Musk lancia Mega: «L’Europa torni grande». E controlla 5 mila miliardi di fondi Usa

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di Federico Rampini

Cinquemila miliardi di pagamenti del Tesoro sotto la supervisione del Doge, il dicastero dell’Efficienza. Trump: passo necessario

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Cinquemila miliardi di dollari all’anno di pagamenti federali finiscono «sotto la supervisione» di Elon Musk. L’imprenditore più ricco d’America rilancia anche la sua campagna per Make Europe Great Again. È un appello a estendere al Vecchio continente le ricette del trumpismo, si aggiunge ai vari interventi recenti di Musk nelle vicende politiche di diversi Paesi europei. In America intanto fa discutere il suo compito al fianco di Donald Trump, simile a una «spending review».

Il ministero dell’Efficienza Statale (Doge, acronimo di Department of Government Efficiency) che Trump gli ha affidato, è un dicastero senza portafoglio, più simile a una task force. Perché il suo obiettivo di risparmio non si riveli utopistico, tra i suoi poteri ora c’è anche questo: l’accesso al sistema di pagamenti centralizzato del Tesoro Usa. Da quel sistema passa di tutto: i bonifici delle pensioni, il pagamento degli interessi sui titoli del debito, i trasferimenti da Washington agli enti locali, e una miriade di pagamenti a chi fornisce servizi alla pubblica amministrazione. I tecnici del Doge ora potranno avere accesso a questo sistema, su decisione del nuovo segretario al Tesoro, Scott Bessent.




















































Missione «sola lettura»

La novità viene presentata dalla Casa Bianca come un passo necessario perché il nuovo ente abbia le informazioni necessarie a completare la sua missione. L’accesso al sistema dei pagamenti serve per avere il quadro di tutte le spese pubbliche. Secondo l’esecutivo questo accesso avverrà in modalità di «sola lettura», a fini conoscitivi. I tecnici del Doge non avrebbero la facoltà di interferire nei pagamenti bloccandone o ritardandone alcuni.

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L’interpretazione di Elon

Musk però ha aperto una nuova interpretazione. Sul suo social X ha scritto che i suoi collaboratori avrebbero scoperto «ordini di effettuare sempre i pagamenti, anche quando i beneficiari sono gruppi terroristici o soggetti colpevoli di frodi». Questa accusa ha messo in allerta i suoi oppositori. È nato il sospetto che la task-force del Doge possa tentare di interferire nei pagamenti, bloccandone alcuni. Sarebbe una novità, se è vero che il sistema di pagamento gestito dal Tesoro si limita a eseguire versamenti autorizzati da altri soggetti, come i singoli ministeri o la Social Security (l’equivalente americano dell’Inps). I controlli sulle frodi o altre problematiche non spetterebbero al Tesoro, bensì agli altri dicasteri o agenzie federali che trasmettono gli ordini di pagamento. È scattato quindi un nuovo allarme per la possibile «invasione di campo» dei collaboratori di Musk.

Due logiche

Anche in questo caso sembrano scontrarsi due logiche incompatibili. Le accuse contro Musk vengono dal mondo della pubblica amministrazione, tecnocrati e burocrati che difendono la logica interna del sistema e la continuità delle procedure. Musk è un «marziano» sbarcato in questo sistema: viene dalla parte più innovativa del capitalismo americano, l’industria digitale della Silicon Valley dove l’aggettivo «disruptive» — dirompente — ha un’accezione positiva. Abbattere le tradizioni, sconvolgere equilibri consolidati, rimettere in discussione le procedure ereditate, fa parte del Dna delle start up.

Scontri memorabili

La storia dell’imprenditore Musk fu segnata da scontri memorabili con la pubblica amministrazione. La sua SpaceX dovette farsi strada contro le resistenze dell’agenzia spaziale Nasa: questa era abituata a strapagare un dinosauro industriale come Boeing, con contratti di lunghissimo termine che a posteriori si sono rivelati disastrosi: per le missioni spaziali americane che soffrirono gravi ritardi, per il contribuente, per la stessa Boeing la cui vitalità fu assopita dalle rendite parassitarie.

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Ispirato dalla pandemia

Oggi Boeing è un’azienda malata, la Nasa ha finito per affidare a SpaceX molte delle missioni spaziali, con risultati migliori e costi inferiori. Quello fu un antefatto formativo per l’atteggiamento con cui Musk affronta la missione del Doge di snellire la burocrazia e ridurre la spesa pubblica. Lo fa con l’atteggiamento di un nuovo azionista privato che entra in un’azienda e la «ripulisce» dagli sprechi. Un’altra ispirazione dietro le sue polemiche contro la burocrazia viene dalla pandemia, quando si scoprì che il Tesoro versò una miriade di aiuti pubblici a soggetti poi riconosciuti colpevoli di frodi.

3 febbraio 2025 ( modifica il 3 febbraio 2025 | 08:09)

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