Incentivi per gli affitti lunghi e gli sfratti siano più rapidi

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Uno dei problemi più impellenti che in molti segnalano, anche attraverso le pagine del giornale, è la difficoltà di trovare case in affitto con contratti a lungo termine. Un esempio concreto di come si possa provare ad invertire la tendenza attraverso nuovi incentivi, come vedremo, arriva dal Fermano. Negli ultimi anni i proprietari di abitazione si sono sempre più spostati verso le locazioni temporanee e, fenomeno esploso soprattutto nelle grandi città e lungo la costa, sugli affitti brevi. Che hanno un triplo vantaggio rispetto agli altri: sono molto più remunerativi, essendo inferiori a 30 giorni non devono essere registrati all’Agenzia delle entrate (seppure ci sono molte altre incombenze burocratiche da affrontare) e, soprattutto, non c’è il rischio di morosità.

Proprio quest’ultimo aspetto, ovvero il fatto che molti proprietari di case ormai temono di non riuscire a tornare in possesso del loro immobile, magari acquistato ad uso investimento facendo mutui e sacrifici, nel caso in cui l’inquilino non paga la retta mensile, spinge sempre più le persone a virare sugli affitti brevi. Che sono sicuramente più impegnativi da gestire ma fanno dormire sonni più tranquilli, evitando l’incubo sfratti. In più soddisfano l’esigenza dei turisti mordi e fuggi, che magari riescono a risparmiare qualcosina rispetto al soggiorno nelle strutture ricettive più organizzate (residence o hotel). Nelle Marche, secondo il dato pubblicato sul sito del Ministero del turismo alla voce banca dati strutture ricettive, a ieri risultavano iscritte con Cin (codice identificativo nazionale, di cui ora devono essere dotate tutte le strutture che accolgono turisti, anche gli appartamenti ammobiliati sul mercato per gli affitti brevi) 10.432 strutture.

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Già in regola con la richiesta del codice oltre l’ottanta per cento delle strutture nelle province di Pesaro-Urbino, Fermo e Ascoli Piceno, più indietro le province di Ancona (hanno chiesto il Cin il 74,96 per cento delle strutture ovvero 3.314 su 4.421 totali) e di Macerata (hanno il Cin il 77,16 per cento ovvero 1.797 su 2.329 strutture ricettive). Dunque il mercato immobiliare rivolto ai turisti si sta pian piano mettendo in regola anche nelle Marche ma l’aumento esponenziale di appartamenti ammobiliati destinati ai vacanzieri sta togliendo ossigeno, si diceva, al mercato gli affitti a lungo termine.

Trovare una casa nelle grandi città ma soprattutto lungo la costa, è diventato un percorso ad ostacoli. Le poche abitazioni che ci sono vanno a ruba con conseguente aumento dei prezzi per la legge sulla domanda (alta) e l’offerta (poca). Cosa fare? Il problema è particolarmente sentito nelle zone del centro sud della regione ovvero nelle province di Macerata Fermo e Ascoli dove al “naturale” spostamento della popolazione sulla costa per via della presenza di servizi migliori, si è sommato il problema del terremoto, accelerato ulteriore del fenomeno.

Non solo. Nei comuni di Civitanova, Porto Sant’Elpidio ma anche Porto San Giorgio e Potenza Picena c’è stato un grande risveglio del mercato delle seconde case spinto dagli umbri che scelgono (grazie al collegamento veloce della superstrada) l’Adriatico come mare per le vacanze. Insomma, trovare casa da affittare per alcuni anni è diventata una mission impossible. In questo contesto si registra molto positivamente l’operazione messa in campo da Porto Sant’Elpidio. Peraltro lodata anche dalle associazioni di categoria di inquilini e piccoli proprietari. Cosa si sono “inventati” a Porto Sant’Elpidio? Che quest’anno chi affitta a lungo termine le abitazioni di proprietà non paga l’Imu.

Attenzione: non sì parla di sconti (quelli più o meno li fanno tutti) ma proprio di un azzeramento. Il provvedimento è stato inserito dall’amministrazione comunale di Porto Sant’Elpidio nel bilancio di previsione, il sarà concesso ai nuovi contratti d’affitto sottoscritti nel 2025, che dovranno essere a canone concordato per un periodo di tempo di 3 anni più 2 o di 4 anni più 4. La Giunta ha previsto in bilancio un fondo di 15.000 euro per la copertura dei costi. Un modo concreto per affrontare il problema? Sì. Un esempio da seguire? Certamente. La leva degli incentivi fiscali, specie se percepita come semplice e lineare dal cittadino, rappresenta sicuramente una spinta fondamentale. Di pari passo però, le istituzioni dovrebbero lavorare per rendere più veloce ed efficace la procedura degli sfratti. Il combinato disposto di sconti fiscali e sfratti più veloci potrebbe piano piano riequilibrare il mercato degli affitti. 

* caposervizio della redazione di Macerata e Fermo





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