Movida a Napoli, gestori sconfitti; vittoria bis dei residenti: «Stop ai rumori molesti»

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Movida: a una manciata di giorni dalla sentenza di piazza Bellini, con cui l’amministrazione di Palazzo San Giacomo è stata condannata a risarcire per 230mila euro dieci residenti per danno alla qualità della vita generato dall’inquinamento acustico notturno dei bar, arriva un nuovo provvedimento della magistratura, stavolta in merito al by night di vico Quercia (nei pressi di Cisterna dell’Olio, location di movida tra le più nuove e più attive in città). E anche questo provvedimento dà ragione ai residenti.

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Con un’ordinanza cautelare del 28 gennaio, la quarta sezione civile del Tribunale di Napoli risponde al «ricorso per immissioni rumorose moleste» imponendo vari obblighi ai gestori dei pubblici esercizi e al Comune. Tra questi obblighi, oltre a risarcimenti minori rispetto a quelli della sentenza Bellini, spiccano due misure: la vigilanza privata a carico dei bar e l’ordine, rivolto all’amministrazione, di riportare le immissioni di suono al di sotto del livello della «normale tollerabilità». Il sindaco e presidente dell’Anci Gaetano Manfredi, intanto, con il primo cittadino di Bari, lavora alla convocazione di un tavolo nazionale ad hoc sulla movida.

Movida a Napoli, la crociata dei residenti: ricorso d’urgenza in tribunale contro il Comune

I vicoli intorno al Modernissimo e piazza del Gesù (naturalmente sempre in centro storico, a pochi passi da piazza Bellini), sono un centro di movida che si è affermato e animato negli ultimi anni. Frequentati da un pubblico variegato (universitari, lavoratori e giovani), nelle vie delle antiche cisterne dell’olio hanno aperto numerosi bar, negli ultimi anni (l’area, infatti, non è inclusa nel dispositivo di stop alle licenze varato dal Comune). Detto, questo torniamo all’ordinanza, di cui salta agli occhi la questione della vigilanza. «Alle ditte e società resistenti – si legge nel provvedimento del tribunale – va ordinato di predisporre, in maniera congiunta o disgiunta, un servizio di vigilanza privata che abbia il compito di limitare al massimo i comportamenti più rumorosi degli avventori». Non è tutto, perché ai gestori di bar viene anche imposto di «posizionare supporti antirumore ai piedi dei tavoli e delle sedie al fine di ridurre il rumore di impatto provocato dallo spostamento degli stessi». Un’altra disposizione dei giudici riguarda il vetro, e impatta sugli orari di vendita: si ordina di «non eseguire operazioni di vendita e movimentazione di bottiglie o qualsiasi altro contenitore in vetro oltre le ore 23».

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Nel testo dell’ordinanza, come anticipato, ci sono disposizioni anche per il Comune, cui viene ordinato di «adottare tutte le misure necessarie a riportare le immissioni al di sotto della soglia della normale tollerabilità». Se l’amministrazione è responsabile dei rumori, potenzialmente si apre dunque quello che per il Comune potrebbe essere un “vaso di Pandora” (come ha scritto Il Mattino nei giorni scorsi). La posizione di Palazzo San Giacomo, come spiegato dal sindaco, è la ricerca di un equilibrio tra le ragioni dei residenti e quelle dei commercianti. Il Comune farà ricorso contro la sentenza di piazza Bellini e Manfredi, da presidente dell’Anci, ha delegato il sindaco di Bari Vito Leccese alla convocazione un tavolo nazionale sul tema movida. Per il primo cittadino napoletano, in sostanza, serve una normativa nazionale che regoli il by-night. Gennaro Esposito, consigliere comunale e presidente del Comitato Vivibilità Cittadina, parla di «ordinanza storica».

«I ricorrenti sono stati difesi dagli avvocati Rinaldo Sommantico e Diego Miccio, ai quali va il nostro apprezzamento e ringraziamento. L’ordinanza è stata pronunciata contro il Comune di Napoli ed otto esercizi commerciali dediti alla somministrazione di alimenti e bevande, accusati di arrecare gravi disturbi alla quiete e alla vivibilità delle abitazioni circostanti. Questo provvedimento, definito storico, impone alle parti resistenti di adottare immediatamente tutte le misure necessarie per ridurre le immissioni acustiche moleste che compromettono la salute e il benessere dei ricorrenti. La decisione si inserisce in un orientamento giurisprudenziale consolidato, confermato recentemente anche dalla Corte di Cassazione, e segue la sentenza di merito relativa a Piazza Bellini, emessa pochi giorni fa. Si tratta di un ulteriore passo avanti nella tutela dei diritti alla salute, all’ambiente salubre ed alla quiete pubblica, per i quali il nostro Comitato si batte da tempo».





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