perché i media digitali rendono le persone più annoiate?

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La noia nell’era digitale

Nell’era digitale, chiunque abbia un dispositivo digitale può accedere ad illimitati contenuti in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo si trovi. È ormai lontano il tempo in cui aspettavamo con ansia la nuova puntata della nostra trasmissione televisiva preferita, in cui i computer fissi erano l’unico modo per accedere a internet e in cui potevamo telefonare con il fisso. Oggigiorno, i media digitali ci consentono di intrattenerci, socializzare, lavorare, accedere a ogni tipo di informazione da tutto il mondo. L’avvento del primo iPhone nel 2007, di Facebook nel 2004, YouTube nel 2005, X nel 2006, WhatsApp nel 2009, Instagram nel 2010 e TikTok nel 2016, nonché delle piattaforme di streaming come Netflix e Prime Video ha cambiato notevolmente la vita delle persone (Laricchia, 2024; Tam & Inzlicht, 2024). Il tempo che gli individui passano giornalmente connessi al cellulare, computer, o console per videogiochi è passato da 9 ore nel 2012 a 11 ore nel 2019 (Harvey et al., 2022). Ciò potrebbe condurci a pensare che sia diventato raro o impossibile annoiarsi, data la vastità di stimoli con cui entriamo in contatto. Tuttavia, paradossalmente, nell’ultimo decennio – tra il 2009 e il 2020 – è stato registrato un preoccupante aumento della noia tra i giovani (Gu et al., 2023; Weybright et al., 2020).

La noia non è altro che un’emozione spiacevole o uno stato avversivo in cui si desidera, ma non si è in grado, di impegnarsi in attività soddisfacenti (Eastwood et al., 2012). La sua funzione adattiva è quella di autoregolazione: ci segnala che la situazione attuale manca di significato o di novità, motivandoci ad occuparcene (Bench & Lench, 2013; Van Tilburg & Igou, 2012). Proviamo noia, ad esempio, in tutte quelle circostanze prive di significato, di novità, di sfida (Van Tilburg & Igou, 2012), e in cui non esercitiamo la nostra autonomia e non percepiamo un senso di agency (Dadzie et al., 2024). Quando la noia viene esperita con maggiore frequenza ed intensità parliamo di noia cronica (Tam et al., 2021). Ogni volta che una persona si sente annoiata, ricorre subito all’uso del proprio dispositivo digitale che ha nelle vicinanze. Non a caso, tra le principali motivazioni che portano le persone ad utilizzare i media digitali, oltre all’intrattenimento (Wei, 2008), il relax (Ho & Syu, 2010) e la ricerca di informazioni, vi è l’eliminazione della noia (Stockdale & Coyne, 2020). Studi dimostrano come la noia sia associata all’uso problematico degli smartphone (Zhang et al., 2022), all’uso dei social media (Iannattone et al., 2024), alla visualizzazione di brevi video (Zhou et al., 2024) e al phubbing (usare lo smartphone nonostante l’essere in compagnia; Al-Saggaf, 2021). Appare, quindi, sempre più necessario continuare a monitorare l’incremento della noia dell’ultimo decennio, in quanto il fare cronicamente esperienza della noia può compromettere il benessere (ad esempio, ansia e depressione; Lee & Zelman, 2019), l’apprendimento (prestazioni accademiche scarse; Camacho-Morles et al., 2021) e il comportamento (comportamenti problematici come l’aggressività sadica; Pfattheicher et al., 2021).

Poiché è fondamentale comprendere tale fenomeno al fine di limitare la sua ascesa e prevenire ulteriori conseguenze negative, Tam & Inzlicht (2024) – ricercatori dell’Università di Toronto – hanno revisionato e sintetizzato le maggiori evidenze empiriche che supportano l’idea per cui l’uso dei media digitali sarebbe una delle possibili cause di aumento della noia.

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Meccanismi sottostanti attraverso cui i media digitali contribuiscono ad aumentare la noia

I ricercatori Katy Y.Y. Tam e Michael Inzlicht (2024) hanno identificato diversi meccanismi psicologici attraverso cui i media digitali potrebbero essere responsabili dell’aumento della noia. In primo luogo, l’uso dei dispositivi digitali frammenta l’attenzione, impedendo alle persone di concentrarsi completamente su un’attività. La continua alternanza tra notifiche, applicazioni multiple e la possibilità di passare rapidamente da un contenuto all’altro riduce la capacità di focalizzarsi su un compito, una caratteristica che non solo abbassa il livello di soddisfazione, ma aumenta anche la probabilità di provare noia

Studi hanno dimostrato che l’interruzione frequente delle attività, come ad esempio il controllo dei social media durante una conversazione faccia a faccia, diminuisce l’apprezzamento delle interazioni sociali e la capacità di impegnarsi in esse in modo significativo (Tam & Inzlicht, 2024).

Inoltre, l’uso dei media digitali crea un’aspettativa crescente di stimoli rapidi e gratificanti, elevando il livello di coinvolgimento richiesto. La transizione dai testi alle immagini, e più recentemente ai video brevi, suggerisce che le persone sono sempre più propense a cercare esperienze che soddisfino velocemente il loro bisogno di stimoli intensi. Questo rende attività meno stimolanti, come leggere un libro o seguire una lezione, percepite come noiose, poiché non offrono la stessa gratificazione immediata che il digitale è in grado di garantire. La ricerca ha confermato che dopo l’esposizione a contenuti digitali, in particolare sui social media, le persone tendono a riportare livelli di noia più alti (Tam & Inzlicht, 2024).

Inoltre, dal punto di vista dell’esperienza, i contenuti digitali, specialmente quelli offerti dai social media, sono spesso discontinui e frammentari. L’assenza di coerenza nell’esperienza online può generare un senso di vuoto, rendendo il tempo speso su queste piattaforme meno soddisfacente. Quando le persone consumano frammenti rapidi di informazioni non collegate, rischiano di percepire un senso di inutilità e superficialità, spingendole a cercare continuamente nuovi contenuti in una spirale che raramente porta a un appagamento reale. Questo circolo vizioso di frustrazione e ricerca di maggiore stimolo contribuisce ulteriormente alla sensazione di noia (Tam & Inzlicht, 2024).

Come i media digitali aumentano la noia

Tam e Inzlicht (2024) concludono che, sebbene i media digitali siano progettati per offrire un flusso continuo di stimoli, in realtà tendono a contribuire all’aumento della noia. La crescente richiesta di un coinvolgimento immediato e l’incapacità di concentrarsi su un’attività per un periodo prolungato riducono la nostra capacità di provare soddisfazione nelle esperienze quotidiane. Sebbene l’accesso immediato a film, video, giochi e social media possa sembrare un rimedio contro la noia, paradossalmente può creare una spirale di frustrazione che aumenta il desiderio di nuovi stimoli, senza mai raggiungere una reale appagamento. In altre parole, l’uso eccessivo di dispositivi digitali non solo non allevia la noia, ma sembra amplificarla, contribuendo a una crescente disconnessione dalle attività quotidiane significative e a un maggior senso di vuoto esistenziale. Gli autori suggeriscono quindi la necessità di ripensare la nostra relazione con i media digitali, per evitare che la ricerca continua di stimoli possa compromettere il nostro benessere mentale (Tam & Inzlicht, 2024).



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