Saldo negativo del numero di imprese artigiane dei settori manifatturiero (-74; 3.948 imprese registrate) e alimentare (-15; 865 imprese registrate), mentre è positivo quello relativo ai servizi alla persona (+57; 3.129 imprese registrate).
È quanto emerge dai dati 2024 presentati ieri da Confartigianato Salerno che rileva che, lo scorso anno, il settore artigiano conta 18mila 306 imprese nel Salernitano, di cui 18mila 155 attive. Le nuove iscrizioni sono state 1.002, ma 1.030 sono state le cessazioni (-28 imprese artigiane).
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L’analisi
«Nuove attività e imprese – l’analisi di Confartigianato – ma anche svariate chiusure e cessioni: il 2024 delle imprese salernitane evidenzia una situazione complessa». Per questo, l’associazione lancia la sfida del 2025 per «invertire la rotta e riportare il territorio su una traiettoria di crescita».
«Negli ultimi anni – viene osservato – si è registrata una scarsa attrattività dei mestieri manuali, ma le ultime tendenze fanno ben sperare in un rinnovato interesse verso i mestieri artigianali, che si dimostrano creativi e gratificanti anche economicamente». Per Franco Risi, presidente di Confartigianato Salerno, «i dati del 2024 non sono positivi».
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«Abbiamo una flessione del numero delle imprese artigiane attive nella provincia di Salerno», conferma, pur constatando che «è una flessione minima. Ma, in uno scenario di una grande spinta da parte delle iniezioni pubbliche post Covid, questo dato ci fa preoccupare». Dunque, «è necessario intervenire con un’attività di sistema», insiste Risi, rimarcando che «Confartigianato ha l’obiettivo di sostenere il settore dell’artigianato e lo fa attraverso azioni pratiche e concrete e, soprattutto, per quelle categorie che hanno delle opportunità, come i servizi alla persona, ma anche tutte quelle del sistema casa, quindi impiantisti, elettricisti, termoidraulici, che possono cogliere le opportunità delle transizioni digitale ed energetica».
«Quindi – detta la linea – creare laboratori di formazione specifica e pratica che danno la possibilità alle aziende di adeguarsi alle nuove esigenze e, soprattutto, creare laboratori pratici per i giovani che possano trovare, nell’artigianato, un’opportunità importante». D’altra parte, Risi vede nella doppia transizione, digitale ed energetica, «un driver di crescita da cogliere assolutamente». Puntare sulla formazione anche per superare quel mismatch tra domanda e offerta di lavoro, ma anche per rispondere all’evoluzione tecnologica e garantire la competitività delle imprese.
L’allarme
Il dato positivo che incassa il settore dell’estetica e dei servizi alla persona «ci rende orgogliosi», commenta la vicepresidente di Confartigianato Salerno e presidente regionale di categoria, Franca Maresca, che, nel frattempo, lancia l’allarme abusivi nel settore. «Confartigianato, oggi, si pone da ponte – ricorda – tra estetiste, imprese, cittadini che vogliano segnalare questi pseudo-professionisti, e autorità. Poi, c’è l’informazione perché anche il cliente finale deve capire che non deve mettersi nelle mani di un’estetista non regolare».
«Molte volte – sottolinea – ci è capitato di denunciare estetiste che non avevano neanche la qualifica per svolgere questo lavoro». Un’azione che sensibilizza contro abusivismo e illegalità è portata avanti da Confartigianato con il convegno annuale «Informaestetica».
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Maresca avverte, poi, che «c’è un’invasione di professionisti, che inizia a preoccuparci e che stiamo segnalando alle forze dell’ordine, che, da oltreconfine, vengono in Italia come pseudo-medici estetici, che non sono, e si propongono ai centri estetici per effettuare trattamenti di medicina estetica che, diciamo sempre, sono ad appannaggio solo dei medici. Così, si mette rischio la salute dei cittadini».
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