Unicredit nella partita Generali: il possibile peso sui nuovi vertici

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di
Daniela Polizzi

Unicredit conferma di possedere una quota in azioni del 4% nel capitale Leone che dovrà rinnovare il cda e i vertici a maggio. Orcel: «Non è un’operazione strategica»

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«Un puro investimento finanziario» che «non ha alcun interesse strategico in Generali». Unicredit conferma di possedere una quota in azioni pari a circa il 4,1% nel capitale Leone, frutto di acquisiti sul mercato avvenuti nel tempo. L’istituto guidato da Andrea Orcel, che ha già messo nel mirino Commerz e Banco Bpm, ha poi «un ulteriore 0,6% circa come sottostante dell’ordinaria attività per i clienti e della relativa copertura», ovvero prodotti di investimento per risparmiatori e derivati per i grandi clienti.
Piazza Gae Aulenti ribadisce che quel 4,1% «supera significativamente le sue metriche di rendimento e ha un impatto trascurabile sul Cet1», vale a dire che è in linea con la strategia del ceo che vuole che gli investimenti abbiano un ritorno sopra il 15% e non assorbe capitale.
«Unicredit è già pienamente impegnata nell’offerta pubblica su Banco Bpm e nell’investimento in Commerz», dice la banca. Ma la nuova partecipazione potrebbe dare a Unicredit una carta negoziale da mettere sul tavolo nella partita su Banco Bpm. Non c’è però ancora una direzione per l’utilizzo di questa carta. Proprio oggi Unicredit potrebbe presentare il dossier Golden power a Palazzo Chigi e al Mef, che inizialmente aveva accolto freddamente l’Ops sul Banco.

I dossier

L’effetto si riverbera su vari dossier. La mossa di Orcel su Generali arriva in un momento chiave per il Leone che dovrà rinnovare il cda e i vertici a maggio. E nella cui compagine si sta consumando un confronto tra i soci di peso. Cioè Mediobanca, che possiede il 13,1% di Trieste e che ricandiderebbe il ceo Philippe Donnet e il presidente Andrea Sironi; e Caltagirone e Delfin, dall’altra parte, titolari di una quota non lontana dal 10% a testa. Starà ai soci esprimere un elenco, visto che la lista del cda non si potrà fare.
Unicredit sta a guardare. Vero è però che nel caso in cui anche il duo Caltagirone-Delfin dovessero presentare una lista di maggioranza, si troverebbe a rivaleggiare con Mediobanca. E così la banca milanese potrebbe fare da ago della bilancia.




















































Gli scenari

Il mercato disegna vari scenari, nonostante la natura solo finanziaria della mossa di Unicredit. Il ceo Orcel potrebbe fare da sponda a Caltagirone-Delfin, un asse che non è malvisto dal governo ed è impegnato nella costruzione di un nuovo polo attorno al Monte dei Paschi. Siena — di cui sono soci il gruppo romano e la cassaforte dei Del Vecchio — ha appena annunciato un’Offerta pubblica di scambio su Mediobanca. Un’operazione che sembra nata come alternativa al progetto originario su Banco Bpm sulla quale è arrivata proprio l’Ops di Unicredit. Una partita che Orcel deve portare a casa.

Il mercato

Dall’altra parte, fonti di mercato indicano la possibilità che Unicredit faccia da sponda a Mediobanca, nel rinnovo del cda Generali di cui Piazzetta Cuccia sostiene il nuovo piano. Il mercato avrà l’ultima voce in capitolo. Oggi trovare una direzione per l’investimento di Unicredit appare prematuro perché gli acquisti sono una mossa opportunistica su un titolo che è cresciuto del 28% in sei mesi. Le prossime due settimane aiuteranno a capire. Intanto arriva la stagione dei conti: Intesa Sanpaolo li presenterà martedì, Mps giovedì. La settimana seguente sarà la volta di Mediobanca e di Unicredit nello stesso giorno del Banco.

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2 febbraio 2025

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