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Da insetto utile a emergenza fitosanitaria: contro questo dermattero non esistono soluzioni vincenti, ma possono aiutare interventi agronomici abbinati a lotta chimica e colle entomologiche
Ancora una volta, in sede di bilancio di fine stagione, possiamo dire che è stata l’estate delle forficule (Forficula auricularia). Questi dermatteri stanno diventando l’incubo delle aziende frutticole. Anche quest’anno, infatti, i danni causati da questo insetto a pesche, nettarine e albicocche sono elevatissimi. Con la loro attività trofica le forficule causano erosioni sub-circolari che interessano l’epicarpo e gli strati più superficiali del mesocarpo dei frutti in maturazione. Anche se circoscritte, tali erosioni rendono i frutti incommerciabili, in quanto diventano suscettibili all’attacco di patologie fungine, e quindi inadatti alla conservazione.
Da amico a nemico
Uno dei grandi enigmi degli ultimi anni è capire perché un insetto che era considerato un utile alleato dei frutticoltori, ad esempio come predatore su melo dell’afide lanigero, sia improvvisamente diventato il loro principale nemico.
Recenti studi hanno dimostrato che la quantità di forficule che vive oggi nei nostri frutteti è decisamente più elevata di quella presente in passato.
Le cause di questa crescita esponenziale della popolazione non sono conosciute. Tuttavia, si può ipotizzare che i cambiamenti climatici abbiano creato condizioni più favorevoli per la proliferazione di questi insetti. Inverni più miti e primavere più umide, ad esempio, ne hanno aumentato la sopravvivenza e facilitato la riproduzione.
Agli effetti dei cambiamenti climatici vanno aggiunti anche una gestione del suolo che non disturba i nidi e la scomparsa degli agrofarmaci ad ampio spettro.
Inoltre, la biologia della specie è ancora non ben conosciuta; recenti studi hanno rilevato che coesistono due popolazioni di forficule che differiscono fra loro per alcune caratteristiche biologiche anche se poi lo sviluppo avviene per entrambe nella primavera.
Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita
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Nidi nel terreno
Lo svernamento avviene come adulto in nidi scavati nel terreno. Nel periodo invernale l’insetto va in uno stato di ridotta attività (quiescenza), ma senza avviare una diapausa vera e propria.
Questo permette una rapida ripresa dello sviluppo non appena le temperature tornano favorevoli. Tuttavia, il primo stadio in genere rimane nel nido ed è a partire dal 2° stadio che le forme giovanili partono alla ricerca di cibo nell’ambiente circostante.
Da fine maggio ha luogo una seconda migrazione verso aree più elevate delle piante, in particolare su arbusti ed alberi.
La specie è lucifuga e preferisce le piante vigorose e allevate con chiome chiuse.
L’accoppiamento avviene in autunno e precede la costruzione del nido scavato nel terreno ad una profondità cha varia dai 4-7 cm fino ad un massimo di 20 cm.
Come difendersi
Al momento non esistono soluzioni vincenti per eliminare completamente i danni causati da forficule, ma soltanto tecniche che possono ridurre l’incidenza del danno.
Possono aiutare, ad esempio, alcuni interventi di gestione agronomica del frutteto.
Questi si basano sul controllo del cotico erboso e sull’esecuzione di lavorazioni superficiali che disturbano il normale ciclo biologico dell’insetto e possono ridurne la popolazione.
Per evitare la risalita delle forficule, oltre che tenere l’erba bassa, si possono utilizzare le colle entomologiche da applicare sul tronco, ma anche su pali, tiranti, e tutto ciò che possa consentire alle forme mobili del dermattero di raggiungere la chioma delle piante.
Per ottenere dei buoni risultati le colle vanno applicate prima della salita dell’insetto in chioma, in genere a fine aprile. Purtroppo, queste colle devono essere riapplicate più volte nel corso della stagione e questo comporta un elevato costo in termini di manodopera.
Anche la difesa chimica, effettuata con lambdacialotrina, contribuisce a ridurre i danni anche se non può essere risolutiva visto il lungo periodo d’attività delle forficule.
Molto utile è anche la cattura massale effettuata posizionando alla base del tronco delle fasce di cartone, dei giornali arrotolati, o qualunque altro oggetto che possa fungere da ricovero per le forficule che poi andranno periodicamente svuotate distruggendo gli individui catturati.
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