Il presidente Donald Trump ha preso di mira il Sudafrica per «aver deciso di confiscare terreni privati» e ha affermato che «taglierà tutti i finanziamenti futuri», in attesa dei risultati delle indagini. Lo ha annunciato sul suo sito Truth Social, facendo riferimento all’Expropriation Bill del Sudafrica, una proposta di legge che consente allo Stato di espropriare per fini pubblici terreni privati senza indennizzi. Il presidente sudafricano Cyril Ramaphosa ha risposto a Trump su X, dicendo di voler «interagire» con gli Stati Uniti e ha negato le affermazioni del leader statunitense, che, intanto, ha già disposto il congelamento di miliardi di dollari di aiuti esteri, colpendo duramente l’Africa. E ha affermato che il Sudafrica sarà colpito ancora più duramente.
Ramaphosa ha quindi replicato che «ad eccezione del Pepfar Aid, che costituisce il 17 percento del programma sudafricano contro l’Hiv/Aids, non ci sono altri finanziamenti significativi forniti dagli Stati Uniti al Sudafrica». L’interruzione del programma potrebbe portare alla nascita di oltre 100mila bambini affetti da Hiv: secondo una ricerca pubblicata dall’Andelson Office of Public Policy, una divisione della Foundation for Aids Research (amfAR) con sede a Washington, un’interruzione di 90 giorni causerà la nascita di 135.987 bambini con l’Hiv.
Trump sembra puntare il dito contro uno degli ultimi atti di Ramaphosa: il mese scorso il presidente sudafricano ha firmato l’Expropriation Act 13 del 2024, che sostituisce l’Expropriation Act 63 del 1975, risalente all’era dell’apartheid. «Il Sudafrica sta confiscando terreni e trattando molto male certe classi di persone – ha dichiarato il presidente Usa – È una brutta situazione. Una massiccia violazione dei diritti umani, come minimo, sta accadendo sotto gli occhi di tutti. Gli Stati Uniti non lo tollereranno, agiremo. Inoltre, taglierò tutti i futuri finanziamenti al Sudafrica finché non sarà completata un’indagine su questa situazione». Ramaphosa ha replicato: «Il Sudafrica è una democrazia costituzionale profondamente radicata nello stato di diritto, nella giustizia e nell’uguaglianza. Il governo sudafricano non ha confiscato alcun terreno. L’Expropriation Act recentemente adottato non è uno strumento di confisca, ma un processo legale imposto dalla Costituzione che garantisce l’accesso pubblico alla terra in modo equo e giusto». E ancora: «Il Sudafrica, come gli Stati Uniti d’America e altri paesi, ha sempre avuto leggi sull’espropriazione che bilanciano la necessità di un uso pubblico della terra e la protezione dei diritti dei proprietari. Non vediamo l’ora di confrontarci con l’amministrazione Trump sulla nostra politica di riforma agraria e sulle questioni di interesse bilaterale. Gli Stati Uniti rimangono un partner strategico politico e commerciale chiave per il Sudafrica».
Il disegno di legge è stato pensato per aiutare il Sudafrica a correggere l’annoso problema della distribuzione ineguale delle terre, nato durante l’apartheid e la colonizzazione. Prevede che «un’autorità espropriante non può espropriare la proprietà arbitrariamente o per uno scopo diverso da uno scopo pubblico o dall’interesse pubblico» e che «un’autorità espropriante deve anche tentare di raggiungere un accordo sull’acquisizione della proprietà prima di ricorrere all’espropriazione». Assicurazioni che non placano i timori di molti agricoltori sudafricani: «La firma dell’Expropriation Bill mette a rischio i diritti di proprietà privata, che sono la base primaria su cui è strutturata l’agricoltura sudafricana – ha affermato l’organizzazione agricola AgriSA in una dichiarazione – Di conseguenza mette a rischio la sostenibilità agricola e la sicurezza alimentare».
Uno dei punti di maggiore scontro è il paragrafo della legge che fa riferimento al sequestro di terreni prevedendo «nessun indennizzo». Il portavoce di Ramaphosa, Vincent Magwenya, ha replicato: «L’espropriazione non può essere esercitata a meno che l’autorità espropriante non abbia tentato senza successo di raggiungere un accordo con il proprietario». Elon Musk, originario del Sudafrica, ha condiviso il post di Trump con la didascalia «vero», prima di fare lo stesso con il post di Ramaphosa, commentando: «Perché avete leggi sulla proprietà apertamente razziste?».
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