Maurizio Lorini è stato riconfermato segretario generale della Cisl Funzione pubblica di Bergamo. La categoria che segue e tutela i lavoratori del pubblico impiego, e che a Bergamo raccoglie oltre 4200 iscritti, si è riunita a congresso nelle sale della Comunità Paradiso a Bergamo, e ha anche ridato fiducia alla segreteria uscente, composta da Katia Dezio e Daniel Abraha.
Nel corso della assise congressuale, i temi che si sono avvicendati hanno riguardato l’intero spettro delle competenze della categoria, dalla sanità all’assistenza, all’area ministeriale e degli uffici statali. Ma il perno dell’attenzione della relazione del segretario generale ha riguardato la sfera locale della pubblica amministrazione e il suo scarso appeal che negli ultimi anni si è fatto sempre più pesante.
“In questi ultimi cinque anni – ha detto infatti Lorini -, il rapporto tra pubbliche amministrazioni e cittadini ha subito un progressivo e continuo scollamento che ha messo a rischio, la fiducia reciproca e di conseguenza l’azione pubblica”.
I Comuni della provincia di Bergamo sono 243, di cui solo cinque sopra i 25 mila abitanti, solo 18 sopra i 10 mila e ben 167 sotto i 5mila. Il personale impiegato è pari a 4300, persone per una media di quattro lavoratori ogni mille abitanti.
“La carenza di personale porta alle amministrazione locali notevole difficoltà a garantire servizi di adeguata qualità dovuti ai cittadini. L’invecchiamento del personale, con una età media dei dipendenti pubblici sempre più alta e con pochi giovani a rimpiazzare i pensionamenti, non favorisce l’evoluzione di flessibilità organizzative e gestionali. Le rilevazioni indicano che l’attuale media di età nelle funzioni locali in bergamasca è di circa 48 anni. Pare quindi inevitabile il fenomeno di riduzione dell’efficienza amministrativa; la mancanza di personale, non permette un’adeguata formazione, rallenta i processi decisionali e amministrativi, crea un ambiente di lavoro stressante, quando non ostile, e ha come conseguenza un sempre più affannoso peggioramento del servizio al cittadino che nutre la frustrazione e un sentimento di resa impotente anche nei lavoratori meglio disposti”.
Lo scarso appeal del lavoro nel pubblico è facilmente dimostrato dalla scarsa partecipazione ai concorsi . Nonostante le numerose posizioni concorsuali aperte nelle pubbliche amministrazioni, molti bandi restano senza un numero sufficiente di candidati, rendendo difficile così coprire i posti vacanti in settori strategici.
Nel 2024, in provincia di Bergamo, circa il 40% dei candidati iscritti ai concorsi per posizioni nella PA ha rinunciato a partecipare alle prove, mentre molti bandi hanno ricevuto meno candidature di quanti posti fossero disponibili. “Un caso esemplare riguarda lo strategico settore sanitario che denuncia una grandissima difficoltà a coprire i posti vacanti di medici ed infermieri, ma rileviamo altrettanta difficoltà nelle amministrazioni statali e negli enti locali dove rimangono scoperte posizioni come quelle negli uffici tecnici o ruoli importanti come gli ispettori e gli ufficiali di anagrafe”.
“Questo debole appeal delle pubbliche amministrazioni e la scarsa adesione ai bandi – continua Lorini – sono fenomeni di risultato di un insieme di fattori strutturali, economici e culturali: in primo luogo, la gran parte delle posizioni pubbliche offre stipendi iniziali poco competitivi rispetto al settore privato, con una scarsità del portato economico particolarmente incidente in una regione come la Lombardia e in una provincia come la nostra, dove il costo della vita è marcatamente elevato”.
Comunque, è il messaggio che esce dal congresso bergamasco della Cisl Fp, “dobbiamo ripensare il ruolo e la funzione del lavoratore pubblico, che essendo il primo volto attivo delle Istituzioni ha il dovere di essere protagonista di questi cambiamenti”.
Infine, un’occhiata al pianeta sanità. In bergamasca sono state aperte 20 Case della Comunità; ma, continua il confermato segretario , “rileviamo un esordio di cammino fortemente claudicante: le Case della Comunità si presentano con pochi servizi e, conseguentemente, con una grande fatica a diventare riferimento della medicina del territorio. Da tempo affermiamo che i circa 8.000 operatori sanitari nelle tre aziende ospedaliere bergamasche non sono sufficienti per far fronte alle nuove esigenze; questa grave insufficienza registra una ulteriore gravità in un momento in cui i servizi territoriali richiedono un maggiore investimento sia in risorse umane che in servizi di competenza specialistica”.
La Cisl Fp considera essenziale e improcrastinabile un piano di assunzioni adeguato che consenta sia un miglioramento produttivo delle condizioni degli operatori oggi costretti a continui rientri in servizio e a carichi di lavoro sovradimensionati; un congruo numero di operatori si tradurrebbe nel doppio vantaggio del superamento della demotivazione da stress e di una conseguente superiore qualità e tempestività dei servizi offerti.
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