Mentre Giorgia Meloni è ancora in dubbio sulla sua partecipazione alla cerimonia di insediamento di Donald Trump il 20 gennaio a Washington, in Europa c’è chi ha già deciso di andare. Alice Weidel, la leader dell’Afd tedesca, viene annunciata come ospite d’onore all’evento che dà il via al secondo mandato del tycoon repubblicano alla Casa Bianca. Non solo. Già dieci giorni prima, il 10 gennaio, Weidel dovrebbe essere a New York per incontrare il suo sponsor Elon Musk, con il quale terrà un evento live trasmesso su X. Insieme a Marine Le Pen e Viktor Orbàn, che hanno confermato la loro partecipazione alla cerimonia di insediamento oltreoceano, Weidel si appresta a essere punto di riferimento europeo tra i più importanti per la nuova amministrazione americana, leader del movimento politico più estremista del vecchio continente che oggi non rinnega le tesi della ‘remigrazione’, anzi le rivendica in una spietata caccia al consenso in vista delle elezioni federali del 23 febbraio.
È di questi giorni l’ammissione da parte della parlamentare regionale dell’Afd nel Brandeburgo Lena Kotré di aver partecipato all’incontro del 14 dicembre a Kloten in Svizzera insieme alle organizzazioni neonaziste ‘Blood&Honor’, illegale in Germania, e ‘Junge Tat’, finita nel mirino delle autorità investigative sia in Germania che in Svizzera. Anche questo incontro è stato scoperto dal collettivo di informazione ‘Corrective.org’, esattamente come quello di un anno fa a Potsdam. Anche in questo caso un giornalista di ‘Corrective.org’ ha partecipato alla riunione sotto copertura. La differenza rispetto all’anno scorso è che adesso, una volta scoperti, i militanti di estrema destra non si nascondono più. Il concetto di ‘remigrazione’ che l’anno scorso era ancora tabù e spinse migliaia di persone in piazza per contestare il ritorno dell’estremismo di destra, è ormai entrato nel dibattito politico. Se l’anno scorso l’Afd fu costretta a fare marcia indietro dopo che l’incontro di Potsdam fu rivelato all’opinione pubblica (doveva rimanere segreto), ora nel partito si parla apertamente del programma di ritiro della cittadinanza tedesca ed espulsione dal paese per i migranti che delinquono.
La parlamentare Kotré ammette di aver partecipato all’incontro, che si è svolto al ristorante ‘83NullZwei’ di Kloten, in Svizzera. I partecipanti sono stati invitati a lasciare le auto in un parcheggio dal quale sono stati prelevati per recarsi al luogo deputato per la riunione, rimasto segreto fino all’ultimo momento. Presente anche il deputato dell’Afd al Bundestag Roger Beckamp, relatore principale della serata. Beckamp è da tempo un sostenitore del concetto di ‘remigrazione’. Già prima dell’incontro segreto di Potsdam, nei suoi discorsi al Bundestag, Beckamp ha spesso parlato di “milioni di emigrati” da espellere come una soluzione alla carenza di alloggi. Nel settembre dello scorso anno è venuto ancor più allo scoperto, condividendo un video sull’espulsione di cittadini tedeschi sulla base della ‘razza’, pardon ‘identità etnoculturale’, come la chiamano oggi: “Remigrazione adesso!”.
A settembre, durante la campagna elettorale nel Brandeburgo, Kotré si è fatta notare per aver distribuito i Kubotan per l’autodifesa, asta di metallo appuntita vietata in Svizzera ma non in Germania, e per aver presentato una risoluzione parlamentare che, tra l’altro, chiedeva il divieto di manifestazioni pubbliche per “richiedenti asilo, aventi diritto d’asilo, rifugiati di guerra ucraini” e altri del genere che l’Afd vorrebbe eliminare dal paese. Con questi proclami Kotré è stata rieletta, l’Afd ha incassato oltre il 29 per cento dei voti, il 6 per cento in più rispetto al 2019, sebbene si sia classificata seconda rispetto alla Spd.
Tutto l’incontro di Kloten si è svolto sulla tesi che “gli stranieri vogliono portarci via il Paese, le donne sono particolarmente a rischio a causa dell’immigrazione, gli estremisti di sinistra guadagnano con l’immigrazione, i musulmani minacciano il cristianesimo, gli stranieri vogliono impadronirsi del Paese”, scrive Corrective. E la parola “remigrazione” ricorre spesso come soluzione a tutto tondo, l’illusione che possa esistere una “comunità di fiducia” etnica dalla quale lo straniero deve essere cacciato per restaurare un presunto idillio del “proprio gruppo”.
A differenza di cento anni fa, non la chiamano razza, ma “identità etnoculturale”, non la chiamano espulsione, ma “remigrazione”. Non si tratta degli ebrei, degli omosessuali, dei dissidenti politici: ma di chi è immigrato, anche di più generazioni, discriminato sulla base dei suoi tratti somatici e della lingua. Nei programmi dell’Afd c’è anche l’idea di controllare gli smartphone per risalire al ceppo linguistico di origine della persona da espellere. Rispetto agli inizi del ‘900, nei proclami, purtroppo la sostanza non cambia. E i sostenitori della ‘nuova’ tesi non avvertono più la necessità di nascondersi, visto che anche partiti come la Cdu, il centrodestra cosiddetto moderato, presentano programmi elettorali che prevedono l’espulsione di chi delinque per due volte: non la chiamano ‘remigrazione’, ma ce n’è a sufficienza per innescare una competizione elettorale al riguardo con l’Afd.
“Alice Weidel incontra Elon Musk a New York il 10 gennaio 2025 per il Live X-Talk – viene rilanciato sui social da diversi account che sostengono l’Afd – Alice Weidel è l’ospite d’onore all’insediamento di Trump il 20 gennaio 2025. Uno schiaffo in faccia per i critici dell’Afd, poiché vecchi partiti come Scholz, Merz e soci non sono invitati”. Il cancelliere Scholz vorrebbe incontrare il nuovo presidente Usa subito dopo l’insediamento, prima delle elezioni del 23 febbraio in Germania. La stragrande maggioranza dei sondaggi relegano la sua Spd al terzo posto in classifica, intorno al 16 per cento, la metà dei consensi rispetto alla Cdu che viaggia intorno al 30 per cento e ben 4 punti percentuali in meno rispetto all’Afd, che è piazzata intorno al 20 per cento. Sembrano loro, gli ultranazionalisti, il ‘nuovo’ che avanza, almeno per come la vedono oltreoceano e anche se nel vecchio continente per ora il centrodestra moderato, la Cdu e la Csu, resiste all’idea di formare un governo con il partito di Weidel, l’amica speciale di Musk. Solo i risultati delle elezioni di febbraio diranno se questa resistenza è destinata a durare: difficile sfidare l’endorsement a stelle e strisce, per Berlino come per qualunque capitale europea.
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