La Camera di Stato esamina la nuova legge sui media: un cambiamento atteso da oltre vent’anni

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Si tratta della prima revisione completa della normativa sui media in più di due decenni, con l’obiettivo di garantire il diritto dei cittadini a un’informazione completa e alla libertà di espressione in un panorama mediatico profondamente mutato. Secondo il Ministero della Cultura, la legge attuale non è più adeguata alle sfide del presente e deve essere sostituita con una normativa aggiornata che tenga conto dell’evoluzione tecnologica, delle nuove abitudini del pubblico, dell’ascesa dei social network e dell’intelligenza artificiale.
La nuova legge prevede misure concrete per il sostegno e lo sviluppo del settore mediatico. Tra le principali novità figurano incentivi per progetti di innovazione nei media, sovvenzioni per i costi di produzione e distribuzione, finanziamenti per gli abbonamenti e incentivi per l’assunzione di giornalisti specializzati. Tuttavia, non tutti potranno beneficiare del sostegno pubblico: i media con proprietà maggioritaria di enti pubblici o partiti politici saranno esclusi dai finanziamenti statali.
Un altro pilastro della riforma è la trasparenza. La ministra della Cultura, Asta Vrečko, ha sottolineato che la legge introduce nuovi obblighi per garantire una maggiore chiarezza sulla proprietà dei media e sulla pubblicità statale. Inoltre, diventa obbligatoria la segnalazione dell’uso dell’intelligenza artificiale nei contenuti mediatici e la divulgazione di eventuali conflitti di interesse che possano compromettere un’informazione imparziale.
Un ulteriore punto chiave della proposta riguarda la regolamentazione delle fusioni nel settore mediatico. La legge introduce una nuova procedura per valutare le concentrazioni tra aziende dell’informazione, con l’obiettivo di proteggere il pluralismo e l’indipendenza editoriale. La responsabilità di questa valutazione sarà affidata ad Akos, l’Agenzia per le reti e i servizi di comunicazione della Repubblica di Slovenia, che avrà il compito di monitorare le dinamiche del mercato per evitare situazioni di monopolio o influenze eccessive da parte di singoli attori.
D’altro canto secondo l’opposizione, la legge come tale e’ inutile e’ pericolosa, Hoivik del SDS ha detto che questadetermina arbitrariamente e ideologicamente i contenuti potenzialmente inappropriati di determinati media, che verranno rimossi sotto la minaccia di sanzioni finanziarie o almeno con il tentativo di farlo, prevede aiuti statali faziosi ai cosiddetti media “amici”, aumentando così la loro dipendenza e il loro obbligo di fornire un’informazione “corretta”, e infine determina l’esaurimento finanziario di coloro che non si conformano alle linee guida dell’attuale governo e osano almeno tentare un minimo di critica”.

Nel suo intervento il deputato della nazionalità italiana Felice Ziza, intervenuto anche a nome del collega ungherese, Ferenc Horvath, ha detto che il gruppo parlamentare ritiene assolutamente necessaria la riforma dell’attuale legge sui media inquanto l’attuale normativa non riesce a stare al passo con le numerose innovazioni nel settore mediatico, sia in Slovenia che nell’Unione Europea. “La nuova legge prevede anche la regolamentazione della stampa, delle piattaforme digitali non regolamentate e, in particolare, dei programmi radiofonici e televisivi” ha detto Ziza, il quale si è soffermato sulla situazione dei media delle due comunità nazionali”.
Per le comunità italiana e ungherese in Slovenia, è fondamentale poter esprimersi nella propria lingua madre. A tal fine, il governo sloveno destina fondi dal bilancio statale per cofinanziare i media delle comunità nazionali, con un’attenzione particolare a RTV Slovenia, che per noi è di importanza strategica e comporta un ingente impegno finanziario”.
Una volta approvata la nuova Legge sui media, ha spiegato sempre Ziza, sarà fondamentale procedere alla revisione della Legge sull’RTV di Slovenia, inclusa nell’accordo di cooperazione tra le comunità nazionali e il governo sloveno, firmato dal premier Robert Golob. “Da due anni attendiamo che la legge su RTV Slovenia riconosca i diritti già acquisiti dalle comunità italiana e ungherese, sanciti anche dagli accordi internazionali” ha detto il deputato della comunità nazionale italiana ribadendo che la legge dovrà garantire l’autonomia organizzativa, amministrativa, finanziaria e redazionale dei media delle comunità nazionali.
Ziza ha posto pure in evidenza la necessità della copertura del segnale radiofonico e televisivo nelle aree in cui vivono i membri della comunità italiana, soprattutto in Croazia.Questa esigenza è rimasta irrisolta per oltre 30 anni, rendendo urgente un intervento che permetta alla comunità di mantenere la propria identità culturale e mediatica” ha detto sottolineando la necessita della firma di un memorandum trilaterale. “La mancata firma di tale documento ha lasciato una lacuna legislativa che oggi deve essere colmata” ha detto.

Dionizij Botter

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Foto: Shutterstock





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