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Salerno. Affari illeciti con l’immigrazione clandestina, dopo le 47 misure cautelari dell’estate scorsa, arriva la seconda tranche dell’inchiesta “click day” con 31 arresti su 36 complessivi (altri cinque sono sfuggiti alla cattura) oltre a un sequestro di soldi per 5 coinvolti nel blitz di Guardia di Finanza e Carabinieri su disposizione del gip del Tribunale di Salerno Giovanni Russo su richiesta della procura Antimafia (sostituti procuratori Francesca Fittipalldi e Claudia D’Alitto, Aggiunto Luigi Cannavale) e dell’Antiterrorismo nazionale. Alcuni erano stati raggiunti da misure cautelari già nella passata operazione dalla quale poi è nata l’inchiesta bis che per il procuratore capo di Salerno Borrelli è “l’inchiesta madre sul malaffare degli immigranti”. Si tratta di imprenditori, liberi professionisti, funzionari di patronato, avvocati e commercialisti (tra loro anche Nicola Salvati di Poggiomarino tesoriere Pd), Caserta e Napoli. Altri 10 a piede libero. Rispondono di associazione per delinquere, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, corruzione, falso in atto pubblico e autoriciclaggio. Sono di Salerno, Castellammare di Stabia, Sarno, L’organizzazione, secondo le ricostruzioni degli investigatori, avrebbe generato un volume di affari illeciti stimato in diversi milioni di euro, sfruttando la richiesta di migliaia di cittadini extracomunitari disposti a pagare somme ingenti pur di ottenere un titolo di soggiorno valido in Italia. Sarebbero state costituite delle società ad hoc sfruttando l’identità digitale rubata a imprenditori. Poi, grazie ad addetti ai patronati, liberi professionisti (avvocati) e altri imprenditori, venivano raccolti i soldi degli extracomunitari che volevano ottenere un permesso di soggiorno. Ogni cittadino extracomunitario avrebbe dovuto versare mille euro per avere solo l’istanza del “click day” inoltrata; altri duemila euro per ogni kit nulla osta rilasciato; ancora ulteriori duemila euro per ogni visto e altri 2.000 per ogni contratto fittizio firmato. In sostanza ogni migrante avrebbe pagato fino a 6mila euro. Il gruppo criminale avrebbe operato presentando richieste fittizie di nullaosta al lavoro nell’ambito dei decreti flussi e delle procedure di emersione, avvalendosi di aziende compiacenti (spesso create appositamente) e della complicità di professionisti, intermediari e pubblici ufficiali. Tra i coinvolti stranieri che facevano da intermediari per connazionali desiderosi di entrare o rimanere in Italia, quindi datori di lavoro che, dietro compenso, attestavano falsamente il possesso dei requisiti necessari per l’inoltro delle domande. E ancora faccendieri incaricati di reperire e preparare documentazione falsa. Referenti di patronati che (remunerati con 800 euro), durante i cosiddetti click day, inoltravano telematicamente richieste di nullaosta al lavoro in cambio di denaro. Pubblici ufficiali degli Ispettorati Territoriali del Lavoro di Salerno e Napoli (pagati anche loro 800 euro per ogni favore), che garantivano l’esito favorevole delle istanze in cambio di tangenti e riciclatori che gestivano i proventi illeciti, spesso emettendo false fatture per coprire le operazioni. Nel corso dell’operazione, i militari della Guardia di Finanza e dei Carabinieri per la Tutela del Lavoro hanno eseguito anche un decreto di sequestro preventivo di somme di denaro ritenute provento delle attività illecite. Le indagini, supportate da analisi tecniche e documentali condotte presso gli Sportelli Unici delle Prefetture di Salerno, hanno permesso di ricostruire il complesso sistema di illegalità messo in piedi dall’organizzazione. In manette ai domiciliari sono finiti Raffaele Nappi di Angri (coinvolto nel blitz del 2024), Michele Mele (Sala Consilina), Claudio Niro (Napoli), Angelo Casillo (Terzigno), Armando Nappi di Battipaglia (coinvolto nel blitz del 2024), Mario Stasi (Capaccio Paestum), Cosimo Greco (di Eboli), Angelo Franco (di Capaccio), Carmine Guarracino (Capaccio), Vincenzo Apicella (Angri), Anna Trippa (Albanella), Luigi Russo (Nocera Superiore), Benedetto Di Martino (di Scafati), Francesco Solimene (di Cava de’ Tirreni), Karanbir Singh, Mohammed Nur, Samsul Alom, Aziz Bahi Kouis, Moamhed Bilger, Noor Alam, Giuseppe Salvati, Nicola Salvati (Poggiomarino), Gerardo Cembalo di Albanella (già raggiunto da misura cautelare nello scorso blitz), Gennaro, Salvatore e Giuseppe Nappi di (Angri e Scafati) Catello Cascone (di Castellammare di Stabia, già indagato nello scorso filone). Decimo Viola di Policoro di Matera (anche lui indagato nel blitz del 2024), Gaetano e Giuseppe Pirozzi (di Capaccio Paestum). Altri indagati: Giuseppe D’Arco di Pompei, Raffaele Coppola di San Marzano sul Sarno, Umberto Saponaro di Castellammare di Stabia, Vincenzo Conte di Altavilla Silentina, Cecilia Nappi di Angri, Nello De Gennaro di Torre Annunziata, Grimaldi Pasquale di San Marzano sul Sarno oltre ad altri 8 stranieri.
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