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Il Comune di Merate non aveva ricevuto comunicazioni sul finanziamento da parte della Regione e nel Documento Unico di Programmazione in approvazione del Parco non risultava una voce specifica (c’era la cifra di 40 mila euro in una tabella ma era risultato un errore materiale). In assenza di un quadro definito il sindaco di Merate Mattia Salvioni si è astenuto sul DUP. Un segnale politico in ottica costruttiva rivolto più che altro alla Regione, per far capire che le risorse non potranno mancare.
Nella giornata di lunedì 23 settembre, i funzionari della Regione hanno fatto sapere al Parco di Montevecchia e della Valle del Curone che per l’anno 2024 il contributo ordinario di funzionamento di 13.875 euro arriverà al Comune di Merate in quota totale, a fronte della dovuta rendicontazione degli interventi svolti.
Per quello che accadrà dal 2025 in avanti è ancora tutto da vedere, non solo e non tanto da un punto di vista contabile. La precedente amministrazione comunale di Merate avrebbe voluto chiudere il mandato con un atto formale sulla Riserva che definisse ruoli, competenze e funzioni. Essendo sotto il periodo elettorale non se ne è fatto nulla, ma la bozza circolante ora è stata presa in mano dalla nuova assessora all’Ecologia Silvia Sesana, che ha intenzione di introdurre delle modifiche. Contattata sull’argomento, Sesana commenta: “Riteniamo che quel documento in bozza vada dettagliato meglio. Va ragionato su come distribuire e valorizzare le competenze tra il Comune e il Parco. C’è da vedere anche la questione economica della gestione. Nella formulazione attuale alcune spese restano al Comune, ad esempio la manutenzione ordinaria conseguente all’intervento straordinario di wash out eseguito da poco. L’amministrazione di Merate non si sottrae alla volontà di investire sulla Riserva, ma dovremo chiarire e concordare alcuni aspetti”.
Dovranno seguire degli incontri con il Parco, che si è detto disponibile a ridiscutere l’argomento. Chiaramente non si potrà fare a meno di considerare la ristrettezza di manovra dell’Ente Parco tra le pieghe del proprio bilancio. Per sostenere gli interventi di manutenzione ordinaria, Cascina Butto infatti dipende in via prioritaria dai contributi regionali.
M.P.
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