allontanare dalla sede e fare tanti giorni di assenza per poter praticare la propria disciplina sportiva. Ce ne sono diversi in giro per l’Italia. I professori aiutano, sono comprensivi ma pretendono esattamente come gli altri. Facciamo corsi fuori dall’orario scolastico tradizionale, non rispettiamo il consueto calendario in vigore negli altri istituti e ora abbiamo anche la possibilità di seguire alcune lezioni in Dad, come è successo fin dal mese di settembre quando abbiamo cominciato ad allenarci al Passo dello Stelvio, dove le piste da sci sono aperte anche in estate. Certo, noi sciamo dal mattino presto fino all’ora di pranzo e poi si fa davvero fatica a rimanere lì con la testa. Bisogna imparare prima di tutto a prendere il ritmo giusto, conciliando la scuola con i lunghi trasferimenti per le gare e gli allenamenti e con l’attività agonistica invernale.
Tutti gli studenti hanno una materia preferita. Qual è la tua?
Mi piace tanto studiare diritto dello sport. Non c’è una materia che odio, ma la lingua tedesca non mi sta simpatica.
Fai una vita piuttosto particolare alla tua età. Hai amiche e amici solo nel tuo ambiente a scuola e nello sci club?
No, non necessariamente. Ho tanti amici che non hanno contatti con lo sci. Con i primi condivido molte cose, a partire dagli allenamenti, anche d’estate, ma gli altri mi capiscono, mi danno un grande supporto emotivo e facciamo mille altre cose insieme. Senza dimenticare che ho due sorelle con cui mi piace trascorrere il mio tempo libero. Poi, sai, LaThuile è un paese molto piccolo e si fa in fretta a conoscere tutti.
Vivere in un paese che ha meno di mille abitanti ha i suoi pro e i suoi contro…
Siamo in pochi ma ci stiamo bene, non mi vedrei altrove. E poi la mia famiglia ha un albergo qui. Io lo frequento spesso perché vado ad allenarmi nella palestra che è a disposizione anche degli ospiti e quindi vivo in mezzo a tante persone diverse tutti i giorni. Forse proprio questo mi ha aiutato a essere una persona aperta a cui piace conoscere, incontrare tanta gente, parlare lingue straniere.
Sei pronta per la stagione dello sci che sta per iniziare (era la stagione 2021/2022, ndr)?
Sì, ho molta voglia di sciare. Dopo aver vinto un oro e un bronzo al Trofeo Pinocchio (una delle più importanti gare di sci per ragazzi a livello mondiale, ndr) nel 2019, nel 2020 non si sono tenuti nemmeno i Campionati Italiani e lo scorso anno sono arrivata sempre seconda. È stato un inverno difficile per tutti per via della pandemia e sono arrivata alla fine della stagione stanca fisicamente e mentalmente. Questo però mi ha dato un grande stimolo e tanta voglia di allenarmi e quest’inverno voglio recuperare. Sarà una stagione importante per capire quello che posso fare in futuro.
Se tu non sciassi quale altro sport ti piacerebbe praticare?
Non riesco a immaginarmi senza lo sci. Non faccio molto altro, a dire il vero, ma quando d’estate ci alleniamo “a secco”, mi piace camminare in montagna e salire con la MTB per i sentieri attorno a casa mia. E poi mi piace il tennis: ci provo ogni tanto. Lo sci è lo sport più bello del mondo ma è tutto meno che facile. Per ora però faccio tutto volentieri e non mi pesa svegliarmi all’alba, rinunciare a uscire con amici, patire il freddo, né tantomeno lo sforzo fisico: quando non c’è la neve chi scia fa un lavoro atletico sulla forza muscolare, sulla resistenza e sull’agilità molto simile a quello che fanno i ginnasti. E la cosa peggiore è che sei da solo in palestra.
L’Italia si divide tra i tifosi di Sofia Goggia e quelli di Federica Brignone, due grandi campionesse molto diverse tra loro. Tu da che parte stai? Chi è il tuo idolo?
Non ho alcun dubbio. Io tifo per Federica Brignone. Mi piace l’idea di rivedermi in lei. La conosco fin da quando ero una bambina. Lei abita a pochi chilometri da casa mia e mi capita di incontrarla sulle piste e in giro per il paese.
Hai anche il suo poster in camera?
Niente poster, né di atleti né di cantanti né di attori. Però ho un sacco di foto scattate con gli amici per ricordarmi di loro e averli sempre vicino quando non li vedo. So che ci sono sempre.
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