Cristina Pugliese, il giallo della morte: fiaccolata a Soave (Verona). La mamma: «Ridatemi il suo corpo»

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di
Giampaolo Chavan

Il caso della giovane di 27 anni trovata senza vita nella doccia dal compagno, riserbo dalla procura. Il padre: «Giustizia». In 150 per ricordarla. Le amiche: inconcepibile l’ipotesi del suicidio

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Alla fine della fiaccolata per Cristina Pugliese, nessuno voleva andarsene. In 150 sono rimasti in silenzio davanti alla casa della ventisettenne in via Barbarani a Soave (Verona), trovata senza vita l’1 dicembre scorso nella casa del compagno M.C. a Caldiero. Sembrava quasi che tutti stessero aspettando una risposta mai arrivata. Fino ad oggi. Un silenzio che sembrava urlare, però, nel pianto sommesso della mamma di Cristina, Rosa Sainato. E parlavano da soli anche gli sguardi disperati del padre Natale Pugliese e del fratello Rocco. Il loro strazio era un po’ quello di tutti i presenti che hanno sfilato sabato a partire dalle 18 da via Covergnino a Soave fino alla casa del padre di Cristina.

«Noi siamo la tua voce»

I tanti, perché sul decesso della ventisettenne, madre di una bimba di 5 anni, aleggiano ancora nel mistero. È inutile bussare alle porte della Procura per i familiari, arriva sempre la stessa risposta: stiamo indagando. Non ha senso neanche chiedere quando saranno i funerali: non si sa, ti rispondono i familiari in coro. «Sono a pezzi» esordisce la madre Rosa arrivata da Varese, «chiedo solo che restituiscano il corpo di mia figlia, voglio darle una degna sepoltura». Il padre, separato dalla moglie da alcuni anni, punta dritto all’obiettivo: «Chiediamo giustizia – dice – ho fiducia nei magistrati». Parla all’inizio della manifestazione mentre iniziano a stendersi gli striscioni che accompagneranno la sfilata lunga un chilometro: «Noi siamo la tua voce», riporta uno con le foto di Cristina attorno alla scritta.




















































Inconcepibile un suicidio

In tutte le immagini, la ventisettenne appare sempre sorridente, con smorfie buffe, insieme ad amiche e anche in compagnia della sua piccola. «Non l‘avrebbe mai lasciata sola», dice un’amica quasi a voler cancellare sul nascere dal campo l’ipotesi del suicidio, «avevamo gioito insieme della nascita delle nostre figlie».
Non ci stanno neanche i familiari, non credono che Cristina volesse farla finita e non concepiscono che volesse chiudere la sua vita legando il flessibile della doccia al collo come è emerso fino ad oggi dalle dichiarazioni del suo compagno M.C., 40 anni, originario di Roveredo di Guà ma ora residente in via Marinetti a Caldiero.

«Il tuo sorriso brillerà per sempre»

Non lo credono e lo dicono: «Sono in corso le indagini – ribadisce il fratello Rocco – aspettiamo l’esito di questi accertamenti prima di tirare conclusioni. Stiamo cercando di capire come si stanno muovendo gli investigatori». Lui parla e alle sue spalle, la gente sfila in silenzio con la candela in mano. Rocco guarda gli amici, i parenti i colleghi di Cristina e quasi si commuove: «Non mi aspettavo tutta questa gente – dice – ringrazio Pia, la migliore amica di Cristina e mia cugina Giuditta D’Alsazia per aver organizzato questa fiaccolata». La foto esposta all’inizio del corteo sembrava dare un segnale di speranza:«Ciao Cri, il tuo sorriso brillerà per sempre».

Le foto e i disegni

Era allegra Cristina, lo dicono tutti. Era solare, metteva di buon umore. «Quando era piccola- racconta la cugina Giuditta insieme alla zia Maria Rosa Pugliese – le era stato regalato un kit per il trucco perché amava già allora farlo così come le piaceva truccare anche le cugine e alle amiche. Eravamo tutte stufe delle richieste di sottoporsi alle sue “cure” e lei aveva deciso così di rivolgere la sua voglia di farsi bella anche al pappagallo. Gli mise il rossetto sul becco». Era così Cristina «amava sdrammatizzare, ci si stuzzicava senza mai offenderci e ci si divertiva sempre con le amiche d’infanzia», racconta ancora la cugina. Giuditta poi smette di parlare.
Guarda la foto di Cristina, appoggiata sulla cancellata della casa del padre in via Barbarani dove Cristina aveva vissuto prima di andare vivere con il compagno a Caldiero. Ci sono anche dei fiori, portati dagli altri partecipanti alla fiaccolata. E ci sono anche i disegni dei bambini. In uno è raffigurato un tramonto e c’è la scritta: «Ci manchi tanto».

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