I sindaci di frontiera: «La politica deve fare di più sulla sanità»

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Assistenza per i sovraindebitati

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Sassari «Il tema dell’assistenza socio-sanitaria agli anziani ci riguarda da vicino e ci toccherà sempre di più in futuro, perché la nostra società invecchia». Caccia al medico di base, caccia anche a tutte le possibili soluzioni che possano garantire un supporto adeguato alle fasce più deboli, a partire dagli over 80. Per i sindaci quello degli anziani è un tema sentitissimo, esattamente come lo è nelle rispettive comunità. «Nell’ultima assemblea dei sindaci a dicembre – dice Daniela Falconi, presidente dell’Anci Sardegna –, ho ripetuto che per rafforzare sistema sanitario territoriale bisogna ripartire da rafforzamento servizi sociali. È necessario garantire servizi alla persona, strutturare meglio la programmazione, soprattutto per le fasce deboli, significa anche alleggerire il sistema sanitario. Se si intervenisse finanziando leggi già esistenti, magari con qualche modifica, si potrebbe sopperire in qualche segmento alla mancanza cronica di medici. Gli ospedali devono fare gli ospedali, i servizi territoriali devono poter garantire assistenza nei casi che non necessitano di ricovero. Anche la rottura di un femore, in un centro privo di un infermiere di comunità o di un medico, costringe al ricovero in una delle strutture principali, contribuendo a congestionarle». L’assistenza sanitaria è ovviamente la punta di un iceberg fatto di disagi continui. Dove pubblico, privato e terzo settore devono sostenersi l’un l’altro. «Bisogna lavorare a un sistema di mobilità e di interconnessione tra i centri periferici – insiste Falconi, prima cittadina di Fonni –. Gli Ascot funzionano ma sono una misura emergenziale che non può diventare definitiva. La casa va costruita dalle fondamenta, che sono i medici di prossimità, non dal direttore generale, che è il tetto». Dal punto di vista della collaborazione, l’Unione dei comuni del Montiferru e Alto Campidano rappresenta un esempio virtuoso, soprattutto per quanto riguarda la sanità. «Stiamo ultimando le procedure per l’istituzione dell’infermiere di prossimità – spiega il presidente Diego Loi, sindaco di Santu Lussurgiu –. Uno strumento a supporto delle comunità con un insieme di servizi infermieristici che si appoggeranno alla struttura locale, insieme ai medici di base. Questa figura girerà per tutti i comuni della zona, in determinati orari, e su appuntamento. Partiamo con una sperimentazione, per cercare di avere le idee più chiare e capire la portata dell’apporto che potrà dare. Ma nel fare questo alleggeriremo di fatto anche il sistema sanitario regionale». «Noi a Cuglieri dovremmo avere tre medici di base – aggiunge il primo cittadino Andrea Loche –, ma per i due che sono andati in pensione i bandi sono andati deserti. Gli Ascot per il momento alleggeriscono la situazione, ma un medico di base stanziale è un punto di riferimento irrinunciabile per una comunità composta da tanti anziani. Ora con l’infermiere di prossimità sicuramente qualcosa migliorerà». (a.si.)



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