Il Dataroom di Milena Gabanelli ha anticipato una possibile svolta epocale per i medici di famiglia italiani. Secondo un documento riservato, che la giornalista ha potuto leggere in anteprima, è previsto che i nuovi medici di medicina generale diventino dipendenti del Servizio Sanitario Nazionale (SSN), mentre quelli attualmente in servizio potranno scegliere se mantenere lo status di liberi professionisti o passare anch’essi alla dipendenza.
Inoltre, la loro attività sarà garantita sia presso gli studi tradizionali sia nelle Case della Comunità, strutture operative dalle 8 del mattino alle 8 di sera, dove i cittadini potranno trovare medici di famiglia e specialisti in grado di effettuare esami come elettrocardiogrammi, ecografie e spirometrie.
Questo cambiamento è considerato indispensabile per il funzionamento delle 1.350 Case della Comunità finanziate con i 2 miliardi del PNRR. Attualmente, i medici di base sono lavoratori autonomi convenzionati con il SSN, ma la riforma proposta mira a trasformarli in dipendenti statali, analogamente ai medici ospedalieri.
Il ricambio generazionale imminente, con il 77% dei medici di famiglia attuali che ha più di 55 anni e circa 10.000 pensionamenti previsti tra il 2025 e il 2030, rende questa riforma particolarmente rilevante. Il nuovo rapporto di dipendenza sembra trovare apprezzamento tra i giovani medici.
L’input dopo la pandemia da Covid-19
Gli assessori regionali alla Sanità già il 22 settembre 2021 (cioè otto mesi dopo l’inizio della malattia infettiva Covid-19) avevano firmato un documento che recitava: “La pandemia da Sars-Cov-2 ha evidenziato ulteriormente che il profilo giuridico del medico di medicina generale e i loro contratti collettivi nazionali non sono idonei ad affrontare la gestione delle multi-cronicità, l’aumento delle fragilità, la programmazione dell’assistenza domiciliare….”.
Nella bozza “entra in gioco” anche l’Inps
Da dipendenti del Sistema sanitario nazionale i nuovi medici di medicina generale verosimilmente dovranno versare i contributi all’Inps (come gli ospedalieri), mentre oggi li versano a un ente privato, l’Ente nazionale di previdenza e assistenza dei medici e degli odontoiatri. L’Enpam prevede due tipi principali di contributi:
il primo è obbligatorio per tutti i medici iscritti all’Albo e va dai 145 euro all’anno per gli studenti, via via a salire fino ai 1.961 a partire dal compimento dei 40 anni (quota A qui);
il secondo riguarda solo chi esercita la libera professione ed è calcolato al 19,5% del reddito professionale netto (quota B qui). I medici di famiglia oggi sono dunque i principali contribuenti dell’Enpam che ha un patrimonio di oltre 25 miliardi di euro
Indignato il sindacato dei medici
Il Consiglio Nazionale Fimmg, il potente sindacato dei medici di medicina generale, è sul piede di guerra e minaccia la mobilitazione dell’intera categoria. Questa possibilità non li vede solo contrari, ma addirittura indignati, come recita il comunicato del Consiglio Nazionale Fimmg
Negli ultimi mesi, i medici di base hanno manifestato il loro malcontento attraverso diverse azioni di protesta. Ad esempio, l’11 novembre 2024, i medici di medicina generale di Bologna hanno indetto uno sciopero per esprimere il loro dissenso riguardo all’istituzione dei Centri di Assistenza Urgente (CAU) nella regione. Nonostante le preoccupazioni, l’assessore alla sanità Raffaele Donini ha dichiarato che i CAU erano pronti a gestire l’afflusso di pazienti durante lo sciopero.
Pochi giorni dopo, il 20 novembre 2024, si è svolto uno sciopero nazionale del personale sanitario, inclusi medici, infermieri e altre professioni sanitarie, per protestare contro le misure previste nella legge di bilancio per il 2025. Tuttavia, i medici di famiglia non hanno partecipato a questa protesta, continuando a garantire i servizi ai pazienti.
Per approfondire ulteriormente l’argomento, è già disponibile un’analisi dettagliata nel Dataroom di Milena Gabanelli sul Corriere della Sera, oppure questa sera alle 20 nel TgLa7 nel consueto appuntamento del lunedì con il direttore e conduttore del Telegiornale, Enrico Mentana.
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