Operazione dei Carabinieri su disposizione Procura Salerno

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Associazione a delinquere mirata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, corruzione, falso in atto pubblico e autoriciclaggio.

Questi sono i reati contestati a 36 individui posti agli arresti domiciliari a seguito di un’ordinanza emessa dal gip di Salerno. L’operazione è stata condotta dai carabinieri per la tutela del lavoro, con l’aiuto dei militari della guardia di finanza del comando provinciale di Salerno, su incarico della Dda di Salerno. È stato inoltre eseguito un decreto di sequestro preventivo di somme di denaro considerate frutto dell’attività illecita. L’indagine riguarda un utilizzo fraudolento delle norme relative ai decreti flussi ed emersione iniziato dal 2020.

Nel quadro di un’indagine su corruzione e immigrazione clandestina a Salerno, è stata smantellata un’organizzazione criminale con 36 arresti. Questa rete avrebbe presentato oltre 2.000 richieste fittizie di nulla osta al lavoro per cittadini extracomunitari, disposti a pagare somme elevate per ottenere un permesso di soggiorno in Italia. L’organizzazione si avvaleva di aziende compiacenti (o create appositamente) e di professionisti e intermediari, sia pubblici che privati. Tra gli indagati figurano ufficiali pubblici degli Ispettorati Territoriali del Lavoro di Salerno e Napoli, che garantivano, in cambio di denaro, l’approvazione delle richieste e la creazione di documenti falsi per ingresso o soggiorno.

Questa è la conclusione delle indagini dei Carabinieri per la Tutela del Lavoro, che hanno messo ai domiciliari 31 persone accusate di associazione per delinquere finalizzata a favorire l’immigrazione clandestina, corruzione, falso in atto pubblico e riciclaggio.

L’operazione, coordinata dalla Dda di Salerno, è stata condotta con la collaborazione dell’Arma Territoriale e ha interessato le province di Salerno, Napoli e Caserta. Parallelamente, la Guardia di Finanza di Salerno ha eseguito lo stesso provvedimento per altri 5 indagati e, insieme ai Carabinieri, ha sequestrato preventivamente denaro considerato provento illecito.

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Le indagini, dirette dalla Procura Distrettuale di Salerno con l’assistenza della Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, hanno rivelato un’associazione in grado di generare affari illeciti per milioni di euro. Durante le investigazioni sono emersi i ruoli chiave dei partecipanti all’organizzazione: cittadini stranieri come mediatori per connazionali aspiranti a venire o restare in Italia; datori di lavoro che, dietro compenso, dichiaravano falsamente il possesso dei requisiti richiesti; faccendieri responsabili della documentazione falsa necessaria; e referenti di patronati che, a pagamento, inoltravano online le richieste durante i click day. Altri individui si occupavano del riciclaggio dei profitti illeciti, spesso emettendo false fatture di copertura.

Un’organizzazione criminale è stata smascherata per aver orchestrato un complesso sistema di richieste fraudolente per far entrare in Italia lavoratori stranieri disposti a pagare somme elevate. Lo ha dichiarato il generale Antonio Bandiera, a capo della sezione dei carabinieri dedicata alla tutela del lavoro, durante una conferenza stampa presso la Procura di Salerno che ha dettagliato un’indagine sull’immigrazione clandestina, culminata con l’arresto domiciliare di 31 individui.

“Le richieste erano fuorvianti, in quanto mancavano dei requisiti essenziali come la capacità reddituale delle aziende, l’alloggio per i lavoratori e la disponibilità di terreni per lavorare”, ha spiegato Bandiera. Le autorità sono riuscite a delineare i ruoli dei membri dell’associazione che presentavano “dichiarazioni o istanze false” per avanzare le richieste. “Si parla di un giro d’affari basato su oltre 2000 richieste false, con un costo per i lavoratori stranieri tra i 6000 e i 7000 euro per ciascuna pratica”. Questi importi venivano poi ripartiti tra i membri dell’organizzazione criminale.

Tra gli arrestati, nell’indagine della Procura di Salerno che accusa numerosi indagati di reati come associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, corruzione, falsi in atti pubblici e autoriciclaggio, figura anche Nicola Salvati, tesoriere regionale del Partito Democratico (Pd) in Campania.

Antonio Misiani, commissario del Pd in Campania, ha annunciato la sospensione di Salvati. “In merito all’indagine condotta dalla Procura distrettuale di Salerno che ha emanato misure cautelari nei confronti di 31 individui, il Pd Campania comunica – ha scritto Misiani in una nota – che il dott. Nicola Salvati, coinvolto per la sua attività professionale e nel rispetto dello Statuto e del Codice etico del Pd, nonché in base al principio di presunzione di innocenza, è stato sospeso cautelativamente dall’anagrafe degli iscritti del Pd e sollevato dal suo ruolo di tesoriere del Pd Campania”.

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